Celiachia, sintomi, cause e trattamento

La celiachia è un’affezione che colpisce la mucosa dell’intestino tenue e si scatena quando una persona geneticamente predisposta assume alimenti che contengono glutine, per esempio quelli a base di grano, segale, orzo o avena.

celiachia

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Glutine: cos'è e dove si trova

Il glutine è un complesso alimentare, costituito prevalentemente da proteine, contenuto in moltissimi alimenti, principalmente grano, orzo, segale, kamut, farro. 

 

Quando la farina contenente glutine viene mescolata con acqua, le sue proteine formano una rete elastica che cattura le bolle di anidride carbonica prodotte durante la fermentazione. Questo processo conferisce la consistenza spugnosa e la leggera consistenza alveolare del pane e di altri prodotti da forno.

 

Questo composto è formato principalmente da due frazioni: le prolamine (solubili in alcool) e le gluteline (non solubili). A seconda del cereale, esse assumono diverse denominazioni: nel caso del grano per esempio si chiamano gliadine e glutenine

 

Il glutine, di per sé, non è tossico né dannoso: può far parte della dieta senza alcun problema e – al contrario di quanto sostengono le numerose fake news in merito – non fa ingrassare. Diventa nocivo soltanto per le persone con celiachia diagnosticata o intolleranza al glutine non celiaca (NCGS). 

 

Celiachia: l'intolleranza al glutine

La celiachia è una malattia autoimmune cronica in cui l’organismo reagisce negativamente alle prolamine del glutine. Tanto più è alto il contenuto di prolamine e gluteline, tanto più il sistema immunitario reagisce e si attiva contro l’epitelio intestinale.

 

Così facendo si danneggiano i villi intestinali, protrusioni a forma di dito presenti nell'intestino tenue che hanno il compito di assorbire i nutrienti dai cibi. Questo provoca due conseguenze principali: 

  • Compromette l’assorbimento dei nutrienti, con possibili problemi di malnutrizione;
  • scatena manifestazioni cliniche che sono molto variabili a seconda dell’individuo ma, di norma, includono diarrea, gonfiore, dolori addominali.

 

Si parla invece di sensibilità al glutine non celiaca quando, pur in assenza di una diagnosi di celiachia o allergia al grano, il paziente manifesta sintomi simili a quelli della malattia celiaca e trae beneficio da una dieta priva di glutine.

 

"Al 31 dicembre 2021 il numero dei pazienti effettivamente diagnosticati è 241.729 ma la prevalenza stimata di questa patologia è l’1% della popolazione italiana. Il numero teorico complessivo dei celiaci sarebbe quindi pari a 600mila persone circa, dei quali circa 400mila ad oggi non è ancora consapevole di essere celiaco", spiega il dottor Marco Silano, coordinatore del board scientifico AIC (Associazione Italiana Celiachia), primo ricercatore e direttore del Reparto di alimentazione, nutrizione e salute presso il dipartimento di Sicurezza alimentare, nutrizione e salute dell’Istituto superiore di sanità.

 

"In Italia e nel mondo, il numero delle diagnosi di celiachia è in continua crescita. Questo fenomeno è attribuibile ad una maggior consapevolezza e conoscenza della patologia da parte della classe medica e alla disponibilità di test diagnostici sempre più sensibili e specifici, e nel contempo meno invasivi", continua.

 

"Tuttavia, solo il 40% dei pazienti ha una diagnosi e può accedere alle cure", sottolinea il dottor Silano. "Non dimentichiamo mai che un celiaco non diagnosticato si espone al rischio di complicanze anche molto gravi, vedendo peggiorata la propria salute e la qualità della vita, oltre a gravare sulla sanità pubblica: fare diagnosi è quindi una forma di prevenzione secondaria molto importante". 

 

Celiachia nei bambini

La celiachia di norma insorge durante l’infanzia, fra i sei mesi e i 12 anni. Per i bambini più piccoli, è molto frequente che i sintomi della celiachia siano:

  • Vomito;
  • diarrea persistente o stipsi,
  • gonfiore e dolore addominale;
  • addome disteso. 


Oltre a questi, ci sono altri sintomi non gastrointestinali come:

  • Irritabilità;
  • stomatite aftosa;
  • dimagrimento;
  • scarsa crescita;
  • bassa statura;
  • eruzioni cutanee;
  • anemia;
  • alterazioni nei valori degli esami del sangue.

 

Di fronte a simili anomalie, la prima cosa da fare è consultare il pediatra che, se lo ritiene opportuno, invierà il piccolo paziente da un gastroenterologo. Prendere l’iniziativa di eliminare il glutine dalla dieta, in assenza di una precisa indicazione medica, può essere un passo falso che ritarda la diagnosi.

 

Il bambino celiaco può avere un’ottima qualità della vita, a patto di seguire una dieta priva di glutine, senza alcuna eccezione. I genitori devono assicurarsi che, in tutte le occasioni sociali (scuola, feste di compleanno ecc.), chi prepara gli alimenti sia adeguatamente informato; dall’altro lato, hanno il compito di aiutare il bambino ad accettare questa sua condizione senza vergognarsene né sentirsi discriminato.

 

Le cause

La celiachia è una malattia autoimmune: ciò significa che non è scatenata da un’infezione batterica o virale, ma è lo stesso sistema immunitario ad attivarsi contro la mucosa intestinale quando la persona ingerisce il glutine. 

 

Non è ancora ben chiaro il motivo per cui questo accade: è stata riscontrata una predisposizione genetica, presumibilmente unita a una sollecitazione particolare del sistema immunitario, dovuta per esempio a un virus (come il rotavirus, causa frequente di gastroenteriti nell’età pediatrica), un agente chimico o fisico. La celiachia è irreversibile

 

Spesso la celiachia coesiste con altre malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1 e la tiroidite di Hashimoto.

 

I sintomi

Come capire se si soffre di celiachia? Le manifestazioni possono essere diverse, e variare a seconda della persona o dell'età. Per gli adulti i sintomi della celiachia riguardano innanzitutto l’apparato digerente, con:

  • diarrea cronica, stipsi o alternanza tra le due;
  • nausea e vomito;
  • scarso appetito;
  • dolori addominali;
  • meteorismo.

 

A lungo andare, se non si inizia a mangiare senza glutine, il malassorbimento dei nutrienti comporta anche sintomi come:

  • Stanchezza, affaticamento; 
  • irritabilità;
  • anemia;
  • amenorrea (assenza di mestruazioni);
  • malessere;
  • cefalea;
  • dolori muscolari e articolari;
  • caduta dei capelli.

 

La celiachia comporta anche sintomi alla pelle, con vescicole sierose e pruriginose su ginocchia, gomiti, volto, nuca e natiche. Se grattate, sanguinano e lasciano delle croste, peggiorando la situazione. Questa condizione prende il nome di dermatite erpetiforme, perché ricorda l’herpes

 

Esistono anche casi di celiachia silente. Essa non porta sintomi visibili, il che rende più difficile la diagnosi. Questo però non indica che la patologia non stia mietendo comunque i suoi effetti, danneggiando i villi intestinali con potenziali conseguenze a lungo termine

 

Gli esami e la diagnosi

Per la diagnosi ci si rivolge innanzitutto al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta che, dopo l’anamnesi e l’esame obiettivo, prescrivono alcuni test per la celiachia, cioè esami del sangue che individuano gli anticorpi della celiachia

 

In caso di positività, di norma di esegue una biopsia dei villi intestinali in gastroscopia: trattandosi di un esame invasivo, è il gastroenterologo a stabilire se è necessario.

 

Esistono anche dei test per la celiachia che si acquistano in farmacia, sono più rapidi e richiedono semplicemente di pungere il dito e far uscire poche gocce di sangue. La loro accuratezza tuttavia ha dei limiti, quindi possono essere utili semmai come screening, non certo per avere una diagnosi certa di celiachia.

 

La dieta gluten free

Non esiste una terapia per la celiachia: l’unico modo per evitare sintomi e complicanze è quello di escludere dalla propria dieta tutti gli alimenti che contengono glutine, per tutta la vita. Ricordiamo che il glutine non è una proteina fondamentale nella nostra alimentazione e che eliminarlo non crea squilibri nutrizionali.

 

Dunque, cosa non si può mangiare se si è celiaci?
Tutto ciò che contiene farina di:

 

Tra i cibi che contengono glutine ricordiamo: pane bianco, pane di segale e integrale, grissini, fette biscottate, crackers confezionati con farina di frumento, pasta, semolino, fiocchi di avena, orzo, gnocchi di farina, birra, cioccolata calda ispessita con farina. Inoltre, fritture farinate o confezionate con pane grattato, prodotti pronti liofilizzati e gelati industriali possono contenerne glutine in percentuali variabili.

 

Attenzione alle contaminazioni 

Si parla di contaminazione quando un prodotto di per sé è privo di glutine ma, durante la sua lavorazione, è entrato involontariamente a contatto con farine contenenti glutine e ne presenta quindi delle tracce

 

È il motivo per cui, ad esempio, alcune pizzerie non offrono nel loro menu pizze senza glutine: per garantire l’assenza di contaminazione non è sufficiente impiegare una farina gluten free, ma bisogna anche impastarla in un ambiente diverso e cucinare la pizza in un forno dedicato

 

Una persona celiaca, anche adottando tutte le precauzioni del caso, inevitabilmente assume piccole tracce di glutine in questo modo. Secondo la letteratura scientifica, i danni si riscontrano a partire da 10 ppm (parti per milione) al giorno.

 

Ma come mai è così importante evitare contaminazioni, anche in assenza di sintomi visibili? Risponde il dottor Marco Silano, coordinatore del board scientifico AIC: "L’unica cura nota per le persone celiache è la rigorosa esclusione del glutine dalla propria dieta per tutta la vita".

 

"Oltre all’esclusione dei cereali contenenti glutine, dei prodotti da questi derivati (pasta, pane, biscotti, ecc.) e di tutti quegli alimenti che contengono glutine tra gli ingredienti, è necessario escludere anche piccoli quantitativi di glutine che possono essere presenti a causa delle cosiddette contaminazioni accidentali. Una contaminazione è l’aggiunta involontaria di minimi quantitativi di ingredienti contenenti glutine al prodotto alimentare causata da eventi accidentali o comunque non voluti e, pertanto, non controllabili".

 

"Non c’è differenza tra pazienti sintomatici e asintomatici: non si è 'più o meno celiaci' e non esistono 'livelli più o meno gravi di celiachia'. Indipendentemente dai sintomi il danno è sempre presente se si assume glutine, anche attraverso una contaminazione accidentale", sottolinea. 

 

Cibi naturalmente senza glutine

Vi sono molti cereali assolutamente privi di glutine, come;

 

Sono naturalmente senza glutine, inoltre:

 

Gli alimenti per celiaci

In commercio esistono ormai diverse tipologie di pane, pasta e prodotti da forno fatti con farine prive di glutine. È bene inoltre che la persona celiaca ponga grande attenzione a tutti quegli alimenti confezionati che contengono piccole quantità di farina, come per esempio i cibi impanati, alcuni salumi, i dolci al cucchiaio ecc.

 

Per essere certi di non mettersi involontariamente a rischio, è bene cercare il marchio della spiga barrata: esso infatti viene rilasciato soltanto a quei prodotti che, oltre a non contenere glutine, sono realizzati in stabilimenti che eliminano le possibili contaminazioni.

 

L'Associazione italiana celiachia

L’Associazione italiana celiachia (AIC) è un punto di riferimento per le persone celiache, perché svolge una fondamentale opera di informazione, consapevolezza e rappresentanza, interagendo con le istituzioni politiche, i media, le aziende e la classe medica.

Tre le sue finalità principali:

  1. Promuovere la conoscenza della terapia senza glutine e l’educazione alimentare, anche attraverso il marchio Spiga barrata; 
  2. sostenere la ricerca scientifica con progetti dedicati alla genetica, immunologia, prevenzione e terapia di celiachia, dermatite erpetiforme e altre patologie correlate al glutine;
  3. informare correttamente e sensibilizzare l’opinione pubblica, i media e la classe medica per abbattere gli stereotipi legati alla celiachia.

 

Tra le risorse utili c’è il Prontuario degli alimenti senza glutine, disponibile per gli iscritti in versione cartacea, digitale o per smartphone.

 

Oggi censisce circa 20mila alimenti messi sul mercato da una cinquantina di aziende diverse. Come ulteriore forma di garanzia, l’AIC periodicamente svolge controlli a campione per accertare che il loro contenuto di glutine sia sempre inferiore a 20 ppm (cioè 20 milligrammi per chilogrammo) e quindi non costituisca un rischio.