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Come va la naturopatia in Europa?

Aumenta il numero di persone che fanno affidamento alle cure naturali per i piccoli malesseri e disagi quotidiani. Nonostante ciò, le normative in merito alla naturopatia sono ancora lacunose e non vi è una direttiva generale chiara e specifica. La naturopatia in Europa è apprezzata ma non ancora correttamente organizzata e tutelata

Come va la naturopatia in Europa?

Il numero di persone che fanno affidamento alle cure e alle terapie naturali, per restare in forma e mantenere uno stato di benessere, è in costante aumento. Fondamentale è fare affidamento a professionisti del settore, nonostante non sia sempre facile, soprattutto in Italia: la naturopatia in Europa è meglio regolamentata.

 

L'ambito della naturopatia

La naturopatia opera nell'ambito della prevenzione ed educazione alla salute, alla corretta alimentazione, alla depurazione dell'organismo e al mantenimento del benessere globale. È di supporto ed affiancamento alla medicina ufficiale e non ha nessuna pretesa di sostituirla, anzi può collaborare con ottimi risultati.

 

La naturopatia in Europa: le radici

La naturopatia in Europa ha le sue antiche radici. Si racconta di Vincent Priessnitz (1799 – 1851), contadino austriaco, che vedendo un cervo ferito curarsi con l'acqua ebbe l'intuizione di poter curare anche gli uomini con l' idroterapia, un ambiente salubre e un'alimentazione sana. Fu però l’abate Sebastian Kneipp (1821 – 1894) a perfezionare e divulgare in Germania la pratica dell'idroterapia e delle terapie naturali.

Successivamente Benedict Lust (1872 – 1942), allievo di Kneipp, portò e divulgò negli Stati Uniti le sue conoscenze, ponendo le basi per uno sviluppo globale della naturopatia. Il termine infatti fu coniato nel 1895 dallo statunitense John Scheel, medico a New York, come "Nature's Path" (Sentiero della natura) da cui, in seguito, "naturopathy".

 

La legislazione sulla naturopatia in Europa

Ad oggi non esiste una legislazione europea che riconosca e disciplini le medicine complementari o non convenzionali in modo completo e strutturato. Di seguito qualche dato e data:

- 1997 , risoluzione del Parlamento europeo che hiede alla Commissione europea, “di impegnarsi in un processo di riconoscimento delle medicine non convenzionali” . Si tratta dello “Statuto delle Medicine non Convenzionali”, che riconosce una pratiche diagnostiche e terapeutiche ormai affermatesi in Europa, tra le quali la naturopatia; 

- 1999, risoluzione n. 1206, il Consiglio d’Europa sollecita gli Stati a garantire il riconoscimento delle medicine non convenzionali e delle scuole professionali;

- 2005, sul Trattato istitutivo della Comunità economica europea che sancisce la libera circolazione delle professioni nei Paesi membri, l’Unione europea ha approvato la direttiva 2005/36/CE, relativa alla disciplina per il riconoscimento e la libera circolazione delle professioni negli Stati membri. La libera circolazione delle professioni apre quindi alla possibilità di sviluppo e riconoscimento in Europa delle medicine non convenzionali, inclusa la naturopatia.

Purtroppo le direttive europee non vengono recepite allo stesso modo in tutti gli stati membri. Pertanto in Europa le politiche nazionali in materia di naturopatia danno luogo a legislazioni differenti e spesso contrastanti. Per esempio in Olanda, Belgio, Danimarca, nella Catalogna in Spagna, Germania, Ungheria e Finlandia esiste una legislazione che riconosce e disciplina la naturopatia e le medicine non convenzionali in generale. In Regno Unito i naturopati operano in base al diritto ai codici deontologici professionali.

In Europa la legislazione per la naturopatia tende a prevedere un iter di formazione a livello universitario, in quanto gli operatori devono essere in grado di collaborare con i medici e indirizzare loro i pazienti con patologie severe.

In Italia, al momento attuale, la medicina non convenzionale e pertanto la naturopatia non ha riconoscimento legale.

Immagine | Rachel-graham