Yoga in apnea: origini, pratica, benefici

Lo yoga in apnea aiuta a capire attraverso il corpo che l’attività respiratoria è fortemente connessa all’equilibrio psicofisico. Scorpiamolo meglio.

>  Il significato dello yoga in apnea

>  Origini e filosofia dello yoga in apnea

>  La pratica

>  I benefici dello yoga in apnea

>  I maestri e le scuole

>  Curiosità sullo yoga in apnea

Yoga in apnea

 

Significato dello Yoga in apnea

La parola apnea deriva dal greco άπνοια, "calma", "assenza di respiro". Lo yoga per apnea unisce le tecniche della disciplina millenaria al training per l'immersione.

 

Origini e filosofia dello Yoga in apnea

Quando andare in profondità significa andarci col respiro e con il corpo stesso siamo nello yoga in apnea. Se è vero infatti che la pratica yogica crea accesso ad antri profondi di noi, parallelamente questo fa anche l'immersione vera e propria.

Jacques Mayol, pluriprimatista mondiale di immersioni subacque negli anni Settanta, è stato il primo a far dialogare la pratica yogica e l'apnea.

 

La pratica  

Chi pratica yoga in apnea conosce bene il pranayama, la respirazione yoga.

Non solo, ogni mattina il praticante in genere segue tutte le pulizie/purificazioni (shatkarma): jala neti e sutra neti (la pulizia con l'acqua e con il filo) per abituarsi a scaricare il muco che si accumula durante la notte nei seni frontali. 

Tutto questo fa parte di nadi shuddhi, la purificazione dei condotti, cui deve seguire la respirazione yogica completa, con la cintura addominale controllata. Poi kapalabhati, bhastrika e nadi shodhana. 

Un ottimo testo per addentrarsi nel pranayama è "Pranayama, la dinamica del respiro" di Andrè Van Lysebeth. Con pranayama si intende la pratica di veicolare coscientemente l'energia nell'organismo. 

"Il respiro è il miglior amico dell'uomo", la manifestazione prima e immediatamente percepibile della vita che si articola in maniera assai flessibile secondo le 4 classiche fasi: inspirazione - apnea a polmoni pieni, espirazione - apnea a polmoni vuoti). Una quinta fase, è un'apnea spontanea, una "sospensione estatica" che può avvenire naturalmente durante la meditazione e può essere il preludio di un grande avanzamento spirituale.

 

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I benefici dello Yoga in apnea

Con lo yoga in apnea si arriva a capire attraverso il corpo che l’attività respiratoria è fortemente connessa all’equilibrio psicofisico di ogni individuo e rappresenta uno degli strumenti più validi di cui l’uomo dispone per evolvere attivamente in direzione del benessere. 

Il pranayama induce calma, concentrazione e consapevolezza; costituisce una potente forma di purificazione da tutti quei subdoli vincoli psico-fisico-ambientali che impediscono una corretta ed efficace respirazione.

E la benefica ossigenazione che ne deriva registra notevoli impatti sull'Hatha yoga. L'esercizio muscolare risulta infatti più efficiente.

 

I maestri e le scuole

Federico Mana, campione italiano di apnea profonda, in Italia tiene corsi di yoga per apneisti, di pranayama e di Hatha yoga. Il suo gruppo di riferimento è un tema che si muove in Italia e all'estero e che prende il nome di Moving Limits. 

Anche il pluricampione di apnea Umberto Pellizzari utilizza nei suoi corsi di apnea esercizi di rilassamento e le tecniche yoga di Pranayama.

 

Curiosità sullo Yoga in apnea

Pellizzari ha dichiarato: "Ho avuto come maestro Jacques Mayol, che è stato il primo a introdurre lo yoga applicato all’apnea. Io utilizzo tecniche di respirazione yoga, il pranayama, e il tempo prima dell’immersione lo trascorro cercando di utilizzare dei metodi di rilassamento e concentrazione accompagnati da queste tecniche di respirazione."

 

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