Artrite, sintomi, cause e trattamento

Non esiste una sola forma di artrite e le cause, così come le cure, possono essere diversificate e più o meno risolutive. La diagnosi tempestiva è sempre lo strumento migliore per approcciarsi a questa patologia nel modo più corretto.

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Artrite, cos’è

L'artrite si manifesta come un'infiammazione a carico delle articolazioni, con dolore a livello dei polsi e delle piccole articolazioni delle mani e dei piedi, oltre a rigidità al risveglio per più di 30 minuti. 

 

La malattia infiammatoria si distingue, in base al decorso, in artrite acuta o artrite cronica. Nel primo caso, è provocata da stati infiammatori, lesioni o infezioni, si manifesta improvvisamente e dura alcuni giorni o settimane. Nel secondo caso, è legata a condizioni autoimmuni o a processi degenerativi e persiste per periodi prolungati, o addirittura a vita.

 

Artrosi e artrite

Esiste una profonda differenza tra artrosi e artrite, spesso erroneamente confuse. L'artrosi, che in ambiente anglosassone definita osteoartrite, presenta una componente infiammatoria, ma non è un processo morboso infiammatorio, bensì una malattia degenerativa a carattere cronico caratterizzata da alterazioni della cartilagine delle articolazioni sinoviali poiché colpisce i condrociti, le cellule che costituiscono la cartilagine. L'artrosi insorge soprattutto dopo i 50 anni

 

Le cause

Le cause scatenanti dell'artrite possono essere diverse. La patologia, infatti, può:

  • essere di natura infettiva;
  • dipendere da traumi più o meno prolungati;
  • avere un'origine reumatica;
  • essere una malattia autoimmune;
  • derivare da una malattia metabolica;
  • dipendere da farmaci (artrite idiopatica);
  • dipendere da patologie dei tessuti connettivi, come ad esempio il Lupus eritematoso sistemico.

 

Tendenzialmente, a seconda di cosa fa venire l’artrite deriverà una forma di artrite specifica, anche se poi le cause sono multifattoriali e complesse. Alle cause principali possono essere associati anche fattori di rischio:

  • predisposizione genetica;
  • sovrappeso e obesità;
  • fattori ambientali;
  • genere (le donne sono più propense a sviluppare artrite alle piccole articolazioni delle mani);
  • età (anziani e donne in post-menopausa sono i soggetti più a rischio).

 

I sintomi

I primi sintomi della malattia a comparire sono stanchezza, sensazione di malessere diffuso e inappetenza.

 

Quando poi il processo infiammatorio delle grandi o piccole articolazioni è acuto, possono comparire altri segnali quali la tumefazione, il dolore, il rossore e il calore al termo-tatto, fino ad arrivare all’impotenza funzionale.

 

A peggiorare questi sintomi sono spesso i carichi eccessivi o prolungati delle articolazioni, ma anche variazioni del tempo e della temperatura.

 

Vediamo ora nel dettaglio quali sono i sintomi di artrite.

Sintomi fisici:

  • dolore articolare;
  • rigidità delle articolazioni;
  • rumori articolari;
  • deformità;
  • tumefazione;
  • gonfiore;
  • stanchezza;
  • febbre;
  • gambe stanche e pesanti.

 
Sintomi psicologici e sociali:

  • ansia;
  • depressione;
  • senso di impotenza e di mancata autonomia;
  • tendenza all’isolamento;
  • peggioramento generale della qualità di vita.

 

Tipi di artrite

Esistono più di 100 tipologie di artrite, il cui comune denominatore è la presenza di un processo infiammatorio a livello articolare.

 

  • Artrite reumatoide: malattia infiammatoria e autoimmune che coinvolge tessuti e organi oltre alle articolazioni. Generalmente la malattia manifesta i suoi primordi fra i 40 e i 50 anni di età e le donne hanno una probabilità tre volte più alta di esserne colpite rispetto agli uomini.
  • Artrite settica: artrite secondaria a un’invasione dello spazio articolare da parte di microrganismi in grado di causare malattie (patogeni). In seguito all’invasione della membrana e del liquido sinoviale si verifica una risposta di tipo infiammatorio.
  • Spondiloartrite sieronegativa: più specifica della colonna vertebrale, si tratta di un gruppo di artriti infiammatorie di tipo cronico che insorgono in individui geneticamente predisposti. Sono dette sieronegative perché caratterizzate dall’assenza sierica di un anticorpo chiamato fattore reumatoide (FR), presente invece in gran quantità nella maggior parte dei soggetti affetti da artrite reumatoide. Le spondiloartriti sieronegative si suddividono in spondilite anchilosante, artrite reattiva come la sindrome di Reiter, artrite psoriasica e artrite enteropatica. Coinvolgono il liquido sinoviale presente nelle cavità articolari e le entesi, cioè le giunzioni di un tendine o legamento a un osso. Vediamole nella loro specificità.
  • Artrite reattiva, forma di artrite che può causare infiammazione alle articolazioni, agli occhi e all'uretra. Si sviluppa a breve distanza da un'infezione intestinale, urinaria o, meno frequentemente, della gola.
  • Artrite enteropatica: forma di artrite cronica, infiammatoria, associata alle malattie infettive croniche intestinali (MICI), soprattutto colite ulcerosa e morbo di Crohn. Colpisce soprattutto le articolazioni degli arti e la colonna vertebrale.
  • Spondilite anchilosante, malattia infiammatoria a lungo termine che colpisce principalmente ossa, muscoli e legamenti della colonna vertebrale e può dar luogo a rigidità e fusione delle articolazioni. Altre complicazioni possono includere gonfiore a tendini, occhi o grandi articolazioni.
  • Artrite secondaria: forma di artrite che può svilupparsi a seguito di un trauma articolare e che a volte può comparire molti anni dopo l’evento traumatico.
  • Fibromialgia, malattia che causa dolori a livello dei muscoli, dei legamenti e dei tendini.
  • Lupus, malattia autoimmune che può coinvolgere diversi organi e tessuti del corpo.
  • Gotta, tipo di artrite causato da livelli eccessivi di acido urico nel corpo che si accumula nelle articolazioni, con dolori intensi, arrossamento e gonfiore, spesso negli alluci.
  • Artrite psoriasica (AP): malattia infiammatoria cronica delle articolazioni, caratterizzata da dolore, gonfiore, calore, rigidità articolare, arrossamento, associata alla presenza di psoriasi cutanea (nel 75% dei casi) o alla familiarità per psoriasi. Le manifestazioni più caratteristiche dell’artrite psoriasica riguardano la mano o il piede: la dattilite, il cosiddetto dito a “salsicciotto”, con gonfiore omogeneo di un dito dovuto a infiammazione dei tendini e delle articolazioni del dito interessato e l’entesite, infiammazione del sito di inserzione dei tendini e dei legamenti.
  • Polimialgia reumatica: condizione che colpisce soprattutto individui sopra i 50 anni. Causa dolori e rigidità muscolari, generalmente nell’area delle spalle e delle parti superiori delle gambe. Può anche essere causa di infiammazione delle articolazioni
  • Artrite idiopatica giovanile: si tratta di un gruppo di malattie caratterizzate da infiammazione articolare che compare prima dei 16 anni di età e dura per almeno 6 settimane consecutive. L'artrite idiopatica giovanile può coinvolgere poche articolazioni (la cosiddetta artrite idiopatica giovanile oligoarticolare), oppure molte articolazioni (artrite idiopatica giovanile poliarticolare). Nella forma di artrite idiopatica giovanile sistemica l'artrite presenta sintomi generali importanti quali febbre alta persistente, eritema, ingrossamento dei linfonodi o di fegato/milza, pericardite. Altre forme di artrite idiopatica giovanile si manifestano con infiammazione dei punti di inserzione dei tendini o della colonna vertebrale nelle articolazioni sacroiliache.

 

L’artrite psorisiaca

L'artrite psoriasica è una forma di artrite autoimmune associata alla psoriasi, una malattia cronica della pelle caratterizzata da chiazze rosse e squamose. Le cause precise dell'artrite psoriasica non sono completamente comprese, ma si ritiene che a contribuire sia un mix di fattori genetici e ambientali.

