Intervista

Quando i vegetariani festeggiano...

Quando i vegetariani festeggiano ci si mettono seriamente. Con esibizioni, danze, canti, esercizi di yoga e tai chi, arti marziali, teatro, mimi e molto altro. Intervista a Franco Libero Manco, presidente Associazione Vegetariana Animalista e del Movimento Universalista. Appuntamento Domenica 13 maggio alla Città dell'Altra Economia

Quando i vegetariani festeggiano...

Se vi dovesse capitare di andare sul sito della festa dei vegetariani, vi troverete di fronte a un irresistibile countdown, cui fa seguito un programma foltissimo, tutto da spulciare. La giornata è organizzata dall’AVA, un’associazione con una lunga storia alle spalle e un comitato scientifico di tutto rispetto: Franco Libero Manco, che ne è presidente, Valdo Vaccaro, Michele Refoli, Mauro Damiani, Caterina de Pisi, Manuela Di Cesare, Vincenzo Falabella, Michela Troiani, Giorgio Vitali. 

Si tratta di illustri esponenti del settore della nutrizione, pianificazione dietetica, aspetti immunologici e alimentazione naturale. 

Abbiamo fatto qualche domanda a Franco Libero Manco, presidente AVA (Associazione Vegetariana Animalista Onlus Armando D’Elia), in occasione della 10^ Festa Nazionale Vegetariani che quest’anno si svolgerà Domenica 13 maggio a Roma presso la Città dell’Altra Economia, ex Mattatoio dalle ore 10,00 alle ore 20,00.

 

Ci è piaciuto subito il tema portante della giornata, riassunto nel significativo pensiero: “Vegan, unico futuro possibile”.

Essere vegan non può essere più considerata una scelta legata al rispetto degli animali, della natura e alla consapevolezza che una corretta alimentazione può garantirci salute e benessere, ma l’unica possibilità per il genere umano di rendere possibile il futuro. Il nostro pianeta infatti non ha la possibilità di nutrire un popolo di carnivori, perché servirebbero altri 5 pianeti come il nostro per produrre le derrate alimentari necessarie agli animali d’allevamento e smaltire l’immensa quantità di escrementi e prodotti di scarto. Se tutta l’umanità adottasse lo stile di vita occidentale ci sarebbe un collasso immediato di tutti i sistemi.

Solo la cultura, la scienza e l’etica vegana più liberare l’umanità dalla fame, dalla violenza, dall’inquinamento, dalla distruzione delle foreste, dalle malattie, dal dolore...

 

Il Professor Armando D’Elia era chimico, naturalista e studioso di dietetica vegetariana. La sua passione per i temi legati al vegetarianesimo è stata forte, incredibilmente intensa. Ci sono ulteriori, specifiche ragioni per cui l’Associazione di cui è presidente si ispira a questo personaggio di rara tenacia e sapienza? 

Il Prof Armando D’Elia è stato tra i pionieri della cultura vegana in Italia ed erede della grande scuola igienista americana il cui capostipite fu Herbert Shelton. Il suo insegnamento ha precorso i tempi degli attuali movimenti che emergono unitamente alla consapevolezza della responsabilità verso se stessi e verso il destino collettivo.

 

In quale occasione è nata l’idea di una Festa Nazionale dei Vegetariani?

L’idea nasce da una spinta fisiologica al crescere esponenziale della grande famiglia dei vegetariani che oggi in Italia conta circa 6 milioni e prevede che nel 2030 metà della popolazione sarà vegetariana.

Per noi è bello ritrovarsi, parlare la stessa lingua, avere il medesimo sentire, nutrire la stessa speranza di un mondo libero dalle ingiustizie e dalla violenza sull’uomo, sull’animale e sulla natura.

 

Nel vostro sito abbiamo visto un box dedicato a varie petizioni on line. Come funziona la partecipazione degli utenti? 

Ognuno dei nostri collaboratori s’impegna a raccogliere le firme necessarie per petizioni intese a chiedere il riconoscimento dei diritti dei vegetariani negli istituti scolastici, negli ospedali, nelle mense pubbliche ecc. ma anche per protestare contro gli sponsor delle televisioni a favore del consumo di carne e prodotti nocivi per la salute delle persone, e molte altre iniziative.

A suo parere, quanto la longevità dell’uomo è legata all’atteggiamento non violento che si dovrebbe tenere verso gli animali? 

