Tantra, descrizione e utilizzo

Il Tantra è una delle pratiche più antiche, ma allo stesso tempo controverse e poco comprese dalla nostra società occidentale. Scopriamo meglio le sue origini e le sue caratteristiche.

tantra

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Il tantra è una filosofia di vita e di cura di sé che coinvolge yoga, meditazione e altre pratiche. 

 

 

Quando si parla di Tantra si pensa subito al sesso tantrico o a pratiche misteriose ed esoteriche che sono state divulgate spesso in maniera errata: in realtà il tantrismo, che rappresenta un’importante tappa nell’evoluzione di tutte le principali religioni indiane, è una pratica rituale e profondamente spirituale, che ha come fine ultimo il risveglio della coscienza.

 

Cos’è il tantra?

Il significato di tantra origina dalla radice sanscrita “tan”, che significa estendere o moltiplicare, e dal suffisso “tra”, che invece si può tradurre come strumento. La filosofia tantra è dunque quell’insieme di pratiche, tecniche o rituali utili ad espandere la coscienza umana. 

Spesso si utilizza l’immagine del tessuto, prodotto dall’intreccio di trama e ordito, per simboleggiare l’unione della coscienza universale con quella individuale e della forza maschile (Shiva) con quella femminile (Shakti), che sono alla base della ricerca del Tantra.

 

Cenni storici sul tantra

Le origini del Tantra si fanno risalire al IV secolo d.C., sebbene le sue radici affondino nelle società matriarcali presenti nella valle dell’Indo intorno al 2000 a.C., incentrate sul culto della Dea Madre e del femminile.


Con l’invasione da parte delle tribù ariane e il passaggio a un’organizzazione patriarcale, che cambiò notevolmente concezioni religiose e visione della spiritualità, gli insegnamenti tantrici cominciarono a essere tramandati segretamente e in via orale per lungo tempo, dando così avvio a diverse scuole e correnti, per cui si può sentir parlare di Tantra buddhista, Tantra sciamanico, Tantra induista e così via.


I primi testi scritti relativi a questa pratica appaiono tra il VI e il VII secolo d.C., ma il Tantraloka (letteralmente “Luce sui Tantra”) del saggio kashmiro Abhinavagupta, composto intorno al X secolo, è una delle opere fondamentali e costituisce un trattato completo e sintetico su tutti gli aspetti delle pratiche tantriche.

 

Come funziona il tantra?

Il Tantra si basa su una visione non duale, secondo la quale il divino non è qualcosa a cui aspirare all’esterno di noi, ma è parte stessa della nostra individualità: il percorso di ricerca si rivolge dunque all’interno, verso la realizzazione di questa unità.


Nel pensiero tantrico l’universo manifesto non è altro che l’espressione fisica e sensoriale dell’immanifesto: l’immersione e la piena conoscenza di tutto ciò che ci circonda è quindi l’unico modo per giungere a realizzare l’unione con ciò che non si vede e vivere in uno stato di serenità e beatitudine.


La strada per arrivare a questa profonda coscienza attraversa diversi livelli di consapevolezza, che secondo la tradizione tantrica si raggiungono accrescendo e canalizzando l’energia Kundalini, l’intelligenza primordiale che risiede in ciascuno.


Come in altri sistemi orientali, anche secondo la filosofia tantrica tutto ciò che esiste è originato dalla polarità, in particolare dalle due forze che prendono il nome di Shiva e Shakti e che rappresentano il principio maschile e quello femminile, l’immanifesto e il manifesto, l’aspetto solare e quello lunare, la coscienza e l’energia creatrice.


Anche se sono presenti delle tradizioni tantriche dette "saiva", che venerano Shiva come loro divinità principale, il tantrismo pone un accento particolare alla figura della Shakti e al culto della dea.


Non è un caso infatti che esista un vero e proprio pantheon di divinità femminili, la Mahavidya (da maha, grande, e vidya, conoscenza), che rappresentano i dieci pilastri fondamentali della conoscenza e le dieci energie che risiedono tanto nel micro quanto nel macrocosmo: 


1.    Kali
2.    Tara
3.    Sodashi, 
4.    Bhuvaneshvari
5.    Chinnamasta
6.    Bhairavi
7.    Dhumavati
8.    Bagalamukhi
9.    Matangi
10.  Kamala o Lakshmi

 

Le Mahavidya si possono dividere in due gruppi:

  1.  "Benevole";
  2. "terrifiche”


in base alle caratteristiche della loro manifestazione e ciascuna di queste dee è associata ad un bija mantra, che il praticante può invocare nelle pratiche devozionali per aiutarlo a distruggere ed estirpare l’ignoranza e accrescere e approfondire la conoscenza e la consapevolezza.

