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DanzaMovimentoTerapia: creatività e terza età

Partendo da una semplice panoramica sulla terza età e sull'invecchiamento, l'autrice approfondisce la metodologia della Danzamovimentoterapia come modalità di prevenzione e socializzazione.

DanzaMovimentoTerapia: creatività e terza età

“Si invecchia come si è vissuti” così ci dice Simone de Beauvoir. Per quanto ci si sforzi nella ricerca di dare una definizione adeguata al termine invecchiamento, risulta sempre difficile esprimere un fenomeno così universale ed allo stesso tempo così eterogeneo. Se è facile riconoscere una persona che invecchia, osservandone i capelli canuti, la pelle rugosa o la schiena ricurva, definire e capire l'invecchiamento resta tuttora un motivo di vivace discussione e di dibattuta ricerca. L’invecchiamento è un PROCESSO CONTINUO, UNIVERSALE, PROGRESSIVO, INTRINSECO e DELETERIO (CUPID).

 

Definizione delle attuali discipline di Gerontologia e Biologia Evoluzionistica

L’OMS definisce la vecchiaia o senescenza come quel periodo di vita in cui la perdita delle funzioni mentali e/o fisiche diviene sempre più manifesta rispetto agli altri periodi della vita e sceglie oggi i 75 anni come età di riferimento (fino a poco tempo fa erano i 65 anni) e si fa un’ulteriore distinzione in vecchi giovani e vecchi. L’invecchiamento è quindi un processo lineare di riduzione progressiva della capacità di un organismo a mantenersi in equilibrio nei confronti dell’ambiente. L’invecchiamento fisiologico “normale” accade lentamente dando modo all’individuo di adattarvisi sia dal punto di vista organico (cambiamento pelle, capelli, riduzione vista,….), sia psicologico: immagine di Sé, cambiamenti nei legami affettivi e di ruolo. L’essere umano raggiunta l’età pensionistica (circa i 65 anni) perde il proprio ruolo di lavoratore, e con esso spesso il proprio ruolo di persona utile, capita di rimanere da soli, occorre così riorganizzare la propria esistenza dopo anni di vita in comune con un’altra persona; a questi cambiamenti affettivi si può reagire a volte in modo aggressivo oppure isolandosi. Infine ci si pone in un confronto più ravvicinato con la morte. Il tempo libero, quindi, come tempo liberato dal lavoro, può risultare un tempo vuoto ed in grado di favorire un processo graduale di isolamento e di solitudine, specialmente quando sia mancato qualsiasi intervento psico-geragogico nelle precedenti età.
Non è la mancanza di un lavoro, quanto la mancanza di una qualsivoglia attività, essendo questa - e non il lavoro - uno dei bisogni fondamentali dell'uomo. La persona anziana, infatti, che si mantiene attiva ed operosa può trovare nuovi incentivi e ruoli inopinabili anche nell'età post-lavorativa, ampliando la propria identità permettendo così, in futuro, alla vecchiaia di assumere il suo reale significato di esperienza data all’uomo per completare il suo processo di maturazione. H. Erikson sostiene che dopo essersi dedicati a persone e cose, a progetti, dopo aver collezionato successi e fallimenti, sopraggiunge il momento della “meditazione” sulla propria vita. Perché questa fase non sfoci in un cupo decadimento “la virtù di saggezza” permette di recuperare nella vecchiaia una certa vitalità e gaiezza per vivere gli aspetti positivi di un’età che dovrebbe vedere l’essere umano integro, compiuto e libero. L’INVECCHIAMENTO QUINDI COMPORTA UNA COMPLESSA RISTRUTTURAZIONE DEL PROPRIO SE’ (oltre che dei cambiamenti fisici ben visibili).


