Curcuma come antidolorifico
Come e quando assumere la curcuma in caso di dolori di natura infiammatoria.
La curcuma è un rimedio naturale efficace per diversi disturbi e può essere di grande aiuto anche come antidolorifico. Vediamo perché usare la curcuma in caso di dolori.
Curcuma, quando assumerla
La curcuma (Curcuma Longa L.) è un rizoma utilizzato come spezia in cucina e che possiede numerosi benefici per la salute e il benessere. Ampiamente studiata e utilizzata in erboristeria e fitoterapia, la curcuma è infatti un rimedio naturale utile per diverse problematiche.
La curcuma trova impiego soprattutto in caso di disturbi digestivi quali dispepsia e flatulenza e per il trattamento di problemi legati al flusso biliare, poiché è colagoga e coleretica, cioè stimola la produzione e l’escrezione di bile.
La curcuma viene utilizzata anche nel trattamento dei disturbi cognitivi di lieve entità e nella depressione.
Grazie alla sua azione antinfiammatoria la curcuma può inoltre essere di grande aiuto come antidolorifico nei dolori di natura infiammatoria.
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Curcuma, quando e come usarla come antidolorifico
Della curcuma si utilizza il rizoma che contiene monosaccaridi, polisaccaridi, curcuminoidi e un olio essenziale. I curcuminoidi e l’olio essenziale, oltre a conferire la colorazione gialla e l’aroma alla curcuma, sono responsabili delle diverse attività di questo rizoma.
L’azione antinfiammatoria è dovuta alla curcumina, il principale curcuminoide presente nel rizoma della curcuma: la curcumina infatti inibisce alcuni fattori coinvolti nell’infiammazione, rivelandosi un buon rimedio naturale in caso di dolori da reumatismi.
Poiché la curcumina è una molecola poco stabile e scarsamente assorbita a livello intestinale, si consiglia di assumere la curcuma insieme al pepe nero: la piperina infatti è in grado di aumentare la biodisponibilità della curcumina.
La curcuma può essere assunta sotto forma di estratto e si trova in vendita in erboristeria già addizionata di pepe nero. In alternativa la curcuma può essere somministrata come decotto, facendo bollire il rizoma per almeno dieci minuti.
Un altro modo per usare la curcuma come antidolorifico è quello di aggiungere un cucchiaino di curcuma in polvere e una punta di cucchiaino di pepe nero a un cucchiaio di miele, da assumere tutti i giorni in caso di dolori di natura infiammatoria.
Curcuma, quando fa male
La curcuma è considerata un rimedio sicuro ma ad alte dosi e in caso di trattamento prolungato può dare effetti collaterali.
Alcuni effetti collaterali della curcuma sono rappresentati da reazioni allergiche nei soggetti predisposti, disturbi gastrici e ulcere.
Bisogna inoltre prestare attenzione all’azione antiaggregante della curcuma nel caso si stiano seguendo terapie anticoagulanti e all’abbassamento della glicemia se si assumono farmaci ipoglicemizzanti. In ogni caso, un dosaggio pari a 1,5-3 grammi di curcuma al giorno non presenta effetti collaterali.
La curcuma non va assunta in presenza di ostruzione delle vie biliari e occorre cautela nella somministrazione della curcuma in gravidanza e durante l’allattamento poiché la curcumina è in grado di stimolare la muscolatura uterina.
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