 

I sintomi dell'artrite psoriasica possono variare notevolmente da persona a persona. Di norma, la malattia si manifesta con dolore e gonfiore alle articolazioni, rigidità mattutina, fatica e lesioni cutanee tipiche della psoriasi. In alcuni casi, l'artrite psoriasica può colpire anche altri organi, come gli occhi o il sistema cardiovascolare.

 

Il trattamento dell'artrite psoriasica è multifattoriale e mira a controllare l'infiammazione, alleviare il dolore e migliorare la funzionalità delle articolazioni. Sulla base della gravità dei sintomi, il medico può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs) e farmaci biologici. È parte integrante del trattamento anche la gestione della psoriasi cutanea mediante gli appositi farmaci a uso topico.

 

Anche la fisioterapia e l'esercizio fisico regolare possono contribuire a mantenere la mobilità e a rafforzare i muscoli circostanti le articolazioni colpite. In casi più gravi, quando il danno articolare è significativo, si può prendere in considerazione la chirurgia.

 

Artrite reumatoide

Le forme più gravi di artrite possono deformare le articolazioni, compromettendo la capacità di svolgere anche i più semplici compiti quotidiani. L'artrite può svilupparsi in persone di ogni età, anche nei bambini. Con il passare degli anni, se non riconosciuta e curata adeguatamente, l'infiammazione tende a peggiorare.

 

Nell’artrite reumatoide per esempio il sistema immunitario aggredisce alcune articolazioni, con dolore e gonfiore. I sintomi iniziali dell’artrite reumatoide coinvolgono la sinovia, il rivestimento esterno dell'articolazione, che viene colpita per prima.

 

Le articolazioni vengono generalmente interessate in maniera simmetrica e aggiuntiva: prima le piccole articolazioni come quelle di polsi, mani, piedi e caviglie, per poi estendersi con il passare del tempo a spalle, gomiti, ginocchia, anche al viso, colpendo la mandibola.

 

Coinvolge più di quattro articolazioni e, se non trattata o non reattiva ai trattamenti, può provocare erosioni ossee e deformità, con rischio di frattura. Possono poi svilupparsi complicazioni a carico di altri organi e tessuti dell'organismo, con fibrosi polmonare, sierositi, vasculiti, nodulosi cutanea e degli organi interni, episcleriti e scleriti, amiloidosi.

 

Esiste anche una forma di artrite reumatoide giovanile, con manifestazioni infiammatorie e rigidità articolare che colpisce bambini ed è considerata tale fino ai 16 anni di età. Viene distinta in:

  • pauciarticolare se colpite 4 articolazioni;
  • poliarticolare se colpite più di 4 articolazioni, più comunemente mani e piedi, spesso simmetrica;
  • sistemica con gonfiore e infiammazione delle articolazioni, anche febbre e rash cutaneo. Questo tipo di malattia colpisce anche organi interni, quali la milza, il fegato, il cuore, i linfonodi.

 
Le indagini per diagnosticare l’artrite reumatoide comprendono, emocromo per la ricerca del Fattore Reumatoide e degli anticorpi anti-CCP, anche il dosaggio degli indici di infiammazione (VES, PCR), ecografia, radiografia e RMN articolari.

 

Le cure per l’artrite reumatoide prevedono l’uso di immunosoppressori, cortisone a cicli nelle fasi più acute, e FANS per il controllo del dolore.
Nei soggetti con malattia particolarmente aggressiva è possibile utilizzare i farmaci biologici, anticorpi monoclonali o recettori che bloccano molecole dell'infiammazione.

 

La diagnosi

Quali sono i primi sintomi che devono far sospettare l’artrite? 
“I sintomi iniziali dell’artrite reumatoide sono rigidità, dolore e infiammazione solitamente delle piccole articolazioni, in modo simmetrico, di mani e piedi. Tali sintomi sono più presenti al risveglio e la rigidità può durare anche più di un’ora. Per sospettare la patologia bisogna che questi sintomi siano persistenti: se durano da più di 12 settimane il medico di medicina generale, che solitamente è il primo medico che consulta il paziente, lo indirizzerà allo specialista”.

