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Il recettore occlusale come causa di disfunzioni osteopatiche

Il distretto bocca, in particolare nell’età pediatrica, subisce enormi sollecitazioni meccaniche esterne le quali, se non dosate e controllate da mani esperti in collaborazione con osteopati e posturologi in primis, conducono il piccolo paziente verso problematiche di ordine anatomico e funzionale. Cosa si intende per sollecitazioni meccaniche esterne?

Il recettore occlusale come causa di disfunzioni osteopatiche

Il recettore occlusale quale causa di disfunzioni osteopatiche

di Ranieri Matonti

 

Nel corso degli ultimi anni la medicina allopatica ha subìto notevoli e positivi  influssi da parte di discipline scientifiche non mediche che, ad una prima e superficiale accostamento possono sembrare discordanti l’una dall’altra come lo è una chitarra mal accordata e che emette suoni disarmonici. Il riferimento di cui sopra è rivolto alle ricerche ed alle teorie apportate ad esempio, dalla fisica dei quanti, dalla biomedicina o dalla omotossicologia. Ovviamente ciò ha condotto ad una rivalutazione dei dati in possesso degli stessi specialisti (pochissimi  in realtà), delle tecniche e delle modalità pre e post operative, adeguandosi rispetto alle pressanti verità scientifiche.

Va considerato inoltre che molte informazioni sono veicolate anche da diversi sistemi terapeutici, provenienti  da diversi aree geografiche del pianeta, come nel caso della medicina osteopatica di origine Americana o l’agopuntura made in Giappone.

Una delle professioni sanitarie maggiormente interessate dalle inferenze delle medicine complementari è da ricercare nell’area del sistema cranio- cervico- occlusale.

Chi sono gli specialisti del sistema cranio-cervico-occlusale? A vario titolo e con modalità diverse dobbiamo riferirci:

  1. All’osteopata e/o al posturologo i quali studiano il sistema nel suo insieme, considerandolo come un recettore capace di influenzare negativamente aree anatomiche diverse, ad esempio la colonna lombare;
  2. All’odontoiatra, all’odontostomatologo, all’ortodonzista, allo gnatologo, al logopedista, etc.

Tutti questi professionisti si ritrovano oggigiorno a fare i conti con un sistema, quello stomatognatico, che nel tempo si è rilevato essere infinitamente importante per l’equilibrio dell’uomo e molte sue perturbazioni sono alla base di eventi patologici o comunque disfunzionali, anche lontano dall’area buccale. Le conoscenze scientifiche ex novo apportate dalle suddette branche specialistiche, il sapere, le modalità terapeutiche tipiche della medicina olistica  nonché le riconosciute interrelazioni funzionali tra diversi distretti corporei, hanno condotto ad un momento di riflessione  in coloro che si occupano del distretto oro-facciale.  Il distretto bocca, in particolare nell’età pediatrica, subisce enormi sollecitazioni meccaniche esterne le quali, se non dosate e controllate da mani esperti in collaborazione con osteopati e posturologi in primis, conducono il piccolo paziente verso problematiche di ordine anatomico e funzionale. Cosa si intende per sollecitazioni meccaniche esterne?

L’uso sempre più frequente degli apparecchi ortodontici, i divaricatori palatali, le estrazioni dentali determinano forze meccaniche impressionanti su di un sistema sensibilissimo ed in fase di crescita. Inoltre i vettori di forza da essi generati per la correzione, possono scaricarsi, in virtù delle connessioni anatomiche, neurologiche e funzionali,  su diversi distretti corporei, lontano dunque dall’area buccale, potendo determinare alterazioni di carattere posturologiche, osteopatiche, ortopediche, neurologiche, logopediche e altro.

Ciò che va segnalato, con un buon grado di preoccupazione è che nella maggioranza dei casi le possibili ripercussioni indotte dall’intervento specialistico sul sistema stomatognatico, sono misconosciute agli esteti della bocca.

 

Le evidenze scientifiche sono il fondamento di un serio professionista alle prese con il sistema corpo e dunque anche il più ortodosso degli specialisti deve chinare il capo dinanzi alle evidenze. Come negare i diversi rapporti che legano  ad esempio la masticazione, la  deglutizione o la stessa occlusione con le modificazioni che dette funzioni  inducono se non fisiologiche, sull’intero sistema corpo.

 

Masticazione, deglutizione ed occlusione generano al pari delle forze esterne indotte con apparecchi ortodontici, forze interne anch’esse capaci di inficiare il benessere dell’unità corpo. Occorre definire in ultimo che nei problemi di occlusione-deglutizione oltre ai denti, alla mandibola, all'articolazione temporo-mandibolare (ATM) giocano un ruolo di primo piano la lingua, l'osso Ioide ed il rachide cervicale superiore. Quanto una malocclusione possa condizionare la postura è un concetto ormai conosciuto ed innegabile, almeno quanto lo è sostenere che la posturologia è quella disciplina trasversale che può connettere e far comunicare diverse professioni. Mi auguro che in  futuro ciò sia la prassi. Meno risaputo, è l’influenza negativa che la lingua possiede sul massiccio facciale, sulla respirazione e sulla stessa conformazione del viso ed ancora meno lo è la conoscenza circa le possibilità rieducative della stessa.  Le inferenze di cui si è scritto, sono ampiamente riconosciute in letteratura e dunque supportate da prove scientifiche incontrovertibili ed in continua proposizione. Infatti il disequilibrio tra le componenti del sistema stomatognatico, comporta facilmente l'insorgenza di sintomatologie dolorose a carico del rachide cervicale e delle spalle, cefalee, vertigini, lombalgie e dorsalgie spesso croniche, sciatalgie.

 

Se il quadro sintomatologico appena disegnato propende più per l’adulto viene da chiedersi quali conseguenze potrebbe avere nei bambini un trattamento ortodontico impostato male o eludendo eventuali disfunzioni osteopatiche craniali e quindi problematiche intrinseci al sistema stesso. La risposta si potrebbe rivelare in un quadro clinico estremamente variabile: dalle cefalee muscolo tensive alla perdita di diottrie visive, alla verticalizzazione del rachide cervicale alla perdita della capacità di mantenere la concentrazione, per finire con recidive dell’allineamento dentale  ottenuto dopo anni di tira e molla e stress psicologici a gogò.