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Infertilità e inquinamento

Gli ultimi dati Ocse confermano l'incidenza dell'inquinamento atmosferico tra le cause dell'infertilità. Un'alimentazione ricca di cibi antiossidanti e un'attività fisica costante aiutano a prevenire questo problema.

 Infertilità e inquinamento

Di inquinamento si muore 

Pare esserci una relazione diretta tra infertilità e inquinamento: a dirlo sono due voci attendibili del panorama della cooperazione per lo sviluppo globale da una parte e della ricerca italiana dall'altra. 

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nel suo ultimo rapporto dal titolo Prospettive ambientali dell'OCSE all'orizzonte del 2050 ha stimato come in Europa l’inquinamento atmosferico sia responsabile di circa 600.000 morti premature. 

Ancora, lo smog va a incidere considerevolmente sull’aumento della mortalità a livello mondiale, soprattutto nei Paesi asiatici Cina e India nello specifico, dove in certe città l'aria risulta irrespirabile.

Nello stesso documento viene, inoltre, riconosciuto che l’inquinamento atmosferico incida sulla fertilità della popolazione. 

In particolare, diversi studi epidemiologici hanno osservato che i fattori ambientali e l'esposizione ad agenti chimici inciderebbero anche sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi.

 

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L'ambiente influenza gli spermatozoi, anche in Italia

Non si va lontano: in una recente ricerca italiana sugli effetti inquinanti sul DNA umano dal titolo "Sperm DNA fragmentation: An early and reliable marker of air pollution"pubblicata sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology, ha evidenziato non solo quanto gli effetti dell'inquinamento vadano a incidere anche sulla morfologia degli spermatozoi, ma come anche polveri sottili e altri inquinanti possano modificare l’espressione di molti geni, aprendo così la strada allo sviluppo di varie patologie.

La ricerca ha dimostrato che attraverso l'esame del liquido spermatico si può misurare l'impatto dell'inquinamento sulla salute maschile.

Ciò ha messo in evidenza dati allarmanti sulla vitalità e fertilità del seme maschile di chi vive in aree gravemente inquinate, come si è dedotto dai casi specifici di Taranto o della Terra dei Fuochi, a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, comparati con chi abita in zone delle stesse regioni non considerate a rischio. 

L’evidente differenza tra i due campioni esaminati ha dimostrato che chi vive o lavora in aree inquinate ha una possibilità maggiore di sviluppare un certo danno spermatico.

I ricercatori hanno quindi dimostrato che la valutazione del DNA dello sperma può essere sia un indicatore della salute individuale e della capacità riproduttiva, quindi un dato adeguato per connettere l’ambiente circostante ai suoi effetti.

 

Cosa fare per contrastare l'infertilità

I consigli per chi, più di altri è soggetto o vive in aree a elevato tasso di inquinamento, sono legati alla prevenzione. 

La prevenzione può pasare dal cambio abitudini: arricchire la propria dieta con vegetali antiossidanti possibilmente di provenienza biologica, evitare l'uso di prodotti che contengono sostanze nocive (come ftalati o parabeni), non abusare di alcool ed evitare il fumo di sigaretta, incluso quello passivo.

L'inquinamento incide in modo significativo anche su ciò che mangiamo, causando l'impoverimento nutrizionale dei cibi.

Prendersi cura della propria fertilità, quindi del proprio benessere fisico e riproduttivo in età adulta, significa anche ritagliarsi un fine settimana per andare a ossigenarsi in montagna o dove l'aria è più pulita o per fare lunghe passeggiate lungo i litorali marini. 

 

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Foto: Pablo Hidalgo / 123rf.com