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Il concetto di bellezza nello yoga integrale

Cosa si intende per bellezza nello yoga integrale? Ecco una sintesi del concetto di bellezza nello yoga integrale, che secondo l'insegnamento di Sri Aurobindo, occupa un posto preciso e insostituibile.

Il concetto di bellezza nello yoga integrale

Yoga integrale e bellezza. Se ci analizziamo profondamente, possiamo trovare dentro di noi ancora le radici di una tendenza medievale al rifiuto di ciò che è bello in quanto agente di distrazione e deviazione dal cammino spirituale.

La donna tout-court era una tentazione, e tutte le cose belle del mondo erano desiderio di vanità.

La vitalità era allora vessata e umiliata in favore di un paralizzante “memento mori”, ovvero "ricordati che devi morire".

Anche se non così palesemente manifesta, questa tendenza è spesso inconsciamente ancora attiva in noi, una tendenza a collegare ciò che è spirituale a ciò che è austero, serioso, distaccato dal transitorio.

Questa tendenza non è tipicamente occidentale e semitica, la troviamo anche in India, dove, in seguito al buddismo che dichiara che le forme e la vita stessa un’illusione, un intenso disinteresse per la sfera esteriore dell’esistenza ha precipitato gli individui e la società in una stagnazione marcescente, una decomposizione pigra e assonnata, una passività che è sfociata nel degrado è che ha richiesto un’invasione coloniale per essere scossa.

 

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La bellezza: un potere

Sri Aurobindo e la Madre sono stati chiari riguardo a questo punto: la bellezza è un vero e proprio potere.

Se lo scopo dello spirito è la beatitudine, quello della mente è la conoscenza, lo scopo della vita è  il potere, quello della materia è  la bellezza.

La bellezza è nella materia ciò che nelle sfere superiori è la verità. Quando la Madre si unì all’ashram di Sri Aurobindo a Podicherry, apportò anzitutto questa vibrazione di bellezza con sé… ordine, igiene, cura, rifiuto dei cattivi odori, dei modi sgraziati, delle abitudini che favoriscono l’inerzia e il disordine, disciplina e cura del corpo, una continua armonia che spazia dalle pratiche quotidiane, all’architettura, fino ai giardini ricchi di fiori e agli abiti.

Qualcuno obiettò che la Madre spendesse energie in cose frivole come il curare il proprio aspetto esteriore, e Sri Aurobindo stesso rispose che la Madre lavora tramite la bellezza e che impedirle di esprimerla sarabbe come chiederle di non meditare.

 

La bellezza spirituale

Uno dei motivi per cui la bellezza è stata separata dalla vita spirituale è che essa (o meglio, ciò che comunemente,  si reputa sia la bellezza) è spesso veicolo di cose ben diverse dalle vibrazioni dello spirito. Spesso essa è volgare e non eleva la coscienza ma piuttosto la abbassa, la eccita. 


Si parla di una bellezza vitale, legata alle energie astrali, submentali, tipiche degli animali e dell’uomo animale, che considera gli oggetti della vita qualcosa da consumare, il tipo di persona che consuma e si fa consumare.

La soluzione proposta dalle tendenze semitiche e dalla scuole illusionistiche orientali è stata quella di rifiutare la vita per confinarsi in una spiritualità sterile
Molte tendenze odierne neopagane propongono di tollerare la vitalità animale. 

 

Nello yoga integrale i poteri vitali non vengono né mortificati né tollerati nella loro forma inferiore ma vengono assunti ed integrati per una trasformazione.

 

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I quattro aspetti della Madre

Secondo lo yoga integrale la Madre cosmica si manifesta tramite auattro aspetti principali:

> Il primo è un aspetto paziente, sovrano, compassionevole, di universale saggezza che concede ad ogni creatura ciò che le serve per esprimere il proprio potenziale divino.
> Un secondo aspetto è fatto di potere irresistibile, irredento e irrefrenabile, una volontà ardente, impetuosa e trasformatrice.
> Un terzo aspetto è intimo, non giudica, lavora nel dettaglio con una conoscenza diretta e segreta, precisa, accurata, sempre al lavoro.
> Ma la Madre non sarebbe la Madre senza un quarto aspetto: la dolce meraviglia, l’estasi e l’armonia di una bellezza che scuote il mondo e incendia le aspirazioni, la grazia degli universi, il mistero di un amore che rende la saggezza, il potere e la perfezione ancora più sagge, più potenti e più perfette.

E’ il miracolo che attrae tutti gli elementi del cosmo, un incanto che li lega tra loro, inebria la materia dello spirito, il suo sguardo solare trasforma l’essere con un gioco di forme, ritmi, melodie insondabili.

Tuttavia questa Madre non si concede là dove la bellezza è assente, dove la disarmonia, la cattiva volontà, la meschinità, il lasciarsi andare, il regresso, il grossolano e il sordido sguazzano.

Questo potere si concede e nell’anima che aspira e si manifesta con una bellezza che incarna qualcosa di atemporale.

Non a caso la bellezza è anche ritenuta un parametro di sostenibilità e quindi durata nel tempo: quando creiamo cose belle, abbiamo la tendenza a mantenerle, curarle, ricordarle… il brutto viene volentieri rotto e ricostruito, con sperpero di forze e risorse.

 

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