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Trekking: benefici e come farlo

Camminare fa bene, riduce l'ansia e ci espone costantemente alla visione di un colore che dà tanti benefici a occhi e sistema nervoso, il verde. Per non parlare dell'arricchimento a livello conoscitivo e del bene che si procura ai propri polmoni

Trekking: benefici e come farlo

Che lo si chiami hiking o trekking, l'arte del camminare ci rende quasi immortali.

Scopriamo tutti i benefici del trekking.

 

Trekking: esplorazione della natura (e di se stessi)

Al di là delle esagerazioni iperboliche, è davvero così, nel senso che quando decidiamo di fare un'escursione in montagna stiamo preparando i nostri polmoni a respirare aria buona, le gambe a muoversi anche portate da una forza che parte dalla schiena e viene sorretta dai muscoli paravertebrali e addominali. 

Anche il pensiero si pulisce, anche le meningi si liberano. Certo, qualche preoccupazione può attraversarci, ma è davvero difficile che, anche iniziando una passeggiata con lieve stato di tristezza, si finisca poi per terminarla con lo stesso livello energetico. Si guadagna in termini di sonno, in quanto la qualità del riposo aumenta in modo incredibile.

Camminare vuol dire anche affidarsi a una guida e rispettarla e questo aiuta a crescere moltissimo in senso di umiltà e ascolto, qualsiasi sia la nostra età. Fate sempre domande precise sulla durata del percorso e sui livelli di pendenza, sull'abbigliamento ed eventuali accessori.

Molto spesos una guida valida saprà anche illustrarvi nel dettaglio al flora e la fauna in cui vi imbatterete e potrebbe non essere un acattiva idea portare una macchina fotografica.

È molto importante cercare di seguire i tempi del gruppo ma anche comunicare sempre il proprio ritmo, segnalare eventuale affaticamento o bisogno di sosta. 

 

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Scegliere l'escursione e la guida giusta 

I primi accorgimenti dovrebbero andare all'attenzione che si deve riservare alla scelta del percorso in base alle proprie necessità e condizioni fisiche.

Esempio pratico: se sto riabilitando un arto inferiore - poniamo, ci sia infiammazione o gonfiore a un ginocchio a seguito di un trauma - è inutile e controproducente iscriversi a un percorso di durata media superiore alle 4 ore e con parecchio dislivello.

Occorre sempre prima di tutto centrarsi e ricordare che anche se la natura ci offre degli spettacoli di indicibile bellezza, l'attenzione andrebbe mantenuta alta in quanto sono sempre all'agguato aree scivolose nascoste nell'erba, radici scortecciate inclinate e scivolose, ma anche semplici accumuli di pigne possono dar luogo a distorsioni.

Scegliere un percorso in piano è differente dall'optare per un'escursione che prevede ad esempio la salita su antiche mulattiere. Nel secondo caso, oltre al dislivello, si dovrebbe tenere conto di eventuali rocce scivolose, che fanno pertere aderenza, specie a scarponi troppo morbidi. È in discesa che si possono avere problemi per via di accumuli di pigne o ricci di castagne o tappeti di aghi (di larice).

Questi ostacoli diventano complessi da gestire soprattutto all'inizio dell'autunno, specie se si esce in escursione con pioggia o neve. Se si scelgono sentieri con cespugli bassi occorre prestare attezione ai rami piegati verso terra che spesso nascondono buche o sassi. Si dovrebbe procedere a piccoli passi senza aggrapparsi ai rametti dei cespugli poiché potrebbero spezzarsi.

L'uso dei bastoncini può servire per stare meglio in equilibrio. Le cose si complicano se si opta per passaggi in cresta o ad esempio un'escursione su un terreno come una pietraia di grossi massi instabili o terreni rocciosi. Infine, ricordiamo che - sebbene trasurato - lo stretching al termine del percorso è fondamentale.

Potete anche scegliere di approfondire un tipo di allungamento "sacro" che abbina anche il versante relativo alle escursioni conosciuto come trekking yoga.

 

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