Teorie del Sonno, quante e quali sono

Il sonno e la sua natura hanno da sempre attratto l'interesse, non solo di ricercatori scientifici, ma anche di grandi pensatori e filosofi. Sono numerose infatti le teorie del sonno formulate dagli studiosi per comprendere quali sono le funzioni del sonno. Scopriamole meglio.

Sonno

 

 

Perché si dorme?

È il quesito a cui non è stata fornita ancora una risposta univoca e forse nemmeno esiste! Certo è che il sonno, e la sua natura, ha da sempre rappresentato un grande punto di domanda, ha smosso la curiosità e l’interesse non solo di ricercatori scientifici, ma anche di grandi pensatori e filosofi.

Aristotele in “De Somno et Vigilia” aveva teorizzato che "in realtà si produce il sonno quando l’elemento corporeo viene trascinato in alto dal calore attraverso le vene fino alla testa. […]. L’animale si sveglia quando la digestione è terminata, quando cioè il calore che in grande quantità era stato concentrato dalle regioni vicine entro un piccolo spazio prevale e il sangue più corposo è separato da quello più puro. […] Si è detto, dunque, qual è la causa del sonno: esso consiste nella recessione in massa compatta dell’elemento corporeo trascinato in alto dal calore naturale verso l’organo sensoriale primario – e che cos’è il sonno – esso è la paralisi dell’organo sensoriale primario che lo rende incapace di agire e che si produce necessariamente in vista della conservazione dell’animale (perché non può esistere l’animale se non si realizzano le condizioni che lo rendono tale): ora il riposo lo conserva."

Aristotele riteneva che l’elemento corporeo, ovvero i metaboliti dovuti al cibo, portati in circolo provocassero il sonno e che il sonno avesse una funzione conservativa, mettendo a riposo “l’organo sensoriale primario”, il tatto.

Sicuramente alla luce delle conoscenze dei tempi contemporanei ci sono argomentazioni più puntuali e scientifiche, ma che in sé contemplano teorie espresse già nel IV secolo a.C.

 

Le diverse Teorie del Sonno

Teoria Evolutiva

Secondo alcuni studiosi, in origine gli esseri umani non erano soggetti al sonno, ma durante la notte erano costretti a nascondersi per proteggersi dall’attacco di animali predatori e quindi a ridurre la loro attività fino ad azzerarla, rispetto a quella diurna.

Una simile limitazione avrebbe generato la tendenza al dormire, consolidandola un abitudine nell’arco del tempo. Questa teoria non è molto sponsorizzata e soprattutto non risponde alla “Big Question”, relegando l’attività del sonno a un mero adattamento e privandolo di qualunque valenza funzionale.

 

Teoria Conservativa dell'Energia

In base ad alcune ricerche effettuate sulla fisiologia del sonno e le modificazioni chimico-organiche indotte dal dormire, alcuni ricercatori hanno teorizzato che il sonno abbia la funzione di conservare i livelli energetici che lo stato di veglia e di attività inevitabilmente richiedono.

Durante la fase NREM del sonno infatti si riduce il fabbisogno di ossigeno, il battito cardiaco rallenta, il tono muscolare diminuisce e la temperatura corporea cala; si entra in una sorta di stato di stand-by energetico, che compensa il dispendio della veglia.

Per alcuni animali, che durante l’inverno cadono in letargo, questa teoria si adatta alla perfezione: la mancanza di cibo, l’abbassamento della temperatura ambientale, le difficili condizioni di sopravvivenza vengono affrontate con un lungo sonno che ne conserva la vita e la prepara ad affrontare una stagione propizia.

 

Teoria Riparatrice

Il sonno è terapeutico: “dopo una bella dormita tutto è più chiaro e si sistema”! Quante volte una tale affermazione è stata foriera di verità. In base a questa teoria il sonno ha la funzione di riposare il fisico e la mente dagli sforzi che sono stati affrontati durante lo stato di veglia.

E’ una condizione di riparazione fisiologica, che ristabilisce le funzioni cognitive, gli stress fisici e le alterazioni umorali. Basti pensare, in casi clinici particolarmente seri, alla funzione del coma indotto oppure alle cure farmacologiche antidepressive che coadiuvano il sonno, per produrre stati di rilassamento psico-fisico.

 

Teoria della Protezione

Questa teoria funzionale si aggancia a quella riparatrice ma ne anticipa gli intenti in termini temporali. Si basa sulle capacità preventive che l’organismo umano o animale è in grado di attivare per prepararsi, programmarsi e tutelarsi in vista di un impegno, di un investimento di energie, fisiche e psichiche. Il sonno viene così considerato un atto preventivo, a fronte di un sicuro depauperamento energetico a posteriori.

Anche in questo caso l’esempio del coma indotto per situazioni particolarmente rischiose è emblematico, in quanto il sonno profondo previene stress vitali che non potrebbero essere sopportati in quelle condizioni.

 

Teoria Biologica

Questa è forse la teoria più semplice, che non va alla ricerca di aspetti funzionali, ma in modo molto oggettivo sancisce l’esistenza di un orologio biologico che cadenza i cicli di sonno-veglia, indipendentemente dalle condizioni esterne.

Sono i ritmi circadiani che quotidianamente regolano i processi chimici, fisici e mentali dell’organismo, lo assettano e calibrano le fasi di tensione e rilassamento, consentendo di bilanciare e armonizzare tutte le innumerevoli attività che sono contemplate negli esseri viventi, come il pompaggio sanguigno, la respirazione, la temperatura corporea, la digestione, gli scambi cellulari.

Anche l’alternanza sonno-veglia cade sotto questo controllo, senza influenze ambientali. A tal proposito l’Università di Torino negli anni 60 esperimentò il totale isolamento di un gruppo di persone in grotte senza luce naturale e senza orologi, totalmente privati di riferimenti esterni: per i primi tempi il ritmo sonno-veglia venne conservato, dimostrando così l’esistenza di un “timer” interno che a un dato momento “spegne l’interruttore”!

 

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