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Ikigai, capire il significato della propria vita

L’ikigai è l’espressione con cui i giapponesi definiscono "qualcosa per cui vivere", ovvero l'intersecarsi di un insieme di fattori che danno equilibrio, senso e lunghezza alla vita. Conosciamo più da vicino questa filