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Disabilità e sport

Diversamente abili, ugualmente atleti. Esploriamo il rapporto tra sport e disabilità, serpeggiando tra le discipline ed esplorando a fondo l'opera del neurochirurgo Sir Ludwig Guttmann

Disabilità e sport

Per chi è portatore di disabilità, vivere la propria vita non significa escluderne il movimento.

Viverlo poi, senza sentirlo come un disagio sociale o un ostacolo intramontabile. Il corpo anche per i disabili non è una gabbia. Basta pensare a come possono viverlo i campioni paralimpici.

Atletica, basket, canoa, curling in carrozzina, sci e vela per disabili, showdown e molte altre specialità sportive.

L'inserimento di persone portatrici di handicap in un contesto sportivo è un fatto relativamente recente.

La prima attività pionieristica ebbe origine in Gran Bretagna, nel centro di riabilitazione motoria dell'ospedale di Stoke Mandeville (Aylesbury), grazie all'entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neuro­chirurgo. Nel 1952 per la prima volta i Giochi di Stoke Mandeville, nati nel 1948, divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma. L'apoteosi del movimento sportivo per disabili si ebbe nel poi 1988 a Seul, nella Corea del Sud.

Da cosa è caratterizzato il rapporto tra sport e disabilità?

 

L'importanza dello sport

Solitamente, una disabilità fisica, più o meno grave, ostacola il reinserimento nel contesto lavorativo, originando uno stato di depressione che rende il soggetto totalmente astenico, demotivato e abulico, talvolta mero e passivo oggetto delle cure mediche. Non ci sono dunque gli stimoli giusti alla condizione di disabilità. Servono nuovi interessi e nuove motivazioni.

È qui che disabilità e sport entrano in contatto: l'invenzione di sport e attività adattate all'handicap crea un contesto ambientale e sociale che risponde alle esigenze della disabilità.

I primi studi effettuati da Guttmann con i disabili riportavano lo sviluppo della muscolatura di braccia e spalle, risultati migliori di quelli ottenuti mediante kinesiterapia. Lo sport, inoltre, aiutava l'acquisizione dell'equilibrio e una maggiore abilità nell'uso della sedia a rotelle, strumento non più limitato alla semplice locomozione.

 

Sport per disabili

La mentalità sportiva ha progressivamente preso le distanze da uno stereotipo iniziale di forza e vigore, per includere dapprima le donne sportive, in seguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili.

Quali sono le strutture che gestiscono il rapporto tra sport e disabilità?

In Italia le attività sportive per i disabili sono gestite e coordinate dalla Federazione Italiana Sport Handicappati (disabilità psichiche e motorie), fondata nel 1980, dalla Federazione Italiana Ciechi Sportivi (atleti non vedenti), fondata nel 1980, e dalla Federazione Italiana Sport silenziosi (atleti non udenti), fondata nel 1929.

Dal 1990 tali Federazioni sono rappresentate presso il CONI da un organismo unitario, denominato Federazione Italiana Sport Disabili.

 

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Immagine | Cunaphoto