Cicala, caratteristiche

Insetto tipicamente estivo, con il suo frinire la cicala accompagna le giornate più calde. Il suo canto e il suo ciclo vitale particolare hanno creato, attorno a lei, una ricca simbologia, che le attribuisce caratteristiche di imprevidenza, ma anche di purezza e rinascita.

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Cicala, descrizione

La cicala è un insetto appartenente alla famiglia delle Cicadidi, inserita nell’ordine dei Rhyncota. Esistono cinque sottofamiglie di Cicadidi: Derotettiginae, Tibicininae, Tettigomyiinae, Cicadettinae e Cicadinae.

Il corpo di una cicala è composto da testa, torace e addome. La testa presenta due antenne, due occhi composti e tre occhi semplici, che le regalano una vista eccellente. Il torace è dotato di due serie di ali - anteriori e posteriori, dalla consistenza membranosa - e sei serie di zampe.

Verde-azzurre nella prima fase della vita, le cicale adulte presentano una colorazione marrone scuro con toni tendenti al verde. Tendono a raggiungere una lunghezza pari a circa 2- 5 cm. Gli esemplari maschi, inoltre, sono dotati di un particolare organo con membrane vibranti, in grado di produrre il tipico frinire che accompagna le giornate più calde. 

Esistono oltre 190 varietà (comprese specie e sottospecie) di cicale in Nord America e oltre 3.390 varietà di cicale in tutto il mondo. Nel nostro Paese è possibile trovare una particolare varietà, la cicala del frassino, diffusa soprattutto nelle regioni del Sud Italia.

 

 

Il canto della cicala

L’estate è la stagione privilegiata in cui risuona il canto di questi insetti, la cui intensità dipende dalla sottospecie: alla cicala australiana spetta il “primato di rumorosità”, visto che riesce a emettere 100 decibel alla frequenza di 4,3 kHz.

Sono soprattutto gli esemplari maschi a frinire rumorosamente nelle ore più calde della giornata adoperando un particolare organo, simile a un tamburo, dotato di membrane vibranti poste sull’addome, dette timballi.

Le femmine, al contrario, emettono un suono secco con le ali, simile allo schioccare delle dita, che permette di essere individuate dai potenziali compagni. "Frinire" è il verbo con cui si indica il suono caratteristico emesso dalle cicale. 

 

 

Accoppiamento e ciclo vitale delle cicale

Il canto della cicala ha funzione di richiamo sessuale per le femmine: quando queste raggiungono il maschio, hanno luogo il corteggiamento e l'accoppiamento, che dura diversi minuti. Dopo circa 24 ore, la femmina depone le uova su ramoscelli o sterpi. 

Le larve, appena nate, sprofondano nel terreno, dando inizio alla loro vita sotterranea o ipogea, che può durare anche diversi anni. Giunti alla maturità, i giovani individui escono dal suolo e individuano un albero, sul quale arrampicarsi ed effettuare la muta. Lasciano definitivamente l'involucro ninfale (chiamato exuvia) e, dopo qualche ora, sono pronte per il primo volo. 

Il ciclo vitale di questi esemplari si esaurisce alla fine della loro stagione riproduttiva. Con il sopraggiungere dell’autunno, infatti, dopo aver deposto le uova gli adulti muoiono.

Pur possedendo, pertanto, un ciclo vitale lungo, in superficie la loro esistenza si protrae solo per pochi mesi, in genere quelli estivi.


 

Alimentazione della cicala

La cicala si nutre della linfa presente sulle piante. Per raggiungerla infila il rostro - una sorta di protuberanza - nella corteccia e inizia la suzione.

Per via del suo modo di alimentarsi, è anche nota come insetto “trapanatore di piante”: sottraendo liquidi alle coltivazioni, può provocare ingenti danni alle coltivazioni.

 

Habitat della cicala

Le cicale sono insetti diffusi in tutto il mondo, ma tendono a preferire le regioni calde. Prediligono soprattutto alberi di ulivo e pini, tuttavia possono facilmente adattarsi a qualsiasi tipo di albero.

 

Miti e leggende

Per gli antichi Greci, le cicale erano figlie della Terra e, per questo, venivano onorate, soprattutto dagli ateniesi. Platone, nel dialogo Fedro, espone il mito delle cicale, secondo cui esse sarebbero nate per mano divina dalla metamorfosi di antichi artisti, esperti in ambito musicale e dell'eloquenza. 

Seguendo una credenza ripresa da Plinio il Vecchio, si riteneva inoltre che le cicale si nutrissero di sola rugiada. Tale presupposto, unito alla conseguente convinzione che il loro corpo non contenesse sangue e non avesse bisogno di espellere escrementi, fecero sì che le cicale divenissero simbolo di purezza.

L'emergere dei giovani esemplari dalla terra, dopo un ciclo vitale che dura in apparenza una sola estate, ha fatto della cicala l'emblema di resurrezione a nuova vita dopo la morte, anche presso la cultura cinese.

Le cicale possiedono, infine, un grande rilievo all'interno della cultura giapponese.

Tuttavia, la cicala possiede anche una connotazione negativa, ovvero quella dell'imprevidenza, di trascorrere le giornate cantando, senza preoccuparsi del domani. Esopo, nella sua celebre favola La cicala e la formica, narra che la cicala avesse passato l'intera estate a cantare senza preoccuparsi di provvedere a immagazzinare cibo per l'inverno, al contrario delle formiche, grandi lavoratrici durante tutto l’anno.