L’Immagine di Sé

Palmonari e Coll. mettono in relazione l’immagine che un anziano ha di sé, con i compiti vitali delle età precedenti e le aspettative per il futuro della persona stessa. Francoise Dolto definisce l’immagine di sé come “la memoria inconscia di tutto il vissuto relazionale” (tensione tra immagine di sé e schema corporeo). IMPORTANTI NEL PROCESSO DI INVECCHIAMENTO: 

  • i vissuti dell’anziano sul proprio corpo e sulle sue modificazioni;

  • le relazioni sociali e affettive, elementi fondamentali nella percezione di se stessi. Si rischia però di prestare attenzione solo alle parti del corpo malate, piuttosto che a quelle sane. L’individuo in età senile è infatti influenzato da “come si sente e si vede” e da come viene rimandata la sua immagine da parte dell’Altro. L’anziano, infatti, si trova in un momento di fragilità, di cambiamento ed è possibile che possano emergere dei conflitti che favoriscono depressione insicurezza e aggressività; oppure la persona si chiude in uno spazio personale, egocentrico, nel “suo corpo sofferente”. Occorre aiutare la persona attraverso interventi, che privilegino il vissuto del corpo, l’espressione di sé per permettere all’anziano di riscoprire e rivalutare la propria immagine di sé; di dare spazio al proprio mondo interno ricco di esperienze e di creatività. “La creatività dell’uomo (…). Sembra essere più che altro una caratteristica fondamentale della natura umana, presente in tutti, cioè una potenzialità data alla nascita a tutti gli esseri umani. Ma la maggioranza degli uomini la perdono man mano che si inseriscono nella cultura”. (Maslow 1954). L’anziano non può tornare indietro biologicamente, ma può ripercorrere creativamente, intellettualmente e spiritualmente la sua vita, le sue esperienze. Alla persona che chiede aiuto è possibile portare questo discorso, non nell’arco di un giorno ma nel tempo, ribaltando così la sua prospettiva: l’anziano che parla dei suoi dolori, della sua malattia del suo disagio, non è malato, ma sofferente ed è sofferente perché ha rimosso la sua dimensione più autentica: la sua creatività (quella possibilità di fare fronte alle problematiche quotidiane in modo efficiente ed efficace). La creatività è “dovunque c’è un uomo che immagina, combina, modifica e realizza qualcosa di nuovo, anche se questo qualcosa di nuovo possa apparire un granello minuscolo in confronto alla creazione dei geni” (Vygotskij) Si evidenzia quindi che le teorie biologiche non possono rendere conto da sole della complessità dell’invecchiamento. Il tempo libero dell’anziano è tempo libero dal lavoro…. dai lavori… Fortunatamente le iniziative comunali e soprattutto le associazioni per anziani si stanno tuttora sviluppando e devono essere accolte favorevolmente dalla popolazione di tutte le età. Un sano equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e tempo dedicato a se stessi regalano all’uomo una vita più saggia, più ricca culturalmente… nell’anziano queste attività permettono di completare la sua vita, regalano “un nuovo tempo globale” (Kaplan); mettono in relazione la persona e la propria esperienza con il mondo. 

A tutto ciò si possono aggiungere delle patologie molto frequenti in età senile e lo stato di salute può essere seriamente minacciato. Se a seguito di una malattia fisica si instaura un’invalidità permanente il problema principale per l’anziano è di imparare a convivere con tale disturbo (ricordando che tale persona sta anche facendo fronte ad altri problemi… come dicevo sopra!). Gli anziani costituiscono comunque l'80% della totalità dei soggetti con deficit funzionali e non autosufficienti. Non è tanto la singola patologia che porta l'anziano alla mancanza di autosufficienza, e quindi all'aumentata richiesta assistenziale, ma è la disabilità che risulta perlopiù dalla comorbidità e dall'influenza di fattori socio-economici, quali la povertà, l'isolamento, il cambiamento di ruolo sociale dopo il pensionamento.

La DMT e la terza età uno strumento di prevenzione e socializzazione. Andiamo a dare delle connotazioni alla Danzamovimentoterapia.

DMT come: ATTIVITA’ FISICA: Provoca effetti di ordine fisiologico (circolazione sanguigna, attenzione alle articolazioni) il corpo viene sollecitato attraverso il movimento a captare e a ri-produrre gesti, forme ritmiche, movimenti coordinati che ristabiliscono equilibrio e benessere nell’organismo. 

