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Ayurveda e alimentazione

Filosofia ayurvedica e alimentazione ayurvedica: le quattro gambe, i cinque elementi, gli otto fattori e gli effetti dell'alimentazione ayurvedica

 Ayurveda e alimentazione

Per meglio comprendere come in India e nell'antico sistema medico-naturale Ayurveda, sia considerata l'alimentazione e quale importante ruolo rivesta, faremo una piccola premessa all'Ayurveda, giusto per inquadrare i maggiori principi di base di questa scienza.

Innanzitutto l'Ayurveda interviene sulla salute fisica, mentale, spirituale e sociale, e contemporaneamente tratta il malato e la malattia.

 

Storia e origini dell'ayurveda

Il termine AYURVEDA deriva da "Veda", conoscenza, e da "Ayus", vita, significa perciò conoscenza della vita e ci offre una visione a 360 gradi che ci permette di correggere gli errori e tornare come eravamo alle origini, cioè sani.

Non parliamo solo di una scienza medica, poiché Ayurveda racchiude in sé filosofia e disciplina: è quindi considerata un modello di stile di vita ben preciso che aiuta tutti e ad ogni età.

Affronta pertanto argomenti riguardanti: le tecniche di purificazione e ringiovanimento del livello fisico e del livello psichico, etica, tolleranza ed infine si occupa delle condizioni patologiche, dell'uso terapeutico del cibo con spezie, delle erbe, delle discipline più classiche di medicina interna, otorinolaringoiatria, tossicologia, ginecologia, pediatria e infine chirurgia.

Tali conoscenze sono state generate da una grande esperienza e dalla ricerca della verità ad opera di grandi Rishi, quelli che in genere in occidente si definiscono "Santoni", ma il significato della parola Rishi è "Osservatore".

Essi, osservando la natura, riflettevano su tutto ciò che li circondava e iniziarono molto presto a porsi delle domande, anche di carattere esistenziale, invece di sfruttare il mondo per i loro interessi materiali.

I Rishi capirono ben presto che la risposta ultima e senz'altro la più certa, alle loro domande era che tutti un giorno torneremo a casa e subiremo la MUKTI, la liberazione come l'illusione sorge dall'infinito e si dissolve nell'infinito.

Così nasce in origine la filosofia dell'Ayurveda che è ancor oggi, applicabile all'uomo, considerato il microcosmo, nel creato che ci circonda, il macrocosmo ove il microcosmo dell'esistenza umana si riflette, naturalmente.

 

Le "4 gambe" della medicina ayurvedica

Mi piace pensare sempre che la salute ed il benessere siano come una persona seduta su una sedia.

La sedia ha 4 gambe solide che la sostengono e ognuna di queste 4 gambe svolge la sua funzione specifica e pari alle altre, che è quella di sostenere in questo caso la nostra salute sulla quale stiamo più o meno comodi a seconda dei momenti.

Le 4 gambe rappresentano:

  1. Le necessarie cure e le medicine che ci servono per guarire dai malanni piccoli e grandi;
  2. l'esercizio fisico che da una semplice passeggiata allo yoga ed altri sport ci aiutano tutti i giorni a sentirci belli e sani dentro e fuori;
  3. la nostra condizione mentale intesa come positività o negatività del periodo attraversato, stress, preoccupazioni, psicosi, paure che somatizzate nella mente e nel fisico che destabilizzano il carattere e turbano le funzioni vitali, a lungo andare;
  4. la cura dell'alimentazione quotidiana che ci mantiene in forze, prevenzione vera e in salute lontano da qualsiasi problema patologico: l'ultima gamba, ma forse dovremmo dire che è la prima perché molto decisiva.

 

L'alimentazione nell'ayurveda

Come voi certamente saprete, la digestione inizia in bocca con la percezione dei gusti.

L'informazione del gusto del cibo viene decodificata dalle papille gustative che inviano un messaggio attraverso i nervi al cervello, il quale riconosce questi gusti e prepara gli organi digestivi a compiere il loro dovere in presenza di quello specifico gusto.

Per questo è importante mangiare lentamente assaporando il cibo: la mancanza di percezione dei gusti dà pesantezza.

L'Ayurveda approfondisce l'analisi del cibo attraverso la conoscenza dei cinque grandi elementi, dei sei gusti esistenti, dell'energia che si sprigiona nella catalizzazione dei cibi in questione, della sua azione su corpo, mente, spirito e, per finire, della sua azione farmacologica ove ce ne fosse.

 

I 5 elementi nell'alimentazione ayurvedica

Il cibo che nutre il corpo, secondo gli antichi testi, è derivato dagli stessi 5 elementi di cui il corpo è composto, i cinque "Mahabhutas" (grandi elementi allo stato macrocosmico): Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra

Questi cinque elementi li troviamo in cinque principali categorie di cibi di base a cui sono attribuite poi le qualità dei 5 elementi stessi.

Ad esempio

  • nel riso, nel grano, nei cereali in genere predomina l'elemento terra;
  • nel latte e nei succhi di frutta predomina l'elemento acqua;
  • nelle spezie che stimolano vari enzimi predomina l'elemento fuoco;
  • nei germogli e nei semi predomina l'elemento aria;
  • il riso soffiato contiene etere.

