Curcuma, quando evitarla
La curcuma è un rimedio naturale sicuro e quasi privo di effetti collaterali ma in alcuni casi è meglio evitarla.
La curcuma è un rizoma molto utilizzato in cucina e in erboristeria per il suo aroma, per il suo colore e per le sue proprietà benefiche. L'assuzione di curcuma è considerata sicura, ma ci sono alcuni casi in cui la curcuma è da evitare: vediamo quali.
Curcuma, cos'è e per cosa si usa
La curcuma è il rizoma della Curcuma longa, pianta erbacea perenne oroginaria dell'India e appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae.
Il rizoma della curcuma contiene amido, flavonoidi, un olio essenziale e una miscela di sostanze note come curcuminoidi, responsabili del colore giallo.
La curcuma è utilizzata in cucina come colorante alimentare privo di tossicità e resistente alle variazioni di pH e come condimento aromatico, da sola o con altre spezie: rientra ad esempio nella preparazione del curry, insieme a cumino, coriandolo, pepe e altre spezie.
In erboristeria la curcuma è impiegata per i suoi numerosi effetti benefici: la curcuma ha infatti proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunostimolanti, utili in caso di malattie infiammatorie e degenerative croniche.
La curcuma (come confermato in una recente ricerca pubblicata su Nature) è inoltre indicata per il trattamento dei disturbi gastrointestinali, epatici e delle vie biliari poiché è in grado di aumentare la produzione e il flusso biliare e per le sue proprietà carminative e antispastiche a livello intestinale.
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Quando evitare la curcuma
La curcuma è un rimedio utilizzato da diverso tempo sia a scopo alimentare sia a scopo terapeutico e il suo uso è considerato sicuro. La curcuma non presenta effetti collaterali di rilievo, ma va evitata in alcune situazioni particolari.
L'assunzione di curcuma è ad esempio da evitare in caso di ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti; inoltre, data l'azione sulla produzione e sul flusso biliare, la curcuma va evitata anche in caso di ostruzione delle vie biliari. In caso di calcoli biliari, la curcuma va utilizzata sotto il controllo del medico.
In gravidanza e allattamento è ammesso l'uso saltuario di curcuma in alimentazione ma è sconsigliata l'assunzione di curcuma sotto forma di estratti.
Per quanto riguarda le interazioni, è possibile che l'assunzione di curcuma interferisca con farmaci ipoglicemizzanti, pertanto è opportuno consultare il medico nel caso in cui si stiano contemporaneamente assumendo questo tipo di farmaci.
È infine sconsigliata l'assunzione di curcuma sotto forma di tisana poiché i suoi costituenti attivi risultano poco solubili in acqua.
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