Yoga: origini, benefici, tutte le tecniche

Lo yoga è stato dichiarato Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità dall’Unesco nel 2016, per la sua enorme e positiva influenza su diversi aspetti della società indiana: dalla salute alla medicina, dall’educazione alle arti. Scopriamo insieme le origini e le caratteristiche di questa antica disciplina.

Yoga, origini, benefici e pratiche

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Sebbene oggi lo yoga sia molto spesso descritto e raffigurato come una pratica fisica, riservata a corpi per lo più atletici e flessibili, le sue radici affondano millenni fa in un sistema di conoscenze che riguardano in maniera interconnessa corpo, mente e spirito, allo scopo di condurre all’autorealizzazione.

 

 

Il mito dietro la nascita dello yoga

La nascita dello yoga è antichissima e ancora oggi gli studiosi si interrogano sulla possibilità di datare con esattezza l’origine di questa disciplina. Una leggenda narra che migliaia di anni fa il dio Shiva, seduto sulla riva di una spiaggia, stesse istruendo la moglie Parvati sulla pratica dello yoga, quando si accorse di un pesce, Matsya, che lo stava ascoltando rapito dalle sue parole. Il pesciolino si dileguò in fretta e nuotò per chilometri e chilometri mettendo a frutto gli insegnamenti carpiti da Shiva, fino ad attraversare tutte le tappe del percorso evolutivo e a trasformarsi in uomo.

Il suo nome, da lì in avanti Matsyendra (ovvero “pesce divenuto uomo”), è ricordato come quello del primo yogi, al quale si deve l’insegnamento della scienza dello yoga.

 

Il significato della parola "yoga"

Il significato del termine Yoga, che deriva dalla radice yuj-, in sanscrito è “giogo o unione”. Si può parlare dello yoga quindi come percorso per raggiungere l’unione o l’integrazione armonica dell’uomo con sé stesso, con il Tutto o con il cosmo, attraverso il riconoscimento della natura che accomuna l’individuo, il Sé, con il divino, il microcosmo con il macrocosmo, Atman e Brahman.

 

Allo stesso modo sono yoga anche le tecniche per raggiungere o muovere alla scoperta di questa consapevolezza, indicando nella pratica tanto il mezzo quanto il fine di una ricerca personale e spirituale volta alla connessione.

 

Origini e descrizione dello yoga

Lo yoga affonda le sue radici in India diversi millenni fa. Alcuni scavi effettuati da Sir John Hubert Marshall agli inizi del ‘900 nella valle dell’Indo, intorno alle città di Harappa e Mohenjo-Daro, portarono infatti alla luce segni di una civiltà risalente al periodo fra il IV e il II millennio a.C. e, grazie al ritrovamento di statuette e sigilli in terracotta raffiguranti individui in posizioni yogiche di meditazione (es. siddhasana o sukhasana), hanno fatto pensare alla conoscenza di queste pratiche ben prima della cultura vedica (1700-800 a.C.).

 

La prima menzione scritta dello yoga si trova però all’interno del Rgveda, uno dei testi sacri della cultura vedica, dedicato alle cerimonie e ai riti della civiltà degli Arii, in cui si legge “l’uomo deve aggiogare sé stesso come un cavallo disposto ad obbedire”.

 

Gli altri Veda propriamente detti Samaveda, Yajurveda e Atharvaveda, erano dedicati rispettivamente agli inni e ai mantra, alle formule sacrificali e ai poteri psichici e soprannaturali, ed è in quest’ultimo testo che lo yoga ritorna, legato questa volta al concetto di controllo della respirazione (pranayama).

 

Successivamente, nelle Upanishad, nate come commentari dei Veda e inizialmente trasmesse solo per via orale, vengono descritti molti altri concetti correlati alla pratica dello yoga, fra cui quelli di prana, chakra, meditazione, samsara, karma e un accenno ad aspetti pratici, come gli asana.

 

Bisogna attendere lo sviluppo dello Hatha Yoga di Swami Goraknath (XII secolo), perché gli asana e le tecniche di respirazione vengano sviluppati come veri e propri esercizi psicofisici per mantenere il controllo sull’energia cosmica presente nell’uomo.

 

Puoi approfondire come si diventa e cosa fa l'insegnante di yoga

 

Gli Yoga Sutra di Patanjali

Patanjali, figura quasi mitica della cultura indiana, è considerato il padre sistematico di questa disciplina.

