Emicrania: sintomi, cause, tutti i rimedi

L'emicrania è un particolare tipo di cefalea che spesso interessa soltanto una metà del capo ed è accompagnata da altri sintomi anche piuttosto spiacevoli, come sensibilità alla luce e ai rumori, nausea, vomito, necessità di stare al buio e in silenzio. Vediamo come prevenirla, come curarla e che ruolo hanno l’alimentazione e lo stile di vita.

emicrania

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Cos’è l’emicrania

L'emicrania è un particolare tipo di cefalea che spesso interessa soltanto una metà del capo ed è accompagnata da altri sintomi anche piuttosto spiacevoli, come sensibilità alla luce e ai rumori, nausea, vomito, necessità di stare al buio e in silenzio.

 

“L'emicrania è una patologia neurologica cronica molto diffusa nel mondo. Si calcola che in Europa ne siano affetti circa 130 milioni di individui”, sottolinea la dottoressa Maria Pia Prudenzano, neurologa, responsabile del Centro cefalee – Clinica Neurologica "L. Amaducci" presso l’azienda ospedaliero-universitaria consorziale Policlinico di Bari e referente della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC)

 

“Colpisce tutte le età ed entrambi i sessi, ma maggiormente le donne di età inferiore ai 50 anni in cui è al primo posto fra le patologie in grado di causare disabilità. Per la sua maggiore prevalenza nelle donne, l'emicrania viene considerata una patologia di genere”.

 

Emicrania e mal di testa: differenze

La grande famiglia del mal di testa comprende sia l’emicrania, sia la comune cefalea tensiva, sia altri disturbi meno diffusi come la cefalea a grappolo. Vediamo quindi che differenza c'è tra emicrania e mal di testa.

 

Di norma, l’emicrania dura di più rispetto alla comune cefalea tensiva ed è più probabile che sia accompagnata da nausea, vomito, sensibilità aumentata a luci e rumori, alterazioni visive. Solo di rado la cefalea tensiva si accompagna ad altri disturbi. Una delle differenze più evidenti sta inoltre nella localizzazione: mentre la cefalea tensiva di solito coinvolge entrambi i lati della testa, il dolore dell’emicrania nella maggior parte dei casi è unilaterale. 

 

Tipologie di emicrania 

L’emicrania si distingue di solito in due tipologie principali:

  • Emicrania senza aura. Il dolore è pulsante, frequentemente limitato a un solo lato del capo e aumentato da sforzi fisici anche modesti.
  • Emicrania con aura. Si differenzia dalla precedente soprattutto perché il dolore è preceduto da vari disturbi caratteristici, complessivamente chiamati "aura": il paziente avverte delle figure luminose, altre volte compaiono fastidi come formicolio a un braccio. Poi, nel giro di 60 minuti, compare l'attacco doloroso.  

 

Le cause 

A cosa è dovuta l'emicrania? "Alla base non c'è un'unica causa. In questi casi, si parla di malattia a etiopatogenesi multifattoriale”, risponde la dottoressa Maria Pia Prudenzano. “C'è sicuramente una predisposizione genetica, infatti in genere in una stessa famiglia l'emicrania si può manifestare in diversi individui". 

 

"Su questa predisposizione genetica agiscono fattori interni ed esterni all'organismo. Per esempio le naturali fluttuazioni ormonali legate al ciclo mestruale favoriscono l'emicrania. Non a caso molte donne riferiscono che l'esordio dell'emicrania risale all'epoca del menarca. Anche fattori esterni come alterazioni dei ritmi circadiani, stress, alimenti, farmaci, eccessivo uso di caffeina possono modificare l'andamento naturale dell'emicrania”.

 

I sintomi

Vediamo ora più nello specifico quali sono i sintomi dell'emicrania. Di norma si possono distinguere tre fasi: si inizia infatti con una fase prodromica, per poi passare all’attacco doloroso vero e proprio, seguito da una fase debilitante. 

 

La fase prodromica inizia un paio di giorni prima dell’attacco ed è caratterizzata da: 

  • irritabilità;
  • lampi di luce, punti o linee nella visione (la cosiddetta aura); 
  • formicolii a braccia e gambe; 
  • rigidità muscolare;  
  • difficoltà nel linguaggio.

 

L’attacco invece si manifesta con:

  • dolore pulsante o lancinante su uno o entrambi i lati della testa;
  • sensazione di nausea, fino ad arrivare al vomito;
  • eccessiva sensibilità alla luce e ai rumori, che spinge a volersi chiudere in una stanza al buio e in silenzio, magari a letto;
  • vertigini;
  • nervosismo, confusione, agitazione; 
  • brividi; 
  • sudorazione. 

Al termine dell’attacco, la persona di norma si sente affaticata, debole, inappetente.

 

Emicrania con aura

Come già anticipato, l'emicrania con aura si caratterizza per l’insorgenza di disturbi neurologici focali, noti appunto come “aura”. Solitamente interessano la visione: la persona infatti vede nel proprio campo visivo luci lampeggianti, linee ondulate e punti ciechi. Di solito l’aura si verifica poco prima dell’insorgenza del mal di testa vero e proprio e può durare da pochi minuti fino a un’ora.

