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Lego lancia i mattoncini in Braille

Nel 2020 arrivano i Lego Braille Bricks, i nuovi mattoncini che permettono di imparare l’alfabeto Braille giocando.

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©Lego

Lego Braille Bricks

I Lego Braille Bricks sono l’ultima novità nata in casa Lego

 

Si tratta di un kit di 250 mattoncini colorati, che si impilano l’uno sull’altro per costruire ciò che si preferisce, esattamente come i comuni Lego con cui si sono sbizzarrite generazioni di bambini in tutto il mondo.

 

Ma c’è una particolarità: sulla superficie di ogni mattoncino c’è un insieme di pallini che rappresenta una lettera, un numero o un simbolo matematico nel linguaggio Braille. E c’è anche la versione scritta, che permette a tutti (non vedenti, ipovedenti e normovedenti) di giocare insieme, senza distinzioni. 

 

L’idea alla base è quella di aiutare i bambini non vedenti e ipovedenti a imparare il Braille attraverso il gioco, universalmente riconosciuto come uno strumento didattico di primo livello.

 

Il progetto nasce da Lego insieme all’omonima Fondazione e a una serie di partner che operano nel campo della disabilità visiva. 

 

Per ora il prodotto è ancora in fase di test, in vista del lancio sul mercato previsto per il 2020.

 

Perché è importante imparare il Braille

Il Braille ha alle spalle una lunga storia. Era la metà del XIX secolo quando il francese Louis Braille ha messo a punto questo codice, in cui ogni sequenza di puntinoin rilievo assume un diverso significato.

 

Questo alfabeto ha rappresentato un punto di svolta per l’inclusione delle persone con disabilità visive, tanto da essere adattato a pressoché tutte le lingue del mondo.

 

Negli ultimi anni, però, qualcosa sta cambiando. Le nuove tecnologie hanno offerto possibilità inedite – e anche molto più intuitive – per leggere, scrivere e comunicare, soprattutto attraverso i comandi vocali.

 

Se è vero che ciò ha migliorato sensibilmente la vita delle persone con disabilità visive, è anche vero che l’interesse nei confronti del Braille è andato scemando.

 

Secondo il New York Times, ormai negli Stati Uniti solo un bambino cieco su dieci impara a leggere il Braille. Ma i comandi vocali sopperiscono solo fino a un certo punto, perché non permettono (ad esempio) di perfezionare la grammatica e l’ortografia

 

Alcune ricerche scientifiche riportate dal quotidiano newyorkese associano l’uso del Braille a un migliore successo lavorativo in età adulta. Il che non è un elemento da sottovalutare, visto che negli Usa meno della metà delle persone con disabilità visive ha un lavoro

 

Imparare giocando

Chissà, magari proprio i Lego Braille Bricks saranno l’espediente giusto per colmare questo ritardo e riportare in auge il Braille

 

Nel sito ufficiale del progetto, Lego spiega che questo alfabeto aiuta i bambini non vedenti e ipovedenti a “sviluppare una serie di competenze essenziali per la loro vita, assicurando loro libertà intellettuale, indipendenza e parità di accesso all’educazione e al lavoro”. 

 

Il gioco è senza dubbio il modo più efficace per spingere l’apprendimento di un codice che, di per sé, è piuttosto articolato.

 

Giocando, infatti, i bambini possono non solo interiorizzare concetti complessi senza viverli come un’imposizione, ma anche esprimere più liberamente le loro emozioni ed entrare in relazione gli uni con gli altri. 

 

Lego Braille Bricks d’altra parte è progettato proprio per consentire a tutti, disabili e non, di divertirsi insieme senza barriere