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Punti sul vivo. Gli aghi e l’agopuntura

Nel pagliaio delle medicine alternative, sempre più persone ricercano il beneficio del proverbiale ago. Ma ci si può fidare? Vediamo insieme varie questioni, dalla sterilizzazione dell’ago alla formazione dei medici agopuntori

Punti sul vivo. Gli aghi e l’agopuntura

Gli italiani e gli aghi di agopuntura

Secondo dati riportati online dall'Associazione Italiana Agopuntura, sarebbero circa 6 milioni gli italiani che ogni anno ricorrono agli aghi di agopuntura per i motivi più disparati e, secondo i dati emersi da un recente incontro promosso dalla Società Italiana di Farmacognosia (Siphar), sarebbero circa 12 mila i medici agopuntori, numero che pone l'Italia al terzo posto dopo Cina e Giappone. Questo lascia intendere che gli italiani si fidano. In effetti, è opinione diffusa che le tecniche tradizionali della medicina tradizionale cinese non abbiano nessun effetto secondario sull’organismo e sono aperte a tutti gli individui di tutte le età. Anche l’agopuntura. E c’è da stare tranquilli: in Italia, possono praticare l'agopuntura solo medici e veterinari laureati. Chi la pratica senza questo requisito commette un atto illegale, punibile penalmente (sentenza della Corte di Cassazione, 1982). Chiunque è stato formato all'estero in Medicina, deve sostenere in Italia l'esame di Stato per poter esercitare l’agopuntura. In sostanza, almeno da noi, non ci si può improvvisare agopunturista. E altrove?

 

Agopuntori nel mondo

Viene stimato che in tutto il mondo, Cina esclusa, il numero di agopuntori superi di molto le 100 mila unità. La World Federation Acupuncture Society (WFAS) raggruppa oltre 80 associazioni di 42 Paesi. Nel 1976, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato pieno riconoscimento ai Centri Internazionali di Formazione in agopuntura. Questi si trovano solo a Shanghai, Nanchino, Pechino e in Corea. Recentemente, sono stati riconosciuti dei Corsi Europei di Formazione Avanzata in agopuntura-moxibustione in Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio e Italia.

Nel nostro paese questi sono promossi dall'AIAM (Associazione Italiana di Agopuntura-Moxibustione e Medicina Tradizionale Cinese) e dall’Istituto Paracelso che ha sedi a Venezia, Roma e Palermo. In altri paesi, purtroppo, non risultano precisi requisiti legali riguardo all'istruzione degli operatori, quindi chiunque può autoproclamarsi agopunturista, rendendo difficile discernere l'effettivo valore delle licenze e dell'istruzione degli agopunturisti.

 

Rischi legati agli aghi di agopuntura

Questo, a grandi linee, riguarda la formazione e la normativa sull’agopuntura. Ma un professionista certificato può anche commettere degli errori. Nessuno è perfetto, in fondo. E, trattandosi di aghi, qualcuno potrebbe preoccuparsi di alcuni rischi. Parlando di agopuntura, Patrick Woo, microbiologo dell’Università di Hong Kong, ha notato in un suo studio come, a partire dagli anni Settanta, si siano riscontrate infezioni relative all’uso di aghi infetti durante le sedute di agopuntura. Negli anni Settanta e Ottanta, si sono riscontrati nel mondo circa 50 casi di infezioni legate all’agopuntura.

 

La causa della maggior parte delle infezioni è relativa all’azione di batteri piogeni, in grado di provocare la formazione di un essudato infiammatorio. Una delle prime cause di queste infezioni è comunque la scarsa disinfezione della cute, che conduce anche ad artriti asettiche e ascessi. Sono state anche riscontrate, seppure in forma minore, malattie come endocardite, endoftalmite e meningite, dovute alla presenza costante di un batterio, lo Staphylokokkus aureus. Sono stati registrati anche casi più gravi, come contrazione di patologie come Epatite di tipo B e C e addirittura di HIV. Woo sostiene che esiste una relazione tra l’agopuntura e queste malattie. Nel 2009 è stato presentato un primo studio incentrato sulla trasmissione dello Staphylokokkus aureus, protagonista in negativo di casi di artrite settica e osteomielite, verificatesi successivamente a sedute di agopuntura.

Di parere contrario è la British Medical Acupuncture Society, che ha pubblicato i risultati di uno studio, concludendo che i rischi di effetti secondari gravi successivi a sedute di agopuntura stiano in un rapporto di 1 a 200.000. Secondo questa proporzione, l’agopuntura può ritenersi abbastanza sicura. Dello stesso parere è uno studio del National Institute of Health, che riporta che “gli effetti collaterali dell’agopuntura sono estremamente ridotti e sicuramente minori dei trattamenti convenzionali”. Vengono riportati anche dei casi di puntura profonda sul torace (con ingresso di aria) e collasso del polmone. A volte anche punture accidentali del cuore. Altre volte, si verificano delle rotture dell’ago. Sono casi molto gravi. Ma bisogna allargare il campo.

 

In effetti, tutti questi esempi sono molto circoscritti se pensiamo al numero di sedute che vanno a buon fine, senza nessun effetto secondario. In molti paesi, però non vengono effettuati dei controlli. Chiunque può definirsi un agopunturista. In altri paesi come il nostro, ripetiamo, bisogna avere delle qualifiche professionali serie, come medico o veterinario. Questo perché bisogna disporre di strumenti sterilizzati e di macchinari appositi per la sterilizzazione. L'ago dell'agopuntura, diversamente dal comune ago della siringa, è pieno, cioè non aspira nulla al suo interno e non raccoglie liquidi o sangue. Pertanto, l’ago utilizzato dall’agopunturista è uno strumento molto facile da sterilizzarsi.  Una volta utilizzato, l'ago viene lavato e poi trattato a calore secco o in autoclave, senza alcun problema. La sterilizzazione degli aghi di agopuntura avviene a 200-240 gradi, temperatura che uccide tutti i tipi batteri. Anche il virus dell'epatite non sopravvive per due ore a queste temperature e lo stesso vale per l’HIV. In autoclave, si ottengono risultati ottimi con tempi anche inferiori.

Di sovente, vengono utilizzati, per le sedute di agopuntura, degli aghi monouso o monopaziente. Sorge sempre il dubbio che poi, nella pratica, finito il corso, un agopunturista possa non mettere in pratica tali precauzioni. Un dato su tutti: l’Asia, patria dell’agopuntura, detiene il 75% dei malati cronici di epatite nel mondo. Non è un dato che di certo concerne solo il settore dell'agopuntura, ma va tenuto in considerazione.

 

Immagine | Fotopedia