Gli Yoga Sutra che a lui si ascrivono, redatti fra il IV e il V secolo d.C., sono 196 aforismi in cui sono raccolti, classificati e organizzati le pratiche, le tecniche e il sapere legati allo yoga e conosciuti fino a quel momento solo da asceti e mistici.

Nell’arco di quattro capitoli, detti Pada:

  1. Samadhi
  2. Sadhana
  3. Vibhuti
  4. Kaivalya


Patanjali spiega il cammino che il sadhaka, o praticante, deve compiere per raggiungere la liberazione, moksa.

Patanjali indica otto stadi (asthanga, “otto membra”) di questo percorso:

  • Yama, norme di comportamento sociali;
  • Niyama, codici di condotta personali;
  • Asana, posture o posizioni fisiche;
  • Pranayama, tecniche per governare la respirazione e il flusso di energia (prana);
  • Prathyara, ritrazione dei sensi;
  • Dharana, concentrazione;
  • Dhyana, meditazione o contemplazione profonda;
  • Samadhi, unione con l’oggetto della meditazione.

 

Cos'è lo yoga 


Uno degli aforismi più noti e che meglio svela il significato originario della pratica dello yoga, secondo quanto teorizzato da Patanjali, è “yogaś citta vṛtti nirodhaḥ”: lo yoga sarebbe dunque il modo per quietare, indirizzare o calmare i vortici o le fluttuazioni della mente

 

La pratica per come oggi spesso la si intende, come mera esecuzione di asana ed esercizi di respirazione, non è che uno step iniziale: fondamentale per il cammino di ricerca e ascesa, ma non esaustivo di quello che lo yoga davvero rappresenta.

 

Nei secoli gli approcci, le tradizioni e i diversi lignaggi hanno dato origine a pratiche molto diverse fra loro, alcune più fisiche, altre più meditative, altre ancora dedicate all’aspetto devozionale: si parlerà quindi di

 

Benefici dello yoga


Tra i benefici dello yoga:

  • Migliora la postura, la mobilità e la propriocezione del corpo
  • favorisce una respirazione corretta e funzionale
  • mantiene in buona salute il sistema cardiocircolatorio e gli organi interni
  • rafforza il sistema immunitario
  • riduce lo stress e riporta in equilibrio il sistema nervoso autonomo (simpatico vs parasimpatico)
  • aumenta la concentrazione e la memoria
  • aiuta a gestire meglio le emozioni
  • combatte l’insonnia e i disturbi del sonno
  • migliora l’autostima e la fiducia in sé
  • ripristina i livelli di energia vitale e benessere

 

Come cambia il corpo con lo yoga

Soffermandoci sull’aspetto fisico”, che oggi è quello che inizialmente attrae o spinge una persona a cominciare a praticare, lo yoga ha indubbi benefici sia fisici che mentali.

Lo yoga, comunque lo si sperimenti, è una disciplina che attraverso strumenti come il respiro, il corpo, l’intelletto, i sensi, il cuore, conduce a fare esperienza più diretta e personale della realtà.

E non è raro che, anche solo la pratica fisica fatta con costanza, porti il praticante a sentire di voler approfondire questa disciplina, a fare scelte di vita diverse e magari a osservare cambiamenti nel proprio approccio al mondo circostante.

 

Quanti minuti di yoga al giorno

Per ottenere il massimo beneficio dalla pratica dello yoga la costanza è la chiave più importante: sono infatti sufficienti anche pochi minuti al giorno, magari al mattino appena svegli oppure la sera prima di andare a dormire, per notare in breve tempo una differenza sul piano psicofisico.

Per farla diventare una sana abitudine si può cominciare dedicando alla pratica 10 o 15 minuti della propria giornata: a seconda del proprio obiettivo si potrà partire da movimenti semplici, per risvegliare e sciogliere il corpo o al contrario per prepararlo al rilassamento; da tecniche per migliorare la respirazione e i livelli di concentrazione; oppure da esercizi di hatha yoga più mirati. 

In aggiunta, è utile seguire almeno una o due lezioni a settimana insieme a un insegnante certificato, per apprendere la tecnica dalle basi ed evitare i rischi di una pratica errata.

 

Controindicazioni e rischi dello yoga

Come abbiamo visto, i benefici di una pratica regolare sono molteplici. Non mancano però alcune controindicazioni dello yoga di cui è bene tenere conto.

Uno dei più noti aforismi di T.K.V. Desikachar, uno dei maggiori maestri del XX secolo, è “Chiunque può respirare. Dunque chiunque può praticare yoga”. Sebbene questo sia vero, non bisogna dimenticare il principale insegnamento dello yoga: quello di ascoltare il proprio corpo e il proprio stato fisico ed emotivo, nel momento, per regolare la pratica di conseguenza. 

