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Shhhhh, arriva il silent yoga

L’energia del gruppo e l’intimità del rapporto one to one con l’insegnante: questo il senso del silent yoga, uno stile pensato per rendere sempre più intense le “grandi occasioni” di pratica yoga

Shhhhh, arriva il silent yoga

In Italia e nel mondo gli eventi legati allo yoga sono sempre più numerosi e sempre più maestosi in termini di coinvolgimento di pubblico; moltissime sono le occasioni che vedono gli yogi radunarsi, dal Festival dello Yoga, alla Giornata internazionale dello yoga.

Solo per citare Roma, la città dove vivo, questa disciplina ha accompagnato noi capitolini in estate grazie alle lezioni all’aperto offerte in varie Ville, nei due happening sopra citati, al festival dell’oriente e così via.

Il moltiplicarsi di questi avvenimenti ne migliora sempre più la resa performativa snellendo le procedure di partecipazione e fluidificando i piccoli problemi pratici che incorrono quando tante persone si radunano in un unico luogo.

Da un punto di vista prettamente yogico, riteniamo che un grande passo in avanti è stato fatto con il cosiddetto silent yoga, uno stile che si plasma nel mondo contemporaneo senza perdere la sua essenza ascetica.

In che modo?

 

Un'idea semplice e potente: il silent yoga

L’idea del silent yoga, in definitiva, è quasi banale, ma ci auguriamo si diffonda sempre di più.

In sostanza, questo stile si avvale dell’ausilio di cuffie wireless che vengono distribuite ai partecipanti attraverso le quali l’insegnante può condurre la sua lezione e raggiungere anche l’ultimo allievo in 20/30esima fila; le cuffie isolano dai rumori esterni e permettono una totale immersione nella pratica.

Questa strategia è particolarmente soddisfacente perché risolve un problema reale degli eventi yogici più affollati: spesso la grande energia che scaturisce da una molte persone unite nella meditazione va a perdersi - o comunque ad annacquarsi - a causa di un contesto che, raramente, è davvero rispettoso dell’evento. Vuoi i rumori molesti, alcuni dei quali autenticamente irrisolvibili, vuoi il comportamento poco consono di alcuni, spesso i raduni yoga si trasformano in esperienze di pratica non molto soddisfacenti.

Il silent yoga risolve “magicamente” molti di questi inconvenienti attraverso un device tecnologico che, a nostro parere, è davvero prezioso soprattutto in determinate circostanze. I rumori, infatti, possono costituire dei distruttori potentissimi che sciupano la purezza della lezione. Anche i più comuni amplificatori e microfoni tradizionali, per quanto sia pure di ottima qualità, innegabilmente spezzano l’atmosfera e, comunque, non proteggono dalle molestie ambientali esterne.

Pertanto le cuffie yogiche le applaudiamo con soddisfazione e appoggiamo l’uso intelligente della tecnologia, quale strumento per migliorare, e non snaturare, la pratica: un sano spirito di adattamento al contesto che non possiamo che condividere!

 

Uno stile che speriamo si diffonda sempre di più

Attualmente, il silent yoga è una vera avanguardia, almeno in Italia. Recentemente, sempre a Roma, è stato praticato presso il Maxxi e in occasione dello Yoga Festival, ma ci auguriamo che le occasioni si moltiplichino e permettano ad un pubblico sempre maggiore di gustare lo yoga in versione 2.0.

Praticare in gruppo è un’esperienza estremamente appagante che, grazie alle cuffie yogiche, sarà fruibile in contesti sempre più eterogenei e in modo ancor più soddisfacente.

 

Come mi vesto per la lezione di yoga?

 


Per approfondire:

> Yoga, origine e pratica