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DanzaMovimentoTerapia

Un primo e breve articolo per definire cosa sia la DanzaMovimentoTerapia

DanzaMovimentoTerapia

La Danza movimento terapia utilizza la Musica per fare nascere, evocare movimenti, per muovere il corpo più o meno consapevolmente. Essa si collega idealmente ad antiche tradizioni nelle quali la danza era un mezzo fondamentale nelle pratiche di guarigione, ripropone nella realtà quotidiana le risorse del movimento e la creatività della danza stessa per promuovere il benessere e la qualità della vita della persona.

 

La Danza è un attività umana globale dove corpo e mente sono impegnate totalmente. Il corpo è lo strumento fondamentale attraverso il suo movimento; il movimento strutturato in forme riconoscibili e significanti è danza. Eppure la nostra cultura non presta molta attenzione al “fare movimento”, al movimento in sé e per sé se non in relazione al fitness, o ad eventi patologici che necessitano un intervento terapeutico.

Il Movimento è una caratteristica dell’essere umano: la vita è movimento a partire dal primo battito cardiaco del feto nel grembo della mamma. Pensiamo che la motilità fetale è riconosciuta dalla settima settimana e mezza di vita. 

Potremmo quasi dire “MI MUOVO DUNQUE SONO”!

Il movimento come danza e come terapia (intendo Terapia dal greco θεραπεία (therapeia): cura, guarigione, servizio, le tecniche corporee, il setting (ovvero lo spazio speciale dove ci si muove, la conduzione, nel caso della DanzaMovimentoTerapia hanno la funzione di aprire le porte al nostro mondo interiore,  di attivare la Memoria Corporea per riscoprire le risorse interne e creative della persona attraverso la danza e il movimento.

Il movimento del corpo e della danza, l’utilizzo delle immagini e della musica, permettono di dare forma alla rappresentazione dei processi mentali ed emotivi che accompagnano il percorso trasformativo verso la sua evoluzione. Il corpo torna ad essere luogo di creazione ed espressione dell’Immaginario.

La Danzamovimentoterapia trova la sua specificità creativa e terapeutica nella danza. Si ricollega in primo luogo a tutte quelle attività fisiche che provocano degli effetti di ordine fisiologico (circolazione sanguigna, effetti su muscolatura, articolazioni,…). Inoltre, come è per la danza, il corpo viene sollecitato attraverso il movimento a captare e a ri-produrre gesti, forme ritmiche, movimenti coordinati che ristabiliscono equilibrio e benessere nell’organismo. La Danza unisce e concilia lo sviluppo motorio con quello espressivo-relazionale.

Fa parte delle Artiterapie, ma si pone in una posizione particolare in quanto utilizza direttamente il corpo come strumento terapeutico. Il corpo e il suo movimento sono alla base della DanzaMovimentoTerapia.

La risorsa utilizzata è appunto il movimento che ognuno possiede. Il terapeuta, il riabilitatore, il conduttore è un “oggetto transizionale”, un mediatore che “educa”, dove educare sta per e-ducere, cioè portar fuori e, nella pratica terapeutica e riabilitativa è un portar fuori dal “buio” verso una maggiore conoscenza e consapevolezza, del proprio movimento e quindi del proprio schema corporeo, della propria immagine corporea, di sé.

Oltre al movimento la DanzaMovimentoTerapia si avvale del processo creativo in sé. Il processo creativo si avvale di simboli e metafore, coinvolgendo il soggetto in attività che implicano un impegno sensoriale e cinestesico e si propone come un mezzo per identificare ed esprimere le proprie emozioni, e per comprendere e risolvere certe difficoltà.

La possibilità di utilizzare il processo creativo per un paziente psicotico per un anziano significa dare loro l’opportunità di recuperare la creatività del quotidiano:  la capacità di generare cose nuove, l’abilità di porre domande che riguardano l’essere umano in senso vitale, la capacità di costruirsi una vita spinta dal proprio mondo interiore, cercando di comunicare e di manifestare chiaramente la propria personalità (come fa l’artista con la sua opera d’arte, ma per l’uomo comune nella quotidianità).