 

A spiegarlo è il professor Enrico Tirri, Direttore dell’U.O di Reumatologia Ospedale del Mare e San Giovanni Bosco di Napoli, docente nella Scuola di specializzazione di Reumatologia dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e Consigliere nazionale della SIR (Società italiana di reumatologia).

 

“Diversa è l’artrite psorisiaca, chiamata così perché è associata alla psoriasi: circa il 30% dei pazienti con psoriasi può sviluppare un’artrite. L’artrite psoriasica è classificata tra le spondiloartriti sieronegative, patologie reumatiche che interessamento prevalentemente la colonna vertebrale. Clinicamente si manifesta, solitamente, con una lombalgia di tipo infiammatorio presente già a riposo e che migliora con il movimento, quindi consiglio di non trascurare un mal di schiena persistente”. 

 

“Anche le artriti infiammatorie colpiscono soggetti giovani in una fascia d’età compresa tra i 30 e i 50 anni.”

 

A questo punto, il medico deve effettuare la diagnosi. “Per l’artrite reumatoide, oltre all’anamnesi e all’esame clinico, ci sono alcuni test di laboratorio specifici come il fattore reumatoide e gli anticorpi anticitrullina, associati solitamente a un aumento degli indici di infiammazione”; continua Tirri. “Per le forme di spondiloartrite non ci sono test di laboratorio specifici per la malattia. L’anamnesi, l’esame clinico ed esami strumentali come radiografie dei distretti articolari interessati, ecografia articolare e RMN ci sono di aiuto per la diagnosi”.

 

Le cure

A oggi, non esiste ancora un trattamento definitivo per la cura dell’artrite, benché siano disponibili numerosi approcci terapeutici che permettono di tenere sotto controllo la progressione della malattia in maniera di gestirla e di arginare degenerazioni severe anche grazie a una diagnosi precoce. 

 

L’intento è di alleviare il dolore, di aumentare la mobilità e di migliorare le condizioni di vita di chi viene colpito da artrite. Si deve procedere a un approccio terapeutico multifattoriale, per poter vedere risultati incoraggianti. 

 

A seconda delle condizioni del paziente, lo specialista può prescrivere:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene, il naxoprene e il diclofenac, che contrastano febbre, dolore e infiammazione;
  • farmaci antireumatici modificanti l’andamento della malattia (DMARD) che non agiscono sul sintomo, ma rallentano il decorso della patologia;
  • corticosteroidi, per via orale o iniettati nell’articolazione o nel tessuto circostante;
  • farmaci biologici, se l’artrite è di origine autoimmune, perché interferiscono sulle parti del sistema immunitario che hanno provocato l’infiammazione; 
  • farmaci analgesici, tra cui gli oppioidi;
  • farmaci immunomodulatori, sempre per correggere le disfunzioni del sistema immunitario.

 

La fisioterapia 

Sebbene non esista una cura definitiva per l’artrite, è possibile gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita attraverso diverse strategie, tra cui la fisioterapia

 

Le specifiche tecniche adottate variano sulla base della tipologia di artrite e dell’area del corpo interessata: chi ha l’artrite alle gambe dovrà sottoporsi a manipolazioni ed esercizi totalmente diversi rispetto a chi ha l’artrite ai polsi. Volendo però tracciare alcune linee guida generali, possiamo dire che i benefici della fisioterapia per l’artrite sono i seguenti:

  • gli esercizi terapeutici mirati, i massaggi e le tecniche di mobilizzazione aiutano a ridurre l'infiammazione, la tensione muscolare e, di conseguenza, il dolore;
  • la fisioterapia mira a ripristinare la mobilità delle articolazioni, permettendo quindi al paziente di svolgere più facilmente le consuete attività quotidiane;
  • rafforzare i muscoli contribuisce a stabilizzare le articolazioni e prevenire ulteriori danni;
  • correggendo i difetti posturali, il fisioterapista aiuta il paziente ad alleviare il carico e la pressione sulle articolazioni;
  • durante le sedute di fisioterapia il paziente impara a gestire l'artrite nel quotidiano, per esempio mantenendo una posizione più comoda, sollevando oggetti pesanti senza sovraccaricare le articolazioni, evitando movimenti potenzialmente dannosi;
  • la fisioterapia può includere tecniche di rilassamento e strategie di gestione dello stress, preziose per recuperare il benessere emotivo messo a dura prova dalla malattia.

