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Quando rivolgersi al pranoterapeuta

E' bene sapere quando e perché rivolgersi ad un pranoterapeuta. Cosa ne dice la scienza? Cosa ne dicono i pranoterapeuti stessi? Che se ne dice on line?

Quando rivolgersi al pranoterapeuta

La pranoterapia è una forma di medicina alternativa pseudoscientifica che rientra nel gruppo delle cosiddette “medicine energetiche”, tra le quali possiamo citare il reiki, il pranic healing, il divine healing, il qi gong, il qi do, ed altre terapie di varia natura che si basano su differenti tipi di energie spirituali come la fede o l’energia cosmica, oppure campi energetici di natura sottile, non scientificamente riscontrabili se non nei loro effetti sul campo bioelettromagnetico.

La pranoterapia si basa sul riequilibrio del prana, termine sanscrito legato alla cultura yogica, che rappresenta l’energia vitale sia cosmica che individuale. Viene spesso identificata col soffio di vita e quindi col respiro ma molti yogi hanno affermato che e’ il prana a mettere in moto il respiro e non viceversa.

Le metodologie pranoterapiche hanno una cosa in comune: l’imposizione delle mani nella zona con prana squilibrato.

Quando si fa pranoterapia da grande distanza di parla di “pranic distant healing”, mentre quando c’e’ il tocco fisico si parla di “pranic healing”.

Oggigiorno gli organi di controllo e di regolamentazione delle terapie alternative spingono affinché il termine terapia venga sostituito nel nome dal più generico termine “pratica”, parlando così di prano-pratica.


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Rivolgersi al pranoterapeuta

Ci si rivolge infatti ai pranoterapeuti (o pranoterapisti) certificati per problemi legati a probabili squilibri energetici. Questo può andare in parallelo ad una terapia convenzionale, cosa anzi spesso consigliata.

L’azione del pranoterapeuta infatti tende a scovare gli squilibri energetici nell’aura o nella circolazione del prana all’interno dei canali sottili che compongono i corpi energetici dell’essere umano.

Con la pranoterapia si può quindi lavorare su questi blocchi energetici, sia dati da carenze che da eccessi, che spesso sono la causa di problemi fisici, che possono manifestarsi sia come malattie che come incidenti o difficoltà nella riabilitazione da malattie o incidenti.

Generalmente, oltre ad usare il proprio prana per riequilibrare il prana del paziente e riempire le falle e le perdite di prana, il pranoterapeuta aiuta a trovare le cause di tale problema, non di rado di natura psicologia, psichica, o comunque legate allo stile di vita.

 

I biofotoni

La qualità  della circolazione del prana, la vita stessa, è legata alla qualità della vita in sé, quindi all’energia, alla vitalità, alla resistenza, alla lucidità e creatività.

Ci si aspetta che un pranoterapueta conosca i flussi del prana nel corpo umano, non solo i punti nodali di scorrimento ma anche le corrette direzioni del prana.

Molti credono che la pranoterapia sia collegata ai cosiddetti biofotoni, fotoni di luce ultravioletta prodotti dal biosistemi, ovvero dagli organismi viventi.

Sono responsabili di un grado di bioluminescenza non percepibile ad occhio nudo e che sarebbe causa della sensazione di calore tipica delle sedute di pranoterapia.

Sarebbero particelle portatrici di informazioni e, nel caso di un vero pranoterapeuta, la loro carica sarebbe maggiore e più concentrata di quella di un comune essere umano non consapevole o non padrone del proprio prana.

Esistono oggi strumentazioni in grado di rivelare il grado di emissioni di biofotoni a distanza dalle mani di un pranoterapeuta, ed anche se la medicina ufficiale attribuisce i casi di guarigione al notorio effetto placebo, gli effetti positivi e numerosi successi nei curriculum dei pranoterapeuti seri rimangono dati di fatto.

 

Foto : dolgachov / 123RF Archivio Fotografico