Carenza di calcio: sintomi, cause, alimentazione

La carenza di calcio dipende da un processo di demineralizzazione dell’organismo e provoca dolori muscolari e scheletrici, debolezza, fragilità ossea e osteoporosi. Scopriamo meglio come curarla.

>  I sintomi della carenza di calcio

>  Le cause

>  Come integrare la carenza di calcio con l'alimentazione

 

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Osteoporosi

 

I sintomi della carenza di calcio

La carenza di calcio comporta sintomi ben precisi e riconoscibili: dolori muscolari e scheletrici, dolori alle estremità delle dita, all’avambraccio e alla zona lombare, crampi, debolezza, fragilità ossea che porta, in casi gravi, a particolari deformazioni e a osteoporosi, soprattutto nelle donne. 

La carenza di calcio si riconosce anche da piccoli segnali: la pelle diventa sempre più secca, le unghie sono fragili, si perdono i capelli e si formano carie ai denti.

Tra le altre sintomatologie di carenza di calcio si può riscontrare uno squilibrio dell’attività tiroidea, del fegato e dei reni, nonché insonnia e tachicardia.

 

Le cause della carenza di calcio

La carenza di calcio è strettamente connessa a un processo di demineralizzazione dell’organismo, per cui il corpo si avvia a uno stato acido, opposto a quello alcalino salutare e reso possibile dalla presenza di minerali importanti come appunto il calcio, il magnesio, il ferro, il potassio, il silicio, lo zolfo e il sodio.

Il calcio è, infatti, fondamentale per il bilanciamento del pH alcalino del sangue. Quando il corpo inizia ad essere carente di questi minerali alcalini importanti, inizia a prendere il calcio da dove lo trova disponibile: ossa, denti e altri organi.

In questo caso è importante che l’organismo venga rimineralizzato al più presto. Il calcio diminuisce per diverse cause, che possono essere connesse sia a un’alimentazione squilibrata, che ad altri fattori, come per esempio abuso di alcool, menopausa per le donne, anzianità, intolleranza o allergia al lattosio, uso di cortisone o diete a troppo alto contenuto di fibre.

 

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Carenza di calcio e alimentazione

Il fabbisogno giornaliero di calcio va dagli 800 ai 2500 milligrammi circa, a seconda dell’età. La questione più importante è dunque come fare per ovviare alla carenza di calcio, remineralizzando il sistema organismo.

Anzitutto bisogna evitare certi alimenti acidi, come ad esempio caffè, cioccolata, alcool, la maggior parte dei cereali e dei legumi, della frutta secca oleosa e dei semi, lo zucchero, le bevande gassate, la margarina, il latticini, alimenti cotti o lavorati industrialmente e la troppa carne, troppo pesce o troppe uova.

Contrariamente a quanto si possa pensare, non è infatti bevendo latte che si rimineralizza l’organismo: una dieta crudista è un ottimo sistema per riequilibrarlo. Frutta e verdura cruda sono infatti alimenti che rendono l’organismo alcalino.

Oltre a questi vi sono anche tuberi, alghe, germogli, fagioli di soja e derivati (tofu, tempeh), olio extra vergine d’oliva spremuto a freddo, tisane e infusi.

La vitamina D è altrettanto importante per facilitare l’assorbimento del calcio. La si trova in alimenti quali pesce (salmone, aringa e sgombro), uova, burro, formaggi. Inoltre 10/15 minuti di esposizione al sole due o tre volte a settimana sono sufficienti per farci avere la dose giornaliera necessaria di vitamina D, a patto di non essere filtrata da vetri o vestiti o ostacolata da cattive abitudini quali il fumo. Il 90% della vitamina D presente nell'organismo viene infatti prodotta in seguito all'esposizione ai raggi ultravioletti, detti UV.

 

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