Per fare, comunque, un altro esempio semplice sul pensiero ayurvedico applicato direttamente, potremmo dire che:

  1. quando il potere digestivo è debole si devono usare le spezie che sono ricche dell'elemento fuoco e qualitativamente scaldano lo stomaco: un po' come aiutare un forno ad arrivare alla giusta temperatura quando non ce la fa da solo;
  2. oppure quando la persona soffre di edema ed è predisposta alla ritenzione idrica quindi, si deve evitare il sale perché l'elemento predominante è l'acqua e non facilita l'eliminazione dei liquidi in eccesso;
  3. o ancora se la persona ha sensazioni di bruciori, deve assumere uva o melone che hanno un effetto calmante rinfrescante dovuto alla qualità di freschezza dell'elemento acqua.

 

I 6 gusti nell'alimentazione ayurvedica

Dunque, la digestione inizia in bocca con la percezione dei 6 gusti esistenti: dolce, acido (o aspro), salato, piccante (o pungente), amaro ed astringente.

L'informazione del gusto del cibo viene decodificata dalle papille gustative che inviano un messaggio attraverso i nervi al cervello, il quale riconosce i sei gusti e prepara gli organi digestivi a compiere il loro dovere in presenza di quello specifico gusto.

Per questo è importante mangiare lentamente assaporando il cibo: la mancanza di percezione dei gusti dà pesantezza.

Potendo riassumere in breve, per l'effetto dei gusti sull'organismo troviamo che:

  • il gusto dolce: stimola il pancreas ed è calmante del carattere e dell'appetito;
  • l'acido: stimola le ghiandole gastriche, stimola la secrezione salivale e favorisce il senso di soddisfazione;
  • il salato: stimola l'appetito, influisce sul bilancio idrico ed è stabilizzante;
  • il piccante: stimola il metabolismo, riscalda e purifica, è un ottimo tonico;
  • l'amaro: purifica e depura, stimola le funzioni di fegato e la cistifellea, è stimolante;
  • infine l'astringente: sedativo delle mucose, prosciugante e astringente.

Per finire, il legame immediato tra le qualità del cibo, l'effetto terapeutico dei sei gusti e il loro impatto sulla salute non è sempre ovvio, in parte a causa delle complesse diete occidentali e degli effetti del processo digestivo sul cibo, che non viene tenuto sempre in considerazione.

 

Gli otto fattori per determinare la propria dieta

I Charaka Samhita, antica raccolta di ricerche e trattati medici indiani, elenca otto fattori specifici dei quali dovreste tener conto nel determinare la dieta a voi più adatta.

Valutare la vostra dieta in rapporto a tali fattori, poiché ognuno di essi aiuterà a decidere se il regime alimentare prescelto è giusto nelle attuali circostanze, oppure indicherà i punti da modificare.

 

Gli otto fattori elencati dai nostri più antichi testi medici sono:

  1. le qualità in natura dei cibi (es.: da cui dipenderà una veloce o lenta digestione e successiva evacuazione);
  2. il modo in cui possono essere alterate le qualità naturali dei cibi (es.: il tipo di cottura o di condimento prescelti);
  3. gli effetti della combinazione dei cibi dell'intero pasto (es.: apporti sbilanciati, eccessi e di cibi compatibili e non possono rallentare o danneggiare il processo digestivo per diverso tempo);
  4. la quantità di cibo ingerita (naturalmente importante ed indicata nella regola suddetta); durante ogni pasto bisogna assumere cibo in piccole quantità, cercando di ripartire lo spazio nello stomaco in questo modo: 1/2 dello spazio in cibo solido; 1/2 di liquidi; 1/2 lasciarlo vuoto;
  5. luogo, clima e tecniche di produzione con cui il cibo è stato coltivato e preparato (per un discorso di proprietà organulettiche del cibo e le tecniche utilizzate per averlo finito sulla nostra tavola);
  6. gli effetti delle stagioni e dell'ora del giorno (anch'essi da rispettare per l'estrema abitudinarietà che il corpo normalmente possiede);
  7. l'orientamento generale sulle abitudini alimentari (nelle abitudini di un popolo e di un paese);
  8. le differenze individuali nel consumo del cibo (concentrandosi su di esso e masticando bene, il cibo dev'essere consumato con calma e in modo regolare, ad esempio, ma è indicativa anche la costituzione fisica individuale in questi casi).

L'Ayurveda esprime veramente la conoscenza della vita in tutti gli aspetti possibili ed immaginabili che si incontrano tutti i giorni e che terapeuticamente parlando mira fortemente alla prevenzione di tutte le malattie e alla cura di affezioni croniche, suggerendo metodi di vita quotidiana bilanciati che se svolti anche da soli aiutano a migliorare il senso di benessere generale insegnando a prestare più attenzione ai bisogni naturali di mente e corpo e a vivere in accordo con essi.

Dott.ssa Sadbhawna Bhardwa

Direttice del CSRAM di New Delhi e di AIMA Ayurved

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