Maslow dice che:  "sLa creatività dell’uomo che si autorealizza* sembra piuttosto essere vicina alla cratività ingenua e universale dei bambini non viziati. Sembra essere più che altro una caratteristica fondamentale della natura umana, presente in tutti, cioè una potenzialità data alla nascita a tutti gli esseri umani. Ma la maggioranza degli uomini la perdono man mano che si inseriscono nella cultura”. (Maslow 1954, p. 278)

 

La creatività è una funzione dell’Io, che non consiste esclusivamente nella produzione di oggetti. L’io può essere creativo in molti modi e può vivere la sua creatività in qualsiasi momento della vita. La DanzaMovimentoTerapia porta il bambino, l’adulto, l’anziano a recuperare uno spazio di espressione di sé attraverso il movimento, a ripercorrere creativamente, intelettualmente e spiritualmente la vita, le esperienze. Alla persona che chiede aiuto è possibile portare questo discorso, non nell’arco di un giorno ma nel tempo, ribaltando così la sua prospettiva: la persona con problemi ha rimosso la sua dimensione più autentica, la sua creatività.

Vygotskij dice che la creatività sussiste dovunque “(…)c’è un uomo che immagina, combiana, modifica e realizza qualcosa di nuovo, anche se questo qualcosa di nuovo possa apparire un granello minuscolo in confronto alla creazione dei geni”.

Questo nuovo prodotto non necessariamente deve essere un oggetto concreto , è anche un modo di essere in relazione, di portare fuori quello che c’è dentro, portare la propria interiorità.

Ecco allora che all’interno di una rapporto relazionale creativo , di un processo qual è quello che si instaura attraverso il dialogo corporeo in Danzamovimentoterapia la persona può andare a recuperare la sua creatività e con essa la fiducia in se stesso, recuperando così una immagine di sé positiva.  All’interno di un percorso riabilitativo, spesso lungo e difficile, uno spazio di sostegno, di accoglienza del corpo e del movimento, coinvolgendo il soggetto in attività che implicano un impegno sensoriale e cinestesico, ritengo siano indispensabili e ben integrabili con altri strumenti riabilitativi in una dimensione di riabilitazione globale (intesa nella visione della persona che si muove tra le autonomie della vita quotidiana, il tempo libero, la dimensione cognitiva ed affettiva, ma anche creativa,).

La possibilità data  all’individuo di accedere agli aspetti più intimi e nascosti di sé, di contattare ed esprimere le emozioni più recondite e spesso inaspettate, e di sperimentare e potenziare abilità spesso ignorate o inutilizzate è già terapeutica in sé.
“L’arte ha valore per la sua capacità di perfezionare la mente e la sensibilità, più che per i suoi prodotti finali” (Fred Gettings, 1966)

La DMT va al di là della danza di cui utilizza le fondamenta (ritmo, coreografia, studio del movimento), và direttamente all’individuo attraverso il canale essenziale della vita: il movimento. Tutto quello che è vivo si muove, se il movimento cessa,….

La DMT è un processo, non è una lezione, è un percorso che coinvolge terapeuta e paziente, terapeuta e gruppo.

Attraverso la trasformazione del vissuto individuale, dei sentimenti, delle emozioni,… in movimento, fa emergere l’interiorità della persona, fa emergere l’IO reale.

D’altro canto attraverso l’esperienza nel movimento il soggetto accoglie in sé esperienze corporee, che lasciano una traccia, magari inizialmente in modo inconsapevole, ma che poi piano-piano il “corpo intelligente” rielaborerà.

L’approccio creativo aiuta la persona a vivere l’esperienza della vita quotidiana, aiuta l’essere umano ad affrontare i cambiamenti. Attraverso la creatività, l’espressione, il movimento, la persona può vivere il processo di ri-definizione di Sé, partendo dalla ri-scoperta del proprio corpo nelle sue parti e nel suo tutto (schema corporeo) per arrivare alla propria Immagine corporea. 

Il piacere funzionale del movimento, un movimento che non viene giudicato (come spesso succede nella vita quotidiana); la ri-scoperta di alcune parti del corpo e delle possibilità di movimento per alcune parti del corpo; l’affinamento delle funzioni psico-motorie; il percepire il corpo con un tutto con la mente e con le sensazioni,… danno al soggetto l’unità psico-corporea; un confine. La persona si sente un tutt’uno, diventa consapevole e le dà la possibilità di sostenere altri interventi terapeutici-riabilitativi atti a migliorare le qualità della vita per quella persona.

Concluderei questo capitolo in questo commento:

…DanzaMovimentoTerapia…

Riabilitazione

Che estenda le contraddizioni e le inquietudini del diverso

Alla cultura della normalità,

perché questa se ne avvantaggi in una visione critica dei propri valori e della propria logica.

(Bizzarri)