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La visione olistica: considerazioni sulla diffusione

“Visione” sta per: “capacità di vedere e osservare”; “quadro d'insieme, idea”; “percezione di realtà soprannaturali”. Quali, tra queste accezioni, rappresenta meglio la visione olistica? Tutte, in realtà

La visione olistica: considerazioni sulla diffusione

 

La visione olistica

Col passare del tempo, l'olismo e la medicina alternativa diventano sempre più un fenomeno di massa. Già nel 1993, negli Stati Uniti, più di un terzo della popolazione sperimentava trattamenti definiti “non convenzionali”. Sono passati ben 18 anni. E la tendenza è in crescita. A concorrere a questo successo, la maggiore fiducia nelle pratiche olistiche, la crescente insoddisfazione nella medicina tradizionale e un sentimento di impegno nei confronti dell'ambiente in una visione anti-scientifica e anti-modernista.

La medicina tradizionale o scientifica non ha fatto altro che frammentare e suddividere l'essere umano in una miriade di componenti, per ciascuna delle quali ha ideato una specializzazione a senso unico. La frammentarietà del quotidiano esperita dall'uomo moderno non trova però grandi consensi in questo. Ne scaturisce invece un bisogno di unitarietà, di totalità, di olismo appunto.

 

L'unitarietà è comunque un'arma a doppio taglio. Più che una medicina alternativa, vi sono tante medicine alternative, alcune delle quali contrapposte e incompatibili tra loro, unite nella definizione solo per la comune contrapposizione e spesso ostilità alla medicina scientifica.

La visione olistica, per alcuni versi, ha accompagnato quella tradizionale agli inizi del cammino. Quando la medicina tradizionale si è specializzata nella cura della malattia, la medicina alternativa ha reso aspetti prima in comune, quali dieta e prevenzione ad esempio, di natura prioritaria. La sbandierata unitarietà dell'approccio alternativo deriva dalla sua estrema semplificazione di quanto in realtà è assai più complesso. La vera risorsa dell'alternativo è rappresentata dal costante richiamo a un'immagine del mondo onnicomprensiva e appagante, quanto più possibile semplice.

 

La visione olistica in Italia

Secondo l'Eurispes (2010), sono undici milioni gli italiani che adottano una visione olistica e che quindi optano per la medicina olistica. Poco meno del 20% dell'intera popolazione. E la fiducia non manca.

La punta di diamante è rappresentata dall'agopuntura, praticata tra ospedali e cliniche italiane, quasi sempre per il trattamento di sindromi dolorose. In Italia, gli agopuntori sarebbero oltre 7.000, di cui l'80% si dedica all'agopuntura, ormai sdoganata, come attività secondaria, mentre il restante 20% la pratica a tempo pieno per tutte le patologie

Dopo l'agopuntura, abbiamo l'omeopatia e a seguire la fitoterapia. Oltre 30mila i medici che adottano una visione olistica. Tra i “clienti” più donne che uomini.Una consistente parte di pubblico è rappresentata da bambini, come destinatari di cure.

 

La visione olistica in Europa

Non c'è da stupirsi che il resto d'Europa presenti dati e cifre diverse da quelle italiane. Ma non stiamo qui a riportarle. Parliamo di Unione Europea e visione olistica. L'Europa presenta più di 100 milioni di persone che ricorrono alle cosiddette “terapie non convenzionali”. Gli addetti al settore lamentano però mancanza di finanziamenti e cooperazione scientifica.

Il progetto CAMbrella, finanziato dalla UE, cercherà di colmare questa lacuna. CAMbrella è infatti un progetto triennale, lanciato nel 2010, che elargisce una sovvenzione europea di 1,5 milioni di euro per la CAM, la medicina complementare e alternativa.

Oltre a fare il punto della situazione sulle medicine alternative e complementari in Europa, il progetto spiana la strada per future attività di ricerca. Il che vuol dire anche più riscontri scientifici in futuro. CAMbrella presenta una “visione olistica d'insieme”, racchiudendo 16 organizzazioni scientifiche di 12 paesi europei, tra cui Austria, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito, Romania, Ungheria e Svezia. L’Italia è rappresentata da due istituti: l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale della Regione Emilia-Romagna e il Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le Medicine Non Convenzionali in Italia.

Immagine | S3ood