Tutti i corpi sono diversi, tutte le condizioni sono diverse e dunque è bene non sforzare e non andare oltre i propri limiti. Questo significa che ci si deve avvicinare gradualmente alla pratica e via via alle posizioni più complesse e che è utile cominciare poco per volta a familiarizzare con le tecniche di regolazione del respiro e con gli aspetti più sottili della pratica, che, benché meno visibili, non sono meno rischiosi se presi troppo alla leggera. 

Un bravo insegnante ha il compito di guidare i propri allievi, modulando la pratica in modo che tutti possano ottenere i massimi benefici e minimizzare infortuni e rischi di una pratica affrettata e superficiale. 
 

 

Tipi di yoga

Sebbene lo yoga moderno si possa inserire genericamente sotto il cappello dello Hatha Yoga (da “Ha”, Sole, e “-tha”, Luna), in Occidente si sono diffusi e sviluppati molteplici stili, che hanno in comune alcuni aspetti (es. la pratica di asana e l’utilizzo del respiro) e differiscono in altri. Fra i più noti e praticati a livello mondiale si possono citare sicuramente:

 

A prima vista si tratta di pratiche molto lontane, sviluppatesi però da una radice comune: i loro fondatori sono stati infatti tutti discepoli di T. Krishnamacharya (1888-1989), a tutti gli effetti considerato il padre fondatore dello yoga moderno.

 

A questi stili tradizionali se ne affiancano di più moderni, come ad esempio:

  • Bikram
  • Dharma Forrest
  • Katonah Yoga.


A pratiche dinamiche e fluide, si possono contrapporre altre più statiche e passive, fra cui:


A tutte queste si aggiungono poi approcci e filoni più dedicati:

E così via.

 

Posizioni dello yoga: qualche esempio

Ecco alcuni esempi per riconoscere le principali differenze fra alcune diverse tecniche di yoga di cui spesso si sente parlare:

Hatha: si intendono delle lezioni con un’impostazione piuttosto classica e un ritmo, in termini di intensità e velocità, non sostenuto. Le lezioni di hatha yoga prevedono che le posizioni si mantengano per un tempo prolungato e sono spesso completate da esercizi di pranayama e meditazione.

Alcune posizioni, che si ritrovano ad esempio nel Saluto al sole, sono: 

  • Tadasana, la posizione della montagna
  • Adho Mukha Svanasana, la posizione del cane a faccia in giù
  • Urdhva Mukha Svanasana, la posizione del cane a faccia in su
  • Uttanasana, la posizione della pinza in piedi
  • Chaturanga dandasana, la posizione del bastone.

Vinyasa: la parola vinyasa indica il modo di collocare in modo armonico e graduale le posizioni una dopo l’altra. La differenza principale rispetto all’hatha sta nella fluidità e nel ritmo delle lezioni: il vinyasa flow descrive tutte le pratiche più dinamiche in cui i movimenti sono accompagnati dal respiro, in una sorta di meditazione attiva.

Kundalini: le lezioni di kundalini yoga si concentrano soprattutto sul risveglio energetico di chi le pratica, attraverso tecniche di pranayama, purificazioni o kriya, meditazioni, mudra e canto dei mantra. Le lezioni possono essere molto intense, anche se non prevedono molte posizioni in piedi.

Yoga per bambini: le lezioni di yoga per bambini sono un ottimo modo per avvicinare i più piccoli alla pratica, sfruttando la loro creatività e stimolandone la coordinazione, l’attenzione, la curiosità e l’empatia. Le mosse di yoga che si insegnano sono posizioni semplici da eseguire, spesso ricordano animali e forme che i bambini possano facilmente mimare o comprendere.

Antigravity: è un’attività recente, che fonde più discipline, fra cui lo yoga, il fitness, il pilates e la danza. Come si capisce dal nome stesso, questa pratica sfrutta l’assenza della gravità grazie a delle particolari strutture sospese simili a delle amache, che rendono più agili e liberi i movimenti, aiutando l’allungamento della colonna vertebrale e il rinforzo dei muscoli.
 

Tanta varietà può a primo impatto confondere e distrarre, ma di contro ha il vantaggio di permettere a ciascuno di esplorare e sperimentare, di raccogliere i benefici della pratica e di trovare i propri strumenti per intraprendere quel cammino di ricerca che è lo yoga.