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I nuovi tessuti per l’abbigliamento sono green

Se dobbiamo dare una svolta al nostro modo di vivere da qui a 20 anni, dobbiamo includervi anche il modo in cui ci vestiamo: conoscete tutte le fibre e tutti i nuovi tessuti green a disposizione sul mercato? Scopriamoli insieme!

I nuovi tessuti per l’abbigliamento sono green

I tessuti ecologici del futuro 

Sono molte, soprattutto da un paio di anni a questa parte, le proposte green di marchi di abbigliamento più o meno noti, negozietti e catene commerciali, da Zalando, a H&M, passando per Adidas o Max Mara, ma non solo.

L’orientamento della moda e di ciò che chiedono i consumatori è quello di unire tecnologia e rispetto per l’ambiente, nell’ambito di un’economia circolare che non sfrutta e non distrugge, ma che recupera con rispetto e attenzione, spesso realizzando buoni prodotti, a volte persino biodegradabili, antibatterici, isolanti o viceversa traspiranti, morbidi e leggeri. 

Verdi  dunque sono sempre di più i tessuti, dalla fibra di latte, alle plastiche riciclate che vengono dalle bottiglie o dal mare, al filo fatto con l’ortica e persino con le arance!

Sappiamo davvero riconoscere tutti questi tessuti e scegliere cosa è meglio comprare? Ecco, a seguire, un elenco dei principali tessuti green presenti oggi sul mercato, con qualche riferimento di produzione. 

 

Tessuti con fibre di natura

> "Orange fiber"la fibra tessile ricavata dalle bucce degli agrumi, “inventata” da due ragazze italiane, Adriana Santanocito ed Enrica Arena, entrambe siciliane. Simile all’acetato, l’orange fiber rilascia vitamina C - attraverso le nanotecnologie l’olio essenziale di agrumi viene incapsulato e fissato sui tessuti, così le microcapsule presenti si rompono gradualmente, rilasciando vitamine sulla pelle” (da Repubblica.it )  - ed è biodegradabile.

Salvatore Ferragamo, per fare un esempio, ha colto le potenzialità espressive di questo tessuto naturale, dando vita a una collezione che rende omaggio alla creatività mediterranea.

> "Fibra di latte o biancomil": si ottiene dall’estrazione della caseina tessile con processo di coagulazione. La fibra di latte viene tagliata a misura, lavata abbondantemente e fatta essiccare, quindi lavorata con le stesse modalità della lana naturale, pettinandola. Si può ottenere sia da latte intero che parzialmente scremato, come anche di latte di riso. Una fibra delicata, un filato leggero e irresistibile sulla pelle.

Lizé Natural Clothing, un esempio di prodotti a disposizione, oltre a quelli precedentemente indicati sul sito di Biancomil. 

 

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> "SeaCell ": fibra tessile ricavata dalle alghe marine, crea un tessuto dalle potenzialità antiossidanti e remineralizzanti; si tratta di base di un’alga marrone islandese, nota in patria per essere notevolmente nutriente e per dare origine a filati molto morbidi.

Premiata anche dall’Unione Europea per il suo essere “progetto a circuito chiuso”, l’alga va a produrre un’ampia gamma di vestiti sportivi e altamente traspirabili, ma non solo. Opportunità di utilizzo si possono avere anche nella realizzazione di lenzuola e tessuti per la casa, pigiami e biancheria intima, abbigliamento casual e per bambini. 

Altre fibre che possono sostituire degnamente il cotone - che richiede sostanze chimiche, produzione intensiva e molta acqua - sono poi la fibra detta “Jusi", fibra tessile ricavata dal banano, utilizzata da tempo in Giappone e in India; come anche la fibra che si può ricavare dalle noci di cocco o dalle foglie di ananas

Non dimentichiamo che esiste anche la fibra che si ottinee dall’eucalipto, denominata "Tencel Lyocell Eucalyptus", o semplicemente Lyocell o "Seta del legno" - altamente traspirante e antibatterica, e la tutta italiana fibra di ortica, fine, resistente e termoisolante, di cui è nota la produzione di Grado Zero. 

 

I tessuti green del riciclo

> "F-abric". Dagli inventori delle borse con i teloni dei camion e dei rimorchi, ecco che i fratelli Freitag danno nuova vita a un tessuto nuovo, biodegradabile, made in Europe: il F-abric, con materie prime che non hanno fatto il giro del mondo e che sono biodegradabili al 100%. Come riportato nel sito Freitag , il vestito, alla fine della sua vita. non viene buttato nel bidone dei rifiuti, ma nella compostiera.

> "Econyl ®" un nylon che si ricava dalle reti dei pescatori, fibra sostenibile anche scelta da grandi marchi, come Levi’s, Gucci o lo sportivo Wave-O , realizzato completamente con materiali di scarto rigenerati.  

> "Filo Newlife" , ricavato al 100% dalle bottiglie di plastica riciclate post-uso, è un valido materiale per realizzare una vasta gamma di tessuti high-tech, da quelli sportivi a quelli per lavoro, in special modo nel settore medico per la sua caratteristica antibatterica. Inoltre, nella versione Skin sun, protegge dai raggi UV. Anche Max Mara l’ha utilizzato per una linea di abiti. 

Altri neologismi? Familiarizzate con i termini "Eco-Heather" ed "Eco- Fleece", creati mischiando fibre tradizionali, come cotone biologico o poliestere riciclato, e seta artificiale, perchè potrebbero essere appunto il cotone o la seta del futuro. E ancora, sapete che esiste già il tessuto in grado calcolare il battito cardiaco e la temperatura corporea, oppure quello profumato che si impregna di essenze naturali, in grado di regalare grandi soddisfazioni agli amanti dell’aromaterapia. (curiosità estrapolate da Mindlab.).

 

Riferimenti per approfondire: Dizionario dei tessuti, Matech tessuti

 

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