 

Quanto dura l’attacco di emicrania 

Un attacco di emicrania dura dalle 4 alle 72 ore. Quando una persona ha l’emicrania per 15 giorni o più nell’arco di un mese, per tre mesi consecutivi, si parla di emicrania cronica.

 

Prevenzione

Ci sono metodi per prevenire l’emicrania? “Non possiamo agire sulla predisposizione genetica né sul sesso”, chiarisce la neurologa Maria Pia Prudenzano. “Non si possono neanche impedire le naturali fluttuazioni ormonali del ciclo mestruale, con le dovute eccezioni: la gravidanza – che per molte donne, non tutte, rappresenta una vera e propria vacanza dall'emicrania – e l'uso della pillola a ciclo continuo che però ha delle indicazioni ginecologiche ben precise e limitate a casi specifici”. 

 

“Pertanto, se la donna presenta una crisi di emicrania in fase perimestruale od ovulatoria possiamo prescrivere una terapia sintomatica specifica, efficace e ben tollerata che riduca al minimo la durata e l'intensità del dolore e dei sintomi associati. Possiamo anche prescrivere dei cicli brevi di terapia preventiva che coprano il periodo in cui si verificano con maggiore frequenza gli attacchi”. 

 

“Se nella valutazione della paziente vengono rilevati errori nell'alimentazione (come per esempio un uso eccessivo di caffeina) o nello stile di vita (troppo sonno, poco sonno, ritmi biologici alterati) possiamo apportare le correzioni del caso per prevenire la ricorrenza degli attacchi e se gli attacchi si distribuiscono in maniera non prevedibile nel corso del mese, abbiamo a disposizione terapie molto efficaci in grado di ridurne la frequenza e l'intensità e quindi prevenire gli attacchi”, continua.

 

Alimentazione e rimedi naturali

Per le persone che soffrono di emicranie frequenti, soprattutto legate allo stress, può essere utile adottare delle tecniche di respirazione, sperimentare la meditazione oppure praticare discipline come lo yoga. Anche una moderata ma regolare attività fisica può essere di grande aiuto per scaricare la tensione.

 

Anche l’alimentazione può influire sull’emicrania, spiega la dottoressa Maria Pia Prudenzano. “Molti cibi conservati contengono sostanze che possono avere un'azione vasodilatatrice (nitriti e nitrati). Alcuni esaltatori di sapidità utilizzati nella cucina orientale (glutammato) sono responsabili dello scatenamento di crisi emicraniche note come ‘sindrome da ristorante cinese’. Alcuni vini contenenti solfiti, alcuni tipi di formaggio stagionato (contenenti tiramina), vegetali contenenti istamina come il pomodoro possono scatenare un attacco in alcuni soggetti emicranici”. 

 

“L'elenco sarebbe lungo ma oggi si tende a dare meno peso al singolo fattore alimentare, ritenendo più importante il tipo di alimentazione”, precisa la neurologa. “Ad esempio, un'alimentazione ricca di zuccheri semplici, di carboidrati raffinati e povera di fibre può peggiorare l'emicrania, soprattutto in soggetti con resistenza insulinica e predisposti al diabete”. 

 

“Anche un'alimentazione eccessiva ha il medesimo effetto peggiorativo, infatti il sovrappeso e l'obesità sono documentati fattori di rischio per la cronicizzazione dell'emicrania. Un'alimentazione sana può invece aiutare a ridurre il rischio di peggioramento dell'emicrania, anche se in genere non è sufficiente a prevenirla”.

 

Il trattamento 

Per effettuare una corretta diagnosi di emicrania, si parta da un'analisi dei sintomi riportati direttamente dal paziente. In particolare, si cercherà di capire l'intensità, la durata e la frequenza dei dolori e se questi impediscono o meno lo svolgersi delle normali attività quotidiane.

 

In alcuni casi, il medico potrà richiedere la compilazione del cosiddetto diario del mal di testa: un vero e proprio registro dove annotare per un tempo variabile gli andamenti degli attacchi di emicrania. 

 

L'analisi dei sintomi è sempre accompagnata anche da un esame obiettivo per individuare le cause dell'emicrania. Questo prevede controlli della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca, dei muscoli cervicali, dell'articolazioni mandibolari e della vista. Solo in alcuni casi si ricorre alla TAC, alla risonanza magnetica e all'elettroencefalogramma, sempre per escludere altre patologie.

 

L’emicrania non può essere curata, bensì controllata. Per tenere sotto controllo i sintomi, si possono usare farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o paracetamolo per controllare il dolore, anche associati a un triptano o ad analgesici che contengono caffeina, oppioidi o barbiturici. Se la loro assunzione diventa troppo frequente, però, può rivelarsi controproducente perché scatena le cosiddette cefalee da abuso di farmaci. 

 

In caso di emicrania grave, il medico può prescrivere farmaci che bloccano i sintomi sul nascere, tra cui triptani, ditani, gepanti, diidroergotamina. In alcuni casi, possono tornare utili anche gli antiemetici.