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Clownterapia: storia ed obiettivi del clown in ospedale

A trent’anni dalla nascita della prima unità di sostegno sanitaria formata da clown, vogliamo proporvi in questo articolo un approfondimento sull’importante e crescente ruolo svolto dalla clownterapia nei contesti ospedalieri

Clownterapia: storia ed obiettivi del clown in ospedale

Chi ancora non sapeva che negli ospedali di tutto il mondo si aggirano personaggi eccentrici, vestiti con camice bianco e con un grande naso rosso?

Perché da tempo il clown non è più presente solo nei circhi e nei luoghi preposti al divertimento, ma anche negli ospedali?

 

Il Clown Dottore 

I professionisti della clownterapia sovvertono nel proprio personaggio di Clown Dottore, burlone e irriverente, la figura autoritaria del medico presente nell’immaginario di ciascuno di noi.

In una sorta di inversione rituale carnevalesca, il dottore distaccato e serio si converte in un dolce scapestrato che usa il materiale medico-sanitario - guanti, cerotti, stetoscopio - in modo bizzarro, provocando l’ilarità dei suoi osservatori.

La clownterapia risponde ad una necessità ed un desiderio di pazienti di ogni età di mantenere l’allegria, l’umorismo e l’umanità delle relazioni anche in situazioni dove è facile perderle, come i lunghi periodi di ospedalizzazione.

Quando i Clown Dottori girano tra le corsie di un ospedale, l’atmosfera che si respira cambia notevolmente: adulti e bambini ridono e si dimenticano, anche solo per un momento, della loro malattia, con importanti benefici sull’andamento della degenza.

 

Le origini della clownterapia

Ripercorre a ritroso la storia alla ricerca del primo clown che varcò le soglie di un ospedale ci permette di conoscere che l’interazione tra il campo delle arti circensi e quello medico è più antico di quanto possiamo immaginare. Si pensa che la presenza del clown in strutture per la cura di malattie affondi le proprie origini tra il V e il IV secolo A.C., ai tempi di Ippocrate, padre della medicina occidentale. Tuttavia ad oggi non disponiamo di prove documentali che attestino quest’ipotesi e dobbiamo arrivare fino alla storia del XIX secolo per trovare i primi documenti - per lo più dipinti - che testimoniano la presenza dei clown negli ospedali.

Un altro passo importante nella storia della clownterapia avviene ad opera della famiglia circense italiana Fratellini quando, verso la fine del XIX secolo, il trio di clown composto da Paolo, Francesco e Alberto Fratellini cominciò ad effettuare visite sporadiche in diversi ospedali.

Tuttavia, la nascita del Clown Dottore come figura tecnica sociosanitaria con metodi ed obiettivi definiti, avvenne 30 anni fa a New York. Era il 1986 quando il clown Michael Christensen del Big Apple Circus di New York partecipò ad un evento nel Babies & Children’s Hospital del Columbia-Presbyterian Medical Center di New York, in occasione dell’Heart Day, giornata dedicata ai bambini che devono sottoporsi a chirurgia cardiaca.

A partire da quell’incontro a cui Christensen partecipò nei panni di Dr. Stubs, il suo personaggio clown, si avviò un dialogo con il primario di pediatria che sfociò nella creazione della prima Clown Care Unit. La Clownterapia era nata e negli anni successivi iniziò a diffondersi rapidamente a livello internazionale.

 

Quali sono gli obiettivi e le funzioni del Clown Dottore?

L’esperienza dell’ospedale, come tutti sappiamo, difficilmente viene vissuta in modo gradevole e, soprattutto per i bambini, può arrivare ad essere spaventosa e traumatica. Ci si allontana dai propri affetti, crollano i punti di riferimento spaziali, la quotidianità viene interrotta per un periodo più o meno lungo. Inoltre le procedure mediche possono essere invasive e per questo provocare ansia, dolore, ricordi spiacevoli.

Il Clown Dottore tenta di trasformare quest’esperienza e renderla il più possibile piacevole, nell’ottica che esistono malattie inguaribili ma non esistono malattie incurabili e che l’aspetto del prendersi cura è fondamentale anche e soprattutto nel caso di malattie croniche o terminali.

Gli obiettivi della clownterapia dunque si situano interamente nel campo della relazione e possono essere riassunti in questo modo:

  • favorire i processi di umanizzazione delle relazioni in ambito ospedaliero,
  • ridurre l’ansia durante le fasi preoperatorie (per esempio durante l’induzione dell’anestesia)
  • migliorare la qualità della degenza,
  • migliorare lo stato emotivo dei pazienti e dei loro parenti alleviando angoscia e paure.

Per raggiunge questi obiettivi il Clown Dottore svolge determinate funzioni come distrarre il paziente dalle procedure mediche e dal dolore; scaricare l’aggressività e ridurre lo stress dei pazienti pediatrici attraverso il gioco; portare affetto, allegria e umorismo.

Gli obiettivi della clownterapia e la sua efficacia terapeutica si situano quindi su un piano, quello delle relazioni, che spesso è sottovalutato e dimenticato.

Il Clown Dottore, in un certo senso, vuole ricordare ai professionisti della salute che avere un atteggiamento giocoso e umoristico con i propri pazienti è parte integrante delle cure e che questo beneficia ogni fase del processo, dal momento dell’ospedalizzazione al periodo postoperatorio.

Per approfondire sul tema, consigliamo di leggere il libro curato da Alberto Dionigi e Paola Gremigni “La clownterapia. Teoria e pratiche”, 2014, Carocci Editore.

 

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