Articolo

Il Qi Gong tibetano

Circa nell’VIII secolo d.C., la scuola del Buddhismo Tibetano approdò in Cina, intorno a Changan, allora capitale. Di questa scuola non rimase più traccia dopo l'anno 774. Ciò nonostante, la tecnica del Qi Gong tibetano buddhista (Mizong Qigong) è sopravvissuta e giunta sino a noi

Il Qi Gong tibetano

 

Storia del Qi Gong tibetano

Durante il cosiddetto ‘periodo repubblicano’ (1911 - 1948), i lama tibetani godevano di grande successo sia in Cina che in Europa, dove affascinavano i laici ricchi con le loro presunte ‘arti magiche’ grazie a dimostrazioni d’effetto. Sono molte le testimonianze dell’epoca, secondo le quali ricchi facoltosi bramavano per diventare discepoli dei lama, dopo aver assistito a guarigioni con le mani e a tecniche di lotta e resistenza fuori dal comune.

Alcuni testi tibetani riportano elementi di contaminazione tra Qi Gong e scuole buddhiste. Si trovano riferimenti a tecniche finalizzate all’espirazione di tossine o di blocchi spirituali, a metodi per la circolazione del respiro, all’assorbimento di prana (qi) dei cinque elementi. Si riscontra inoltre l’utilizzo dei movimenti di animali come tigre, tartaruga o leone, finalizzati a convogliare l'energia interna.

Queste tecniche erano popolari nelle regioni tra il Tibet e la Cina. Molte le contaminazioni nelle zone di confine che hanno prodotto metodi sino-tibetani unici, sia nel combattimento sia nelle forme di coltivazione dell’energia.

Dopo il Comunismo, le relazioni tra Cina e Tibet non furono delle più amichevoli e questi scambi culturali vennero resi assai difficili dopo il 1949. Nonostante questo, ancora oggi ci sono dei maestri di Qi Gong tibetano che reclamano un lignaggio di Mizong Qigong, inserendo inoltre tra le proprie attività antichi canti e mantra tibetani.

 

Caratteristiche del Qi Gong Tibetano

Il Qi Gong tibetano, conosciuto anche come “Qi Gong planetario”, è una forma incentrata su otto posture di origine ‘planetaria’, finalizzate alla preservazione dello stato di salute del praticante. In queste forme vengono utilizzati diversi organi del corpo durante diversi giorni della settimana. A questi sono inoltre correlati un pianeta e un elemento naturale.

Lo schema che viene seguito è pressappoco il seguente:

Sole – Domenica – Cuore/Occhi – Fuoco;

Luna – Lunedì – Cervello/Stomaco – Acqua;

Marte – Martedì – Sangue/Vescica Biliare – Fuoco;

Mercurio – Mercoledì – Polmone/Orecchie – Aria (Metallo);

Giove – Giovedì – Fegato/Colon – Legno;

Venere – Venerdì – Rene/Vescica – Acqua;

Saturno – Sabato Milza/Ossa – Terra.

 

Scopri anche chi è e cosa fa l'operatore di qi gong

 

Le posizioni del Qi Gong tibetano

La pratica del Qi Gong tibetano consiste in un numero di esercizi, in una specifica respirazione addominale e in una attitudine mentale che implica il controllo dell'attenzione. Si effettuano precisi movimenti del corpo volti a imitare le movenze degli animali (la tigre, l'orso, la scimmia, il cervo e l'oca selvatica). Questi movimenti servono a regolarizzare le funzioni della corteccia cerebrale, il sistema neurovegetativo e quello cardiovascolare. In aggiunta, consentono un massaggio degli organi addominali, attivando il controllo del corpo su sé stesso. Proviamo qui di seguito a fornire qualche semplicistico esempio.

La ‘Postura dell'Albero’ è la posizione di partenza. Serve a riequilibrare l’organismo. Si esegue in piedi, a gambe divaricate. Effettuata una completa distensione muscolare, si sposta indietro il bacino, scaricando la tensione delle ginocchia. La concentrazione si sofferma su punti precisi. È un esercizio che si svolge per dieci minuti, al mattino. Fondamentale, perché conduce ad altri esercizi.

Per attivare le funzioni cerebrali c’è la ‘Posizione della Luna’. Partendo dalla posizione dell’Albero, vengono portate le mani alle tempie, flettendo i gomiti. Si conclude riportando le mani ai fianchi. È un esercizio che va ripetuto per un ciclo. Attiva le funzioni cerebrali e quelle digestive.

Per i polmoni invece si utilizza la ‘Posizione di Mercurio’ o ‘dell’Aria’. Partendo sempre dalla postura base, con i gomiti stesi si allargano le braccia verso i fianchi all’altezza delle spalle e si piegano i polsi, con le dita verso il basso. Da effettuare al mattino, questo esercizio consente il rafforzamento delle difese immunitarie aspecifiche della pelle e delle mucose.

La ‘Posizione di Venere’ o ‘dell’Acqua’ giova al rene. Tenendo le braccia stese verso il basso, leggermente distaccate dal busto, si compiono dei cerchi immaginari roteando i polsi. Questo serve a ristabilire il corretto fluire del sangue e dell’energia. Interviene sul sistema immunitario specifico.

La ‘Posizione del Sole’ o ‘del Fuoco’ lavora sul cuore. Con il volto verso Est, si piegano i gomiti e le braccia, tenendole vicine al torace, con i palmi delle mani verso l’esterno. È un esercizio che giova alla circolazione e aiuta la sensibilità e l’apertura verso il prossimo. È detto anche ‘esercizio della compassione’.

Sempre sul sangue è attiva la ‘Posizione di Marte’. Qui la faccia è rivolta a ovest, portando le braccia dietro verso la schiena e le gambe verso i glutei, compiendo delle rotazioni dall’alto verso il basso e da destra verso sinistra. Si utilizza questo esercizio per problemi emotivi e disfunzioni mestruali. Il fegato è l’organo di Giove. La posizione si realizza con le gambe ben divaricate e le braccia raccolte in cerchio. Immaginate di abbracciare una sfera. Durante questo esercizio viene richiesta particolare concentrazione. Dura 15 minuti ed è indicato a chi soffre di cefalee.

L’ultimo esercizio è quello relativo alla ‘Posizione di Saturno’, efficace su milza e ossa. Le gambe sono sempre molto divaricate e il bacino flesso verso il basso. Le braccia vengono piegate in avanti e la mani con le palme in alto. Questo esercizio rinvigorisce i muscoli, i connettivi e l'apparato osteoarticolare.

Il Qi Gong tibetano necessita di anni di esercizio sotto la guida un maestro.

Immagine | 38260968