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3 Asana in torsione: il corpo da differenti angolazioni

Ognuna degli asana proposti porta il nome di un grande saggio della mitologia indù. A livello simbolico, infatti, le torsioni spinali indicano la possibilità di muoversi in ogni direzione pur rimando sempre fissi in un punto e di cogliere i molteplici aspetti della realtà comprendendone e accettandone ogni sfaccettatura

3 Asana in torsione: il corpo da differenti angolazioni

All’interno del repertorio degli asana, le posizioni di torsione possono risultare particolarmente intriganti: da un punto di vista fisico, invitano il nostro corpo - il genere il dorso - ad avvolgersi su se stesso attraverso un movimento a spirale talvolta non facile da conquistare.

Da un punto di vista simbolico, permettono di prendere consapevolezza della flessuosità potenziale che alberga all’interno di ognuno, ma che spesso è ingessata dalle rigidità individuali che ci caratterizzano, frutto dell’educazione, della cultura, della propria storia.

Ci invitano, dunque, a interpretare la realtà in modo meno categorico abbracciando i molteplici aspetti che la costituiscono.

Le posizioni di torsione sono molto indicate per aumentare la flessibilità del rachide e hanno una benefica azione depurativa sul nostro corpo.

Devono essere eseguite con profonda consapevolezza del corpo, in particolare della colonna: il raddrizzamento dell’asse vertebrale è il primo passo per partire alla conquista della torsione che dovrà essere assunta con gradualità e accettazione dei propri limiti.

 

ARDHA MATSYENDRASANA (mezza torsione del Signore dei pesci)

La posizione prende il nome dal saggio Matsyendra considerato tradizionalmente depositario e primo maestro dello yoga. Secondo la tradizione, infatti, egli era in origine un pesce che vide Shiva mentre insegnava questa disciplina alla sua amata Parvati.

Il dio decise di trasformarlo in essere umano per diffondere quando udito a tutta l’umanità.

Riguardo il significato letterale del nome dell’asana: "matsya"= pesce; "indra" = signore; "ardha" = metà

  • Seduti a terra con le gambe distese, piegare la gamba destra in modo tale che il tallone sia vicino al bacino.
  • Oltrepassare con il piede destro la coscia sinistra fino a che il piede tocchi terra all’esterno del fianco sinistro. Contemporaneamente, il ginocchio sinistro si piega e il tallone sinistro si inserisce in prossimità del gluteo.
  • Nell’espirazione, il busto ruota verso destra con il gomito sinistro che va ad appoggiarsi all’esterno del ginocchio destro. La mano destra si posiziona a terra dietro il bacino e, nel progredire della posizione, aiuta ad aumentare la torsione del busto. La mano sinistra può assumere abhaya mudra (simbolo di rassicurazione e conforto). La testa segue la direzione della torsione e si volta verso destra.
  • Eseguire sul lato sinistro.
    Ardha Matsyendra yoga

 

MARICHYASANA (posizione del saggio Marichi)

Questa posizione prende il nome dal saggio Marichi, uno dei grandi veggenti della mitologia indù. Significa anche “luce”, per la precisione una particella di luce scintillante nell’aria o la luce del sole e della luna.

  • Sedersi a terra con le gambe allungate e piegare il ginocchio destro fino a portare il tallone vicino al gluteo.
  • Con la schiena allungata e i glutei ben a terra, nell’espirazione, iniziare la torsione verso il ginocchio destro. La mano destra si posiziona dietro il bacino mentre il gomito sinistro si va a posizionare all’esterno del ginocchio destro. La testa si volta verso destra
  • La mano destra può assumere abhaya mudra come nella posizione precendete oppure il braccio sinistro può avvolgere la gamba destra, il braccio destro la vita fino a che le mani siano in grado di ricongiungersi.
  • Eseguire sul lato sinistro.


Marichyasana yoga

 

BHARADVAJSANA (asana di Bharadvaja)

Questa asana celebra il veggente Bharadvaja, uno dei grandi saggi dell’India. In suo nome, secondo la leggenda, significa “nato da due padri”.

  • Sedersi a terra con le gambe allungate.
  • Spostare il peso sul gluteo destro e piegare le ginocchia a sinistra: La coscia destra rimane aderente al suolo mentre la coscia sinistra si appoggia sul polpaccio destro. La caviglia sinistra tocca la pianta del piede destro.

  • Assunta questa posizione allungare la spina dorsale e ruotare il busto verso destra. La mano sinistra si infilerà sotto il ginocchio destro e la mano destra rimarrà a terra vicino al fianco. Volendo, la mano destra può avvolgere la vita da dietro fino ad afferrare il gomito sinistro.

  • La testa ruota anch’essa verso destra.

  • Eseguire sul lato sinistro.

 

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    Bharadvajsana

     

    Le foto sono frutto del lavoro di Valerio Cutulo, giovane promettente fotografo romano appartenente al collettivo Missviluppo2.0. Lo ringrazio per la disponibilità a lasciarsi coinvolgere in questa iniziativa, la gentilezza costante e la generosità con la quale ha prestato le sue competenze e il suo talento.