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Dentosofia: la saggezza dei denti

La Dentosofia riconosce la correlazione tra salute della bocca, del corpo e della psiche. Questo ha permesso di mettere in relazione le disarmonie del cavo orale con svariate patologie, che vanno dal mal di testa e di schiena, alle problematiche della sfera otorinolaringoiatrica, ai disturbi dell'equilibrio, alla difficoltà di concentrazione. Il nesso è dato dall'alterazione delle funzioni della bocca (masticazione, deglutizione, respirazione), che si ripercuote sulla salute dell'intero organismo. La Dentosofia si propone il riequilibrio del cavo orale attraverso l'uso dell'attivatore plurifunzionale. Alla riarmonizzazione della bocca seguirà la riarmonizzazione dell'intero organismo e delle sue patologie correlate alle disfunzioni del cavo orale.

Dentosofia: la saggezza dei denti

La Dentosofia (così chiamata da “dens”, dente, e “sophia”, saggezza) nella definizione dei suoi ideatori, dott. Rodrigue Mathieu e dott. Michel Montaud, è  “una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e, più estesamente, quello del mondo intero”.

Questa terapia prende le mosse dal riconoscimento della correlazione tra salute della bocca, del corpo e della psiche: la bocca, visibile, è espressione dell’invisibile, la psiche. E infatti, man mano che la terapia procede, parallelamente al riequilibrio dell’apparato stomatognatico, i pazienti sperimentano un cambiamento nella loro visione del mondo, mentre le problematiche fisiche e psicologiche si attenuano progressivamente.

In più di quindici anni di esperienza, i due autori hanno osservato una relazione sistematica tra una bocca disequilibrata e svariate patologie, quali:

  • mal di testa
  • mal di schiena
  • dislessia
  • difficoltà di concentrazione
  • bambini ipercinetici
  • disturbi del sonno
  • stress, depressione
  • problemi della sfera ORL
  • problematiche allergiche
  • disturbi dell’equilibrio
  • dolori articolari

Il riconoscimento del legame esistente tra disturbi delle funzioni biologiche vitali e la comparsa di patologie organiche è molto antico. Il primo funzionalista di cui abbiamo notizia è probabilmente l’oratore greco Demostene, che riuscì a correggere la propria balbuzie declamando ad alta voce le sue orazioni con la bocca piena di sassolini, di fronte al mare in tempesta. 

Gli storici attribuiscono tuttavia la paternità della filosofia e dei metodi funzionali in campo odontoiatrico a Pierre Fauchard e Nicolas Andry nel XVIII secolo e a Pierre Robin all’inizio del XX.

Questi autori si erano resi conto che le deformazioni della bocca si accompagnavano a disfunzioni organiche, elencando un numero impressionante di patologie. Tali patologie si manifestano quando sono alterate le seguenti funzioni neuro-vegetative:

  • la suzione o il suo stadio maturo, la masticazione
  • la deglutizione
  • la fonazione
  • la respirazione nasale

Queste funzioni disturbate sono la causa sia delle dismorfosi a livello della bocca, sia delle patologie che ad esse si accompagnano.

Tutti i funzionalisti hanno dedicato i propri sforzi alla ricerca di un apparecchio che permettesse la correzione di queste funzioni, per ottenere una modificazione del cavo orale. Le funzioni neuro-vegetative si instaurano a livello sub-conscio: tutte le tecniche che, per la loro correzione, fanno appello solo alla coscienza e alla volontà cosciente non possono che portare a risultati parziali.

 

Il principale strumento terapeutico utilizzato dalla Dentosofia è un apparecchio in caucciù o in silicone, l’attivatore plurifunzionale. La terapia si basa sull’uso diurno (da una a due ore) e notturno dell’attivatore. Durante il giorno si attua un processo di educazione cosciente attiva, durante la notte, invece, il processo è incosciente passivo. 

Fondamentali per la riuscita del trattamento sono:

  • la regolarità
  • il rispetto dell’integrità corporea: non bisogna mai spingersi fino a sentire tensioni, contrazioni, dolore sia a livello del cavo orale, sia a livello di nuca, spalle, schiena, ecc.
  • la coscienza: gli esercizi diurni vanno eseguiti prestando la massima attenzione a quanto sta succedendo nella bocca e nel corpo, ricercando una percezione sottile, affinata di tutte le sensazioni. Ottimo è l’uso dell’attivatore durante attività sportive: si ha un miglioramento delle capacità fisiche e della percezione corporea.

Da un punto di vista neurofisiologico, tutte le funzioni neurovegetative sono interdipendenti e collegate tra loro. Quindi lavorare su una di esse è come lavorare sul loro insieme e agire sulla loro correzione simultaneamente potenzia i risultati.

L’attivatore plurifunzionale provoca la modificazione della forma delle arcate e dell’occlusione, cambiando la posizione d’equilibrio delle forze muscolari antagoniste, e modifica la posizione statica e dinamica della lingua.

In sintesi, l’attivatore plurifunzionale porta a una rieducazione del sistema masticatorio neuro-muscolare, della deglutizione, della fonazione e della respirazione nasale. 

La possibilità di questa rieducazione è legata alla neuro-plasticità: da alcuni anni si è evidenziata l’importanza di una sostanza, detta fattore neurotrofico, che si comporta come nutrimento per le cellule nervose, stimolando la proliferazione dei dendriti di un neurone, per creare nuove connessioni nervose.

Il nostro sistema nervoso contiene una grande quantità di neuroni a riposo, pronti per essere attivati sia fisiologicamente, sia grazie ad un’azione terapeutica. 

Molto significativo è il fatto che il fattore neurotrofico sia prodotto, tra l’altro, grazie all’attività muscolare e nelle ghiandole salivari.

La neurologia d’avanguardia sta dimostrando che la funzione crea l’organo e che la vita è movimento, postulati proposti già da anni dall’osteopatia e da tutte le terapie funzionali.

Portare l’attivatore un’ora al giorno, mordicchiandolo, permette di raggiungere il sistema nervoso centrale, attraverso la produzione di fattore neurotrofico, e quindi le funzioni neuro-vegetative.

La respirazione e la deglutizione vengono anche influenzate in modo diretto:

  • l’attivatore impedisce alla lingua di appoggiarsi alle arcate dentarie e di partecipare a una deglutizione atipica
  • portando l’apparecchio, il paziente può respirare solo con il naso
  • l’attivatore agisce sul meccanismo della masticazione e permette di sbloccare l’occlusione.

Il lavoro sulle funzioni neuro-vegetative si estende del tutto naturalmente alla suzione e all’articolazione dei suoni (infatti tutte le funzioni neuro-vegetative sono interdipendenti e utilizzano le medesime strutture), nonché al ritmo cardiaco (studio di Macary del 1960 sull’ipertrofia cardiaca destra in tutti i respiratori buccali) e, infine, a tutta la catena respiratoria.

Concludendo, la Dentosofia, attraverso l’osservazione di ciò che è visibile (la bocca) comprende ciò che è invisibile e stabilisce la terapia. Le dismorfosi della bocca vengono affrontate tenendo conto del ruolo che hanno come sintomi visibili esteriori di ciò che non riusciamo a vedere.

 

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