Sclerosi multipla secondaria progressiva, posso rallentarla?

Ho 65 anni e quattro anni fa mi dissero che avevo la sclerosi multipla secondaria progressiva. In un primo momento mi fecero del cortisone e riuscii a camminare quasi normalmente, ma dopo un certo periodo mi aggravai e adesso cammino solo con due stampelle, guido con una macchina modificata... con l'uso del cortisone mi segnalarono anche il diabete di tipo 2. Vorrei capire se posso alleviare il disagio e rallentare il percorso.

Risposte di salute

L'associazione italiana sclerosi multipla riporta i più recenti avanzamenti sulla conoscenza circa la correlazione tra Vitamina D e malattia. A tal proposito proponiamo la riflessione di Gianluigi Mancardi, presidente della Società italiana di neurologia e del Comitato scientifico Aism. «Se al momento è giustificato raccomandare l’assunzione di vitamina D alle persone con SM come prevenzione dell’osteoporosi e in coloro che presentano un vero e proprio deficit di vitamina, (evidenziato tramite analisi del sangue), non è invece raccomandata l’assunzione, specialmente ad alto dosaggio, come trattamento della SM. In generale l’assunzione di vitamina D è ben tollerata, ma ad alti dosaggi può causare fatica, nausea, vomito, crampi addominali, aumento della pressione arteriosa, problemi di funzionalità renale».

 

Si può intervenire sul microbiota intestinale per rallentare la progresione della malattia? Non mancano gli studi a riguardo: 

 

"Alcuni gruppi sono al lavoro per valutare come la restrizione calorica possa influenzare la frequenza di ricadute agendo sul microbiota intestinale. Nel 2018 sulla rivista Cell Metabolism uno studio-pilota dimostrava infatti come il digiuno potesse indurre una ridotta produzione di globuli bianchi, una riduzione di fattori infiammatori e un aumento dei livelli circolanti di cortisolo e adiponectina (fattori anti-infiammatori). In particolare, è stata osservata una riduzione delle cellule infiammatorie del sistema immunitario e un aumento delle cellule regolatorie nell'intestino. Inoltre, il digiuno avrebbe indotto anche alcune modifiche nella diversità batterica intestinale. Sono in corso ulteriori indagini, tra cui lo studio pubblicato nel gennaio del 2020 (Ketogenic diet and fasting diet as Nutritional Approaches in Multiple Sclerosis (NAMS): protocol of a randomized controlled study), per confermare i dati osservati in questo piccolo studio ed indagare l’utilità di altri possibili approcci dietetici. Fonte: Aism.

 

 

di Redazione