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Cranio sacrale? Questione di ritmo

Il ritmo cranio sacrale viene chiamato anche 'pulsazione primaria'. Comunica, a chi lo sa ascoltare, quello che non va all'interno del nostro corpo. Vediamo come.

Cranio sacrale? Questione di ritmo

 

La scoperta del ritmo cranio sacrale

Sono gli anni Trenta. Il dott. William Sutherland compie un singolare esperimento. Costruisce un casco in grado di bloccare, volta per volta mediante delle viti, il movimento di alcune ossa del cranio, da lui ipotizzate non rigide. Quello che Sutherland registra sono effetti straordinari: svenimenti, dolori acuti, deliri e talvolta disturbi della personalità. Sia la sfera fisica sia quella psichica risentivano dunque della forzatura di quelle strutture ossee. Liberate quest'ultime, tutto ritornava come prima.

Sutherland trova dunque riscontro nella sua teoria: le ossa che formano il cranio e il sacro, non sono rigide, ma si muovono, risentendo di una spinta originata dal cervello. In che modo? All'interno del cervello ci sono i ventricoli, spazi vuoti dove viene prodotto il cosiddetto liquido o liquor encefalorachidiano (o liquido cefalorachidiano). Questo liquor, fuoriuscendo, avviluppa gli emisferi del cervello e il midollo. Quello che ne risulta è un sistema fluido, non rigido, in cui le strutture sono immerse, come a bagno. Oltre a fluttuare, questo liquido subisce una variazione di pressione, determinando un movimento ritmico, originato dal ciclo di produzione e riassorbimento. Ciò che si crea è una sorta di onda ritmica che, dal cervello, si trasmette a tutto il corpo, in maniera molto lieve, fino all'osso sacro e mediante la fascia connettivale.

Col passare del tempo, si arriva alla conclusione secondo la quale mettersi in ascolto del ritmo cranio sacrale consente la decodifica dello stato di salute.

 

Interagire con il ritmo cranio sacrale

Il ritmo cranio sacrale trasporta la nostra condizione psico-fisica. Nella sua condizione normale, il ritmo cranio sacrale è molto lento e rilassato, con cicli che vanno dai 3 ai 5 secondi. Ed è sinonimo di rilassatezza. Fasarsi su questo ritmo vuol dire entrare in una condizione di profondo rilassamento, simile alla fase precedente al sonno, in cui il cervello assume il cosiddetto 'ritmo alfa'.

La terapia cranio sacrale entra in sintonia con questo ritmo. In realtà, è il paziente a guidare l'operatore cranio sacrale. Prima cosa da fare: stendersi, rilassarsi e respirare lentamente. Rilassarsi vuol dire essere allineati al ritmo cranio sacrale. Sarà dunque il corpo a guidare l'operatore.

Il trattamento cranio sacrale è finalizzato a bilanciare le strutture del corpo in difetto, armonizzandole e riallineandole. Sono sufficienti le mani dell'operatore. Queste, grazie a leggerissimi movimenti, si mettono in ascolto per decifrare il ritmo e, una volta constatato il problema, operano una pressione per rispondere.

Spesso, quando il ritmo è debole, ci sono dei blocchi, correlati a dolore, limitatezza del movimento o cicatrici e traumi. A zone con ritmo debole, l'operatore risponde liberando la tensione accumulata tramite manovre osteopatiche. Liberando le energie precedentemente in tensione, il corpo rompe la contrazione e aumenta l'energia. E il benessere è assicurato!

 

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Immagine | Lookz