DMT come: PREVENZIONE e SOCIALIZZAZIONE Prevenzione: sia fisica, sia mentale, attraverso il movimento, coordinazione, l’utilizzo della memoria, la rielaborazione verbale. Socializzazione: momento per ri-trovarsi, stare insieme 

La Danza Movimento Terapia è: 

  • Attenzione al corpo: consapevolezza delle parti, schema corporeo, sensazioni cenestesiche, postura, deambulazione. 

  • Cura del corpo sofferente: presa in carico di un corpo che soffre, perché diventa vecchio e trasformazione in cura del corpo e piacere di cura del proprio corpo, benessere come stare bene nel è proprio corpo, anche se è cambiato

  • Ascolto dei propri ritmi e ascolto del proprio corpo: il “corpo intelligente” che fa esperienze, che sente il respiro, il battito cardiaco, il movimento

  • Espressione della propria creatività: espressione di se stessi, delle sensazioni, emozioni,attraverso il movimento e le parole

  • Immagine di sé: nuova visione di sé, miglioramento dell’autostima

  • Stare insieme,parlare e creare legami  

 

Obiettivi generali

  • Percezione del proprio corpo
  • Percezione del corpo nello spazio
  • Movimento delle singole parti e movimento globale
  • Movimento e ben-essere
  • Movimento e musica: coordinazione, attenzione, espressione
  • Dal lavoro a specchio alla creatività personale
  • Soddisfazione verso la proposta
  • Nuova visione del “fare movimento: fare qualcosa per se stessi, ascoltarsi
  • Interesse verso proposte diverse
  • Nuova visione del corpo: il corpo sofferente viene meno lasciando spazio alle sensazioni, emozioni, vissuti, di un corpo che cambia, ma che si esprime, crea, vive questo spazio e questo tempo speciali, anche nella quotidianità.
  • Approfondimento di alcuni argomenti: espressione di sé attraverso il movimento, musica e coreografie anche diverse dal ballo da sala n

Conlcusioni

La dmt si è dimostrata:

  • Attività fisica utile per prevenire patologie non gravi
  • Attività socializzante e creativa
  • Attività di ben-essere globale.

Il lavoro con persone di terza età è ricco di esperienze creative: il racconto della loro vita attraverso le parole e il movimento. Il racconto di un corpo cambiato, più rugoso, meno forte, ma ricco di esperienze. La dmt conduce l’individuo a ri-scoprire ed esprimere la propria storia corporea per poi arrivare ad esprimere se stesso. L’individuo si racconta attraverso le parole e poi scopre che il corpo aveva già espresso il mondo che sta dentro di noi attraverso il movimento-danza.

Breve Bibliografia sulla terza età: ho voluto proporvi un breve elenco di testi che parlano della problematica, tralasciando in questa sede il lungo elenco di testi e articoli riguardanti la danzamovimentoterapia,musicoterapia,…e altre discipline…non per poca mportanza, ma per sintesi. Lascio a voi la ricerca e lo stimolo per nuove e altre letture…

Francesco Cavazzuti; Gerontologia e geriatria; Casa editrice ambrosiana  Sapere e salute;

Terza età e salute – Bayer –  Alberto Baroni;

La riabilitazione geriatrica, Ed. NIS  Articoli del Professor Giovanni Cristianini; Università di Padova (dal sito internet: “terzaeta.com” e “geragogia.net” Muoversi bene per stare meglio –geromotricità-, C. Minasso- A. Piccolo- B. Guarino, Edizioni mediterranee  

Metodologia della riabilitazione psicosociale, a cura di Gabriella Ba, Collana di Psicologia diretta da M. Cesa-Bianchi  

L’immagine inconscia del corpo, Francoise Dolto, Edizioni Red  

Frammenti di vita nella Danzaterapia, Maria Fux, Pixel  

Dance-movement-therapy, Paola De Vera d’Aragona, da Riza Scienze  

Danza Terapia e psicologia del profondo, Joan Chodorow, Red