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Yoga e piacere sessuale

5 stadi del piacere, i cosiddetti Ananda, che si possono provare nella propria vita a partire dalla pratica dell'hatha yoga e del tantra fino ad arrivare al piacere coitale: la vita intera come un amplesso senza fine.

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Oltre il tantra

Lo yoga non è e non è mai stato una religione. Su questo non ci piove. Sono stati molti infatti, in ogni epoca, a tentare di trarre vantaggio dalla flessibilità del corpo, dalla sua coscienza accresciuta, o dalla gestione delle energie e dei flussi ormonali, per poter migliorare o aumentare il piacere sessuale nello yoga

 

Molte volte questo si è tradotto con tentativi di fusione dello hatha yoga e della meditazione col sesso tout court, specie in relazione al tantra

 

Ma studiando approfonditamente la scienza e l’arte nascosta nei testi yogici e nelle esperienze dei maestri più attendibili, scopriamo che c’è molto di più dietro la connessione tra yoga e piacere sessuale, e che non sempre il piacere sessuale debba necessariamente accompagnarsi alla pratica del sesso.

 

Yoga e piacere sessuale: oltre i paradossi

Per gli amanti dei paradossi etimologici ci troviamo infatti davanti ad un interessante accostamento di idee opposte: se da un lato yoga significa unione, il termine sesso ha la radice in comune col latino secto, ovvero separato, diviso, in allusione alla necessità di un qualcosa di esterno da fruire per poter raggiungere il piacere sessuale. 

 

Ma con lo yoga, ovvero con l’unione degli opposti, le forme più alte di questo piacere possono essere raggiunte senza bisogno di un agente esterno o di una metodologia meccanica, in quanto possiamo ritrovare in noi il tutto che gode del tutto.

 

Tutto è Ananda

Secondo la tradizione indiana, tutto è Ananda, ovvero beatitudine infinita ed eterna.

 

Ananda è all’origine di ogni fenomeno ed essere che, per via di specifiche deformazioni, può mutare in esperienze di dolore, sofferenza o neutralità. Ma essendo l’origine di tutto in Ananda, tutto può tornare all’Ananda e quest’ultimo può essere esperito ovunque. Anche nel corpo quindi possiamo trovare uno strumento adatto a godere dell’universo

 

Esistono diverse forme di Ananda fisico: in particolare, cinque specifiche sottoforme di piacere fisico che andreamo ad elencare.
 

Le 5 forme di Ananda fisico

> La prima è vaidyutananda o piacere sotto forma di scossa emotiva. La percepiamo quando sentiamo una sorta di corrente elettrica che attraversa i nervi, non di rado anche durante il sesso, o comunque legata al rilascio di endorfine

 

> La seconda, chiamata raudrananda, è quel piacere borderline che si accompagna al dolore fisico. Si tratta di due tipi di energie in ultima analisi intercambiabili quando il piacere diventa estremo. 

 

Normalmente il piacere estremo diviene dolore a causa di impurità nervose che, una volta rimosse con lo yoga, possono produrre un piacere simile a quello sessuale.

 

> La terza forma è tivrananda ed è il piacere fisico sotto forma di ondate che spesso provocano brividi. E’ il piacere fisico dell’ebbrezza, dell’eccesso, non di rado collegato all’adrenalina, quello che provano le persone attratte dagli sport estremi o dalle emozioni forti. 

 

Lo yoga può purificare questo processo e permettere di provare questo genere di piacere fisico costantemente.

 

> Segue visayananda, che può essere tradotto come beatitudine tratta da un oggetto del piacere

 

Si tratta di una summa delle precedenti forme di delizia sperimentabile tramite i normali contatti quotidiani. Ogni senso allora diventa la porta della delizia ed e’ possibile usufruire di un godimento fisico praticamente al contatto con tutto.

 

> L’ultima forma, la più alta, è maithunananda che possiamo tradurre senza paura di esagerare con piacere coitale. Questa forma suprema trasforma il contatto con un universo impersonale dal quale trarre delizia, nel contatto con l’aspetto personale dell’universo, trasformandolo nel proprio eterno amante. 

 

A questo piacere partecipa anche il corpo fisico, trasformando l’intera vita in un amplesso senza fine. In risposta adun paragone tra maithunananda e orgasm sessuale, Sri Aurobindo scrive che il primo “è decisamente superiore, più sottile e intenso dell’estasi sessuale, la quale è solo una sua degradazione eccitata, volgare e grezza”.