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La Canapa come antibiotico

Un articolo su La Repubblica rivela come la Canapa possa essere usata -e in parte è già usata- efficacemente nella cura delle infezioni da stafilococco -la maggior causa di morti ospedaliere, prima anche rispetto all'Aids. A dimostrarlo una ricerca condotta da studiosi del Piemonte e del Regno Unito.

La Canapa come antibiotico

di Sara Ficocelli, apparso su La Repubblica del 3 settembre 2008 col titolo “Canapa sorprendente antibiotico”

 

ROMA – Al di là dei giochi di parole, la Canapa è senza dubbio una pianta stupefacente. Le sue proprietà continuano a sorprendere la comunità scientifica e, secondo uno studio italo-inglese, da lei non solo possiamo ricavare olii, tessuti e sostanze psicotrope, ma anche alcuni fra i più potenti antibatterici, capaci di sconfiggere i cosiddetti “superbugs”, microrganismi resistenti agli antibiotici che infestano gli ospedali di tutto il mondo.

L’impiego dei cannabinoidi naturali ridurrebbe la diffusione di alcuni batteri resistenti agli antibiotici, tra cui lo stafilococco aureo penicillino-resistente (MRSA). La ricerca, pubblicata sul Journal of Natural Products, è frutto del menage a trois fra il Cra-Cin di Rovigo, che ha coltivato le piante, l’Università del Piemonte Orientale di Novara, dove sono stati isolati i composti e sintetizzati i loro analoghi, e la School of Pharmacy di Londra, che si è occupata dei saggi biologici. Nel giro di tre anni, fra il 2005 e il 2008, gli studiosi sono riusciti a dimostrare che i cannabinoidi di tipo THC, CBD, CBG, CBC e CBN sono eccezionalmente attivi contro EMERSA-15 e EMERSA-16, due fra i ceppi più virulenti di stafilococco; tra questi più efficaci si sono dimostrati i cannabinoidi CBD e CBG, entrambi non psicotropi.

Una preziosa base di partenza per la messa a punto di medicine alternative in grado di rivoluzionare le condizioni igieniche delle strutture ospedaliere, dove in genere i batteri, a continuo contatto con sostanze antibiotiche, si scambiano il dna e si fortificano, diventando praticamente invincibili. “Questo scambi odi materiale genetico è invece molto difficile tra batteri e piante. La Cannabis sativa è una fonte interessante di composti per combattere questi microrganismi –spiega il professor Giovanni Appendino, docente di Chimica all’Università del Piemonte Orientale-. In Inghilterra il problema è ancora più grave che da noi. C’è bisogno di una sinergia che metta a punto qualcosa di nuovo”.

L’Italia fino agli anni ’30 è stata uno dei maggiori produttori al mondo di Canapa: i suoi semi sono ricchi di proteine e carboidrati e regalano un olio cosmetico che può essere utilizzato anche come combustibile: le fibre fin dall’antichità vengono utilizzate per fabbricare tessili, corde e guarnizioni idrauliche. Fumare o ingerire i fiori femminili o la resina, che hanno effetti psicotropi, è illegale in Italia ma per i seguaci di alcune religioni, come il Rastafarianesimo, rappresenta il presupposto di ogni preghiera. Secondo i fedeli di questa religione di origine ebraico-cristiana, la marijuana è un’erba miracolosa e le sue proprietà medicinali, dalla cura delle allergie a quella della sclerosi multipla, sono note alla scienza ormai da anni.

 

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Tanto che una miscela di cannabinoidi è stata messa in commercio da GW Pharmaceutical per il trattamento di alcune malattie neurologiche gravi. Il prodotto è in commercio nelle farmacie canadesi, e potrebbe arrivare presto in quelle europee e americane. “Quella antibatterica è solo l’ultima delle innumerevoli funzioni di questa pianta –spiega Giampaolo Grassi, il primo ricercatore del Cra-Cin di Rovigo-. Noi siamo stati i primi a metterlo in evidenza ma la scienza sottolinea le proprietà terapeutiche della Cannabis da sempre. I campi di applicazione sono fin troppi”.

Il professor Appendino mette comunque in guardia da eventuali semplificazioni: “Fumare la Canapa, fra i tanti effetti dannosi che provoca, facilita anche le infezioni, dato che la somministrazione sistematica della pianta provoca immunosoppresssione”. Secondo una ricerca pubblicata nel 2007 dalla rivista Journal of the American Medical Association, ogni anno lo stafilococco provoca oltre 18 mila decessi ospedalieri, più delle morti per Aids. Chissà che questo numero non sia destinato a ridursi drasticamente entro pochi anni, proprio grazie alla Cannabis.

 

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