La non violenza della cultura vegana rende l’uomo più mite, più disponibile e tollerante. L’alimentazione vegetale, che fa aumentare nel cervello i livelli della serotonina, potenzia le difese immunitarie consentendo all’individuo di vivere più sano e più a lungo della media. Sbagliando alimentazione, consumando alimenti inadatti alla nostra natura di esseri frugivori, alimenti trattati, industrializzati ecc. l’essere umano perde almeno un terzo della lunghezza della sua vita.

Infatti la specie umana dovrebbe vivere 7 volte il suo periodo di sviluppo, cioè 130-140 anni come gli altri mammiferi: veneranda età raggiunta solo dalle poche popolazioni che nel mondo per tradizione sono vegetariane; per contro gli esquimesi che si nutrono quasi esclusivamente di carne hanno il primato della lunghezza della vita media più bassa in assoluto, oltre il più basso quoziente intellettivo.

 

Un numero sempre maggiore di nutrizionisti e chimici aderisce allo stile di vita vegetariano e ne promuove i benefici. Molti sono ancora coloro che attaccano il vegetarianesimo sul fronte della carenze alimentari, chiamando in causa anemia, perdita di vitamina B12 e altro. Ma un vegetariano è davvero costretto agli integratori?

Coloro che affermano che la dieta vegana sia carente di qualche nutriente non hanno sperimentato la bellezza ed i benefici di tale stile di vita. Parlo per esperienza diretta: sono vegetariano dal 1976 e vegano dal 1992. Da allora non accuso un raffreddore, un’influenza, un mal di testa e i miei esami ematici confermano la mia ottima salute. Questa realtà è comune a tutti coloro che sono coerentemente vegani. Quindi nessun integratore perché nessuna carenza.

 

Se dovesse suggerire un documentario e un libro a coloro che vogliono capire meglio e più da vicino conseguenze e realtà legate a tutte le forme di sfruttamento e maltrattamento degli animali, la predazione degli organi, le manipolazioni genetiche, quali indicherebbe? 

Vi è una letteratura vastissima a disposizione di tutti, ma i testi a cui si è ispirato il movimento animalista sono principalmente:

  • Imperatrice nuda, di Hans Ruesch;
  • Ecocidio, di Jeremy Rifkin;
  • Un’eterna Treblinka, di Charles Patterson;
  • Vivisezione o scienza, di Pietro Croce e molti altri.

Ma soprattutto inviterei tutti a leggere il rivoluzionario best seller di Colin e Thomas Campbell The China Study. Documentari sul maltrattamento di animali ce ne sono  troppi su internet per citarne solo alcuni.

 

La Festa Nazionale dei Vegetariani ospiterà anche esibizioni di yoga e tai chi. Secondo lei una potenziale evoluzione della coscienza (e forse lo spiraglio da un sistema in netta crisi quale quello in cui viviamo) passa non solo attraverso una relazione diversa con l’animale, ma anche mediante percorsi psicofisici di integrazione di centri emotivi, razionali e motori?

Finché l’essere umano avrà una coscienza in grado di giustificare l’esistenza dei mattatoi, veri e propri campi di concentramento e di sterminio in tempo di pace, non avrà né la sensibilità né l’intelligenza positiva necessarie a rendere migliore questo mondo.

Solo valorizzando il diverso, il piccolo, l’indifeso, rispettando la sacralità della vita di ogni essere vivente è possibile rendere la coscienza umana più giusta, fraterna e solidale verso gli stessi esseri viventi, compresi gli umani.

 

Lei ritiene che l’aggressività imperante con cui ci si misura per strada, nel traffico, sul lavoro, nelle relazioni sia conseguenza dell’assunzione di carne e della difficoltà nell’eliminazione delle tossine derivanti? Sia legata, in altri termini, a un eccesso di Yang?

L’aggressività e la violenza umana risulta direttamente collegata al consumo di carne. Questa infatti fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello di due neurotrasmettitori, la dopamina e l’adrenalina, responsabili dell’aggressività tipica degli animali predatori. La carne è un alimento adatto agli animali predatori, serve a dare loro l’aggressività necessaria ad uccidere la preda.

Gli animali più miti, oltre che più forti e prolifici, sono invece vegetariani. In sostanza, come diceva A. Kingsford: “Finché gli uomini si ciberanno come le tigri essi manterranno la natura della tigre”. 

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