 

La prevenzione

Non c’è un metodo sicuro al 100% per evitare di sviluppare l’artrite: quello che si può fare è cercare di mantenere in salute le articolazioni, attraverso uno stile di vita sano e una regolare (ma non eccessiva) attività sportiva.

 

Non sovraccaricare le articolazioni è importantissimo, quindi è consigliato evitare di mangiare troppo, per tenere sotto controllo il peso e alleggerire l'apparato locomotore.

 

È essenziale anche nutrirsi di alimenti che favoriscano una buona funzione cardio-circolatoria. Una dieta equilibrata di base dovrebbe essere sufficiente per garantire l’apporto dei macro e micro nutrienti necessari; qualora si riscontrino carenze, il medico può consigliare degli integratori.

 

Gli omega-3 sono indispensabili ma anche assunti in combinazione con la glucosamina. Si tratta di un precursore di glicosaminoglicani, che è un costituente importante della cartilagine articolare.

 

I rimedi naturali per la sintomatologia

L’unico modo per contrastare l’artrite è rivolgersi a un reumatologo e seguire le terapie mediche e farmacologiche prescritte. Per alleviare la sintomatologia, è possibile farsi aiutare anche da alcuni rimedi naturali:

  • Aloe vera: contiene steroidi dalle proprietà antinfiammatorie ed è quindi di aiuto nei problemi osteoarticolari, come l'artrite, reumatismi e dolori articolari.
  • Artiglio del diavolo: ha un'azione analgesica e antinfiammatoria grazie agli Harpagosidi contenuti nella radice e può essere pertanto un coadiuvante in caso di tendiniti, artrosi, mal di schiena, mal di denti, cervicalgia e sciatica.
  • Spirea: la pianta svolge azione antinfiammatoria, analgesica e antipiretica, perché inibisce la sintesi delle prostaglandine (PGE2), responsabili del dolore e del processo infiammatorio dei tessuti. 
  • Boswellia: per le sue qualità antinfiammatorie, l'uso della boswellia migliora la fornitura di sangue per le articolazioni e ripristina l'integrità dei vasi indeboliti da spasmo. 
  • Fanghi: vengono usati per uso esterno per alleviare i sintomi di artrosi, dermatosi, gotta, lesioni e fratture, grazie all'azione antinfiammatoria e quella protettiva delle cartilagini.

 

Gli studi scientifici 

Abbiamo chiesto al professor Enrico Tirri di raccontarci brevemente quali sono i più recenti progressi scientifici per il trattamento dell’artrite. “I farmaci più innovativi sono quelli biotecnologici ed antiJak. Colpiscono l’infiammazione in modo selettivo modificando la storia naturale della malattia: attraverso queste molecole, possiamo più facilmente ottenere la remissione della malattia e controllare meglio la progressione del danno articolare”.

 

Le malattie reumatiche

L’artrite, nelle sue diverse tipologie, fa parte della famiglia delle malattie reumatiche, cioè disturbi che coinvolgono principalmente le articolazioni, i muscoli, i tendini e i legamenti. Queste condizioni possono manifestarsi in molteplici forme, le più comuni delle quali sono:

  • Lupus eritematoso sistemico (LES);
  • artrosi (detta anche osteoartrite);
  • gotta;
  • sindrome di Sjögren;
  • polimialgia reumatica;
  • fibromialgia;
  • malattia di Lyme. 

 

Ciascuna di queste malattie ha le sue caratteristiche specifiche, ma di norma i sintomi comuni sono dolore, rigidità e gonfiore delle articolazioni, con una notevole limitazione della mobilità del paziente.

 

Le malattie reumatiche possono essere di natura autoimmune, cioè causate dal sistema immunitario che attacca erroneamente i tessuti sani, oppure degenerative. Della prima categoria fa parte per esempio il lupus, mentre nella seconda categoria rientra l’osteoartrite.

 

La gestione di queste patologie richiede un approccio multidisciplinare che comprende terapie farmacologiche, fisioterapia, modifiche dello stile di vita e, in alcuni casi, interventi chirurgici.