 

Tantra, Tantrismo e Tantrika

Il termine tantrismo, che viene oggi comunemente utilizzato per indicare tutte le tradizioni tantriche, è in realtà assente dalla lingua sanscrita e da qualunque testo antico sull’argomento: fu infatti introdotto in epoca moderna da alcuni studiosi occidentali, fra cui l’orientalista Sir John Woodroffe, che sotto lo pseudonimo di Arthur Avalon scrisse all’inizio del Novecento alcuni dei testi più famosi sulla filosofia indiana, come "Il potere del serpente", dedicato alla Kundalini, e "Il Tantra della grande liberazione".

 

Tra le caratteristiche peculiari del Tantra yoga, si possono sottolineare due aspetti: in primo luogo il carattere di segretezza di tutte le dottrine e pratiche tantriche e, strettamente collegata a questa, l’importanza della figura del maestro spirituale, il guru, considerato come manifestazione divina, al quale i praticanti devono obbedienza e devozione. 


Nei testi della letteratura indiana dedicati al Tantra, il tantrika è colui che segue questo percorso spirituale, opposto a vaidika, chi invece osserva i precetti della tradizione vedica. Il tantrika ha come fine ultimo la moksa, ovvero la liberazione dal samsara, il ciclo delle rinascite, e il raggiungimento di una condizione spirituale superiore.  Gli strumenti che egli ha a disposizione in questo cammino di ricerca sono molti.

 

Il Tantra infatti prevede tra i suoi metodi

Per chi è pensata la pratica del Tantra?

La pratica del Tantra yoga è utile a chiunque voglia approfondire in maniera olistica il rapporto tra corpo, mente e spirito, e rendere più sottile la propria percezione energetica. 
 

A livello fisico i benefici delle posizioni Tantra sono quelli specifici di ogni altra forma di yoga che preveda posizioni e tecniche di respirazione. In particolare:

  • Maggiore mobilità articolare;
  • allungamento muscolare;
  • diminuzione dei fastidi alla schiena;
  • benefici per l’apparato respiratorio;
  • riduzione dell’ansia e dello stress;
  • miglioramento dell’umore.
     


Quali disturbi cura il tantra?

La pratica del Tantra mira al raggiungimento di uno stato di equilibrio e armonia tra il corpo fisico, grossolano, e i corpi più sottili e spirituali, e può essere quindi molto utile nei casi in cui sia necessario lavorare su squilibri fisici oppure su sbilanciamenti energetici in eccesso o in difetto, che possono causare ad esempio stati di agitazione e ansia o, all’opposto, di apatia e depressione.

 

Per farlo, è molto importante lavorare sui 7 chakra principali, che sono centri energetici presenti lungo la sushumna, che coincide con la colonna vertebrale e rappresenta l’asse di risalita della Kundalini.

 
1.    Muladhara
2.    Svadhistana
3.    Manipura
4.    Anahata
5.    Vishuddi
6.    Ajna
7.    Sahasrara
 

A livello anatomico, i chakra sono collegati a organi e ghiandole, che vengono direttamente stimolati attraverso pratiche fisiche mirate, ma sono anche associati a forme, colori e suoni specifici, che possono essere utilizzati nelle pratiche meditative e nell’impiego di yantra, mandala e mantra.

 

Amore e sesso tantrico

In Occidente si è cominciato a parlare di Tantra soprattutto a partire dai movimenti New Age del 1960, in relazione alla rivoluzione sessuale e alla liberazione del corpo dalle repressioni culturali fino a quel momento in corso. 

Da quel momento il Tantra è stato spesso erroneamente visto solo come culto dell’estasi e del sesso, riducendone la portata filosofica e spirituale ad un insieme di tecniche volte a prolungare il piacere fisico e a raggiungere orgasmi più profondi.


Sebbene nel cosiddetto tantra della mano sinistra l’unione fisica tra uomo e donna, maithuna, sia una pratica descritta e prevista nei rituali tantrici, il suo significato e scopo è altro: si tratta infatti di un atto sacro, simbolo dell’unione energetica tra le forze maschile e femminile, Shiva e Shakti, necessaria per risvegliare l’energia della Kundalini e ascendere a stati di estasi e beatitudine ultraterreni. 


Nell’amore tantrico ci si dona e ci si apre senza inibizioni all’altro non solo nell’atto pratico dell’accoppiamento, ma anche e soprattutto attraverso un insieme di gesti, azioni e comportamenti volti a creare uno stato di totale armonia della coppia. 


È infatti molto importante preparare l’ambiente, che sia accogliente, caldo, con luci soffuse, e colori, profumi e suoni in grado di stimolare e acuire di tutti i sensi. E ancor di più dedicarsi tempo e attenzione, ad esempio attraverso l’uso del massaggio tantrico, ma anche coltivando uno scambio sincero e una comunicazione intima, utili ad avvicinare la mente oltre che i corpi.

 

Introduzione al tantra: i benefici della pratica

Cos'è il massaggio tantrico 

Come praticare il tantra