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Le origini del taoismo

Dobbiamo risalire non di secoli ma di millenni per rintracciare le più antiche vestigia del taoismo, quando ancora la filosofia doveva nascere e i popoli si affidavano agli sciamani.

Le origini del taoismo

Normalmente le origini di una religione vengono sempre fatte risalire al suo fondatore. Abbiamo Gesù per il cristianesimo, Maometto per l’islamismo, Abramo per l’ebraismo, Zoroastro per lo zoroastrismo e così via. Ma le cose diventano molto complicate quando ci avventuriamo più ad Oriente.

Religioni come l’induismo, lo scintoismo e il tengrismo non hanno un vero fondatore. Discorso diverso per il buddhismo e il giainismo, che possiamo considerare religioni piuttosto giovani nel panorama orientale.

In Oriente non esiste il senso della personalità e della proprietà come in Occidente, difficilmente le persone combattono per imporre la personalità del fondatore della propria religione e riescono senza troppe difficoltà ad ammettere che tutte le verità sono parziali ed integrabili. Il taosimo, più correttamente daoismo, non fa eccezione a questa regola generale.

 

Lao-Tsu

Come fare dunque ad identificare le origini del taoismo? Storicamente parlando, il primo a dare forma concreta al concetto di Tao (cosa che di per sé suona come il più grande dei paradossi) è stato Lao-Tsu, figura semileggendaria che, al pari di Pitagora ed Ermete Trismegisto, viene collocata nel tempo un po’ a nostra convenienza.

Generalmente viene considerato di poco precedente a Confucio, quindi nel VI sec. a.C., quando i Babilonesi e i Caldei dominavano l’Asia Minore, Eraclito era un ragazzo e precedeva di un secolo Socrate e Platone, Buddha, Mahavira, Zoroastro e Pitagora insegnavano la loro dottrina in giro per il mondo, e Pāṇini regolamentava la grammatica dei già allora antichissimi Veda.

Ed esattamente come nel caso di Pāṇini, molti credono che Lao-Tsu, letteralmente “vecchio maestro” o “venerando maestro”, abbia in realtà raccolto concetti mistici a lui precedenti dando loro una forma omogenea filosofica.

 

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Le radici più antiche del taoismo

Tuttavia, il taoismo è composto da così tanti livelli che risulta estremamente arduo districarsi tra di essi anche per i maggiori esperti. La filosofia del tao e tutta l’etica che ne deriva è dopotutto solamente il suo aspetto exoterico, ma scendendo piu’ in profondita’ esistono livelli più esoterici del taosimo, alcuni strettamente legati alla cosmologia e all’alchimia.

Le radici cosmologiche sembrano derivare dal più classico dei testi classici cinesi, l’I Ching o il Libro dei Cambiamenti, un complesso sistema divinatorio basato su un sistema esagrammatico che pare risalire per lo meno al 1000 a.C..

Il concetto di tao in sé, basato sulle figure di Yin e Yang, sembra invece usare il linguaggio della scuola dei naturalisti di Zou Yan, anche se in realtà la precede. Questo fa dedurre che tutto il sistema di base dell’alchimia cinese, basato sui 5 elementi e su Yin e Yang, anche se non scritto e non codificato era in realtà già presente nella cultura cinese.

Non solo in quella cinese, in realtà certi elementi ancestrali e senza tempo si ritrovano anche nelle civiltà altaiche, come i mongoli, i popoli siberiani e addirittura nei nativi americani. Questi ultimi avrebbero traversato lo Stretto di Bering in un periodo a cavallo tra 40000 e 12000 anni prima di Cristo, giusto per dare un’idea di quanto alcune delle basi religiose del taoismo siano antiche.

Possiamo dunque dire, senza addentrarsi troppo nei dettagli, che il taoismo sia una versione ultraraffinata, specie a livello filosofico, di archetipi religiosi appartenenti ad una fase preistorica della cultura euroasiatica, basata soprattutto sullo sciamanesimo: specularità interscalare tra microcosmo e macrocosmo, unità composta da due polarità dinamiche, universo basato su elementi base, possibilità di entrare in armonia col flusso dell’universo concepita come il corretto sentiero, la Via, che appunto in cinese, si chiama Tao.

 

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Foto: Roman Samokhin / 123rf.com