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Rebirthing e Respiro della Memoria®

Forse è arrivato il momento di fermarsi, ascoltare e reimparare a respirare.

Rebirthing e Respiro della Memoria®

Molto spesso, quando viviamo un'intensa emozione, sentiamo dolore, abbiamo paura, la nostra prima reazione è andare in apnea, bloccando il respiro. Come mai? Che ruolo ha nella nostra vita il respiro?

Innanzitutto il respiro costituisce il nostro nutrimento primario: respirando ci nutriamo di energia, quella che nella cultura orientale viene chiamata "prana" = "energia vitale". Respirare è quindi il modo più semplice con cui riceviamo nutrimento, indispensabile per vivere. È vero, abbiamo bisogno anche di acqua e di cibo, ma possiamo farne a meno per alcuni giorni, mentre se non respiriamo andiamo incontro a morte certa entro pochi minuti.

Quindi il respiro è vita: finché respiriamo non possiamo morire. Se respiriamo in modo profondo, ampio, completo, ci apriamo pienamente alla vita, per viverla gioiosamente. È proprio questo lo scopo che si prefigge il Rebirthing, anche detto Respiro Consapevole, ideato negli anni 60 in California da Leonard Orr, secondo il quale "il respiro è la forza dello spirito". In questo universo fisico traiamo tutta la nostra forza dal respiro, che è una vera e propria sorgente di energia.

Ecco perché è così importante respirare bene per vivere bene, sebbene l'atto del respiro sia così semplice ed automatico che in pochi gli danno il giusto peso.

Eppure, ogni volta che prendiamo un respiro profondo, purifichiamo la nostra aura energetica, favoriamo l'espulsione delle tossine e rilassiamo i tessuti del corpo, mettendo dunque in atto un processo che ci porta a recuperare il nostro pieno potere. Il respiro risulta quindi la cosa più preziosa che esista nell'universo, in quanto è il ponte di collegamento con la vita, la vera e propria base della vita: infatti, quando si viene al mondo, la prima cosa che si fa è un respiro, ed è anche l'ultima azione che si compie prima di morire.

Il respiro ha un ruolo fondamentale anche nella disintossicazione del nostro organismo: essa dipende per il 70% dal respiro, e per il restante 30% da feci, urina e sudore. Eppure, la maggior parte delle persone – e dei medici – si concentra su quel 30% per disintossicare l'organismo, senza rendersi conto che in realtà il respiro è un potente medicinale gratuito che abbiamo a disposizione in ogni momento, è sufficiente aumentarne un po' la "dose".

Il Rebirthing viene ormai utilizzato da milioni di persone nel mondo, e la sua efficacia è riconosciuta a tal punto che in alcuni paesi, neanche tanto lontani da noi, le sedute di Rebirthing vengono passate dal servizio sanitario nazionale, comunemente chiamato "mutua".

Il Rebirthing è un metodo molto dolce e semplice: si tratta di respirare in modo continuo, circolare, togliendo le pause tra inspirazione ed espirazione; così facendo, diamo ai nostri freni inibitori il permesso di mollare.

Praticando questo tipo di respirazione, molte persone rivivono la propria nascita (da qui il nome della tecnica "Rebirthing", che significa "rinascita"), scoprendo così quali meccanismi di difesa hanno messo in moto da quel momento, e che sono attivi ancora oggi. Quando si scarica il contenuto emotivo implicato, che così non potrà più influenzare la nostra vita, rimangono soltanto benessere, gioia, serenità.

Dopo una seduta di un'ora di Respiro Consapevole, spesso il livello di benessere che si ottiene è talmente alto che le persone rimangono incredule per ciò che è avvenuto, tanto da pensare che si tratti di un miracolo.

Ma allora, se respirare è per noi di così vitale importanza, perché ogni volta che sentiamo paura, dolore o emozioni forti, la nostra prima reazione è bloccare il respiro?

Per rispondere a questa domanda, occorre fare un passo indietro e tornare alla nostra nascita. Venire al mondo è un avvenimento già di per sé sconvolgente; purtroppo, esso viene spesso accompagnato da un enorme trauma, ovvero il taglio del cordone ombelicale poco dopo che il bimbo è venuto al mondo: la "fretta" degli addetti ai lavori fa sì che il piccolo si senta letteralmente morire, e questo lo segnerà per tutta la vita. È proprio al momento della nascita che il nuovo arrivato impara a respirare lo stretto necessario per rimanere vivo, ed a bloccare il respiro ogni volta che sente dolore, vive un'emozione intensa o prova paura.

È un meccanismo di difesa che entra in atto a partire dal trauma che la maggior parte degli esseri umani vivono nel momento in cui vengono al mondo. Ecco perché i bambini nati da parto non traumatico (purtroppo la percentuale di bambini nati così è veramente molto molto bassa), così come tutti i mammiferi sul pianeta Terra (ad eccezione dei cetacei, che vanno sott'acqua), hanno naturalmente una modalità di respirazione circolare, che noi dobbiamo invece re-imparare.

Il Respiro della Memoria® ‒ evoluzione del Rebirthing ‒ è un metodo terapeutico non invasivo, molto dolce, che consente di portare alla luce "memorie" sommerse di cui non abbiamo alcun ricordo, ma che in realtà, senza che ce ne accorgiamo, ci condizionano e ci causano reazioni di vario tipo, portandoci ad assumere atteggiamenti e comportamenti che ci rendono insoddisfatti, stressati, irritabili, fino a farci provare del malessere o delle malattie vere e proprie, oppure ci ostacolano nella realizzazione degli obiettivi che abbiamo nella vita, in vari ambiti (relazioni, amore, sessualità, lavoro ecc.).

C'è una differenza sostanziale tra le "memorie" di cui si parla e quelli che comunemente chiamiamo "ricordi": di questi ultimi abbiamo coscientemente consapevolezza, li conosciamo a livello razionale, perché li abbiamo registrati in uno stato di veglia, in un momento in cui eravamo mentalmente lucidi.

Ad esempio, in questo istante stai registrando nel tuo cervello tutto ciò che sta accadendo dentro e fuori dal tuo corpo (odori, suoni, temperatura, gusto del cibo che stai mangiando, insomma tutto ciò che è dentro di te e nell'ambiente circostante), e se in futuro vorrai ritornare a questo momento, concentrandoti potrai farlo, in quanto i ricordi si affacceranno e ti riporteranno tutte le informazioni necessarie per ricreare la situazione presente.

Invece, cosa succede quando una persona subisce un trauma (che può durare 2 secondi o 2 mesi, dipende dall'intensità di esso)? Può trattarsi di uno shock emozionale, ad esempio la perdita di una persona cara, un tradimento inaspettato, un licenziamento.

Oppure cosa succede quando la persona si trova sotto anestesia/alcool/droghe/psicofarmaci pesanti/ipnosi ecc., insomma in tutti quegli stati in cui non si è coscienti?  

In situazioni come quelle descritte, ognuno di noi continua a registrare tutto, ma non a livello cosciente e razionale, bensì ad un livello molto più profondo, tanto che in futuro non sarà possibile per noi accedere a queste informazioni, di cui sostanzialmente non avremo alcun ricordo.

Ecco perché, dopo un trauma, la persona non riesce a ricordare quello che è successo in quel lasso di tempo; ed ecco perché, quando una persona viene ipnotizzata e le viene detto di non ricordare nulla al risveglio, la persona inevitabilmente obbedirà a questo comando (registrato nella sua memoria profonda) e, per quanti sforzi farà, non sarà in grado di ricordare niente.

Quando abbiamo a che fare con memorie di questo genere, nel nostro meraviglioso corpo si mette in moto un meccanismo chiamato "mente reattiva", che ha il compito di salvarci la pelle ogni volta che se ne presenta la necessità, un po' come il pilota automatico. Si tratta di un meccanismo velocissimo: ad esempio, quando tocchiamo un oggetto bollente, la nostra mano schizza via in un attimo.

La mente reattiva, in sostanza, ha la capacità di prendere dalle nostre memorie sommerse le informazioni necessarie a mantenere la salute del nostro corpo.

In questo meccanismo, però, si presenta un handicap: proprio perché la mente reattiva è velocissima (enormemente più veloce della mente razionale), non ha capacità di logica e non è in grado di distinguere tra un pericolo reale ed un pericolo immaginario. Ad esempio, se ti trovi in un ambiente qualsiasi e casualmente c'è un oggetto che ha la stessa identica sfumatura di colore dell'elefante che ti ha pestato il piede quando avevi tre anni (episodio che non ricordi minimamente), comincerai a sentirti a disagio, a provare malessere, ansia, oppure sentirai dolore al piede, senza capirne il motivo; se poi, in questo ambiente, c'è anche lo stesso odore o suono che c'era al momento dell'episodio traumatico con l'elefante, la mente reattiva entrerà subito in allarme e ti porterà nel panico, facendoti fuggire da un pericolo (che in questo momento non esiste) da cui crede di doverti salvare.

Nel momento in cui una memoria inconscia viene portata al livello conscio, e quindi diviene chiara, la persona sperimenta un immediato cambiamento, un immediato benessere, che può addirittura sembrare miracoloso.

In effetti non si tratta certo di un miracolo, ma semplicemente di chiarezza, consapevolezza, che è ciò che serve per far scomparire la paura legata a quella memoria. Ecco che allora ci liberiamo di malessere, malattie, sofferenze, conflitti con gli altri ed in primo luogo con noi stessi, e ci permettiamo di vivere pienamente e con gioia.