Carenza di vitamina C: sintomi, cause, alimentazione

La carenza di vitamina C comporta sintomi come stanchezza, affaticamento, e maggiore predisposizione alle infezioni, e può dipendere, ad esempio, da una dieta sbilanciata.

La carenza di vitamina C comporta sintomi come stanchezza, affaticamento, e maggiore predisposizione alle infezioni, e può dipendere, ad esempio, da una dieta sbilanciata

Le cause, le conseguenze e gli alimenti adatti ad integrarla.
 

 

 

I sintomi della carenza di vitamina C 

La vitamina C (acido ascorbico) è una vitamina idrosolubile, indispensabile all’organismo per sintetizzare il collagene, sostanza in grado di fortificare le ossa, la cartilagine, i muscoli e i vasi sanguigni e favorisce l’assorbimento del ferro.

La carenza di vitamina C comporta sintomi come stanchezza, affaticamento, inappetenza, dolori muscolari e maggiore predisposizione alle infezioni. I primi organi a risentirne sono le ossa, la cartilagine e il tessuto connettivo. Possono comparire anche disturbi gengivali: le gengive fanno male e presentano emorragie, in alcuni casi anche ulcere, fino a causare la perdita dei denti.

La carenza di vitamina C è connessa anche a una particolare patologia chiamata scorbuto. Si tratta di un difetto di formazione del collagene che comporta l’indebolimento delle ossa  e delle cartilagini, dei denti e dei tessuti connettivi, con conseguente indolenzimento e degenerazione, in alcuni casi anche anemia e febbre.

Altri sintomi caratteristici di carenza da vitamina C possono essere respiro corto, cattiva digestione, capelli fragili o che si spezzano, problemi alla pelle, indebolimento dello smalto, facilità alla formazione di ematomi.

 

Le cause della carenza di vitamina C

Tra le cause principali di carenza di vitamina C ci può essere la carenza di alcuni alimenti a seguito di diete sbilanciate. Una carenza di vitamina C si può anche verificare a seguito di malattie come ulcere o malattie infiammatorie più o meno gravi, interventi chirurgici, ustioni. La gravidanza e l'allattamento aumentano il fabbisogno di vitamina C.

Sintomi come diarrea, l'eccesso di calore o di freddo, l’aumento della diuresi comportano un’eliminazione o un consumo più consistenti di vitamina C. Fumo, stress, febbre alta possono ridurre la capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C. Inoltre quantità d’acqua eccessive ne impoveriscono le riserve organiche. I contraccettivi orali e l’aspirina spesso ne riducono l'assorbimento. La cottura dei cibi può distruggere ugualmente la vitamina C contenuta negli stessi.

 

Carenza di vitamina C e alimentazione

Le fonti alimentari della vitamina C sono soprattutto frutta e verdura fresche, in particolare gli agrumi come le arance. Altre fonti alimentari, utili per sopperire alle carenze, oltre alle arance e agli agrumi, ci sono: i frutti di bosco, il melone, l’anguria, i kiwi; i peperoni, gli asparagi, le cime di rapa, i broccoli, i cavoli e cavolfiori, le patate, gli spinaci e i pomodori tra la verdura.

La vitamina C è una vitamina molto labile, e viene distrutta dalla cottura, dalla conservazione, dall'esposizione all'aria e alla luce, ecco perché è fondamentale consumare gli alimenti freschi. Quanto più freschi e meno cotti sono infatti gli alimenti, maggiore è la quantità di vitamina contenuta.

Tra i metodi di cottura da preferire ricordiamo il forno a microonde, il vapore e la frittura rapida. I peperoni dolci possono essere conservati per circa tre settimane con una perdita minima. Tra gli alimenti che lo contengono di più ci sono i kiwi: quantità di 500 mg di vitamina C è contenuta in 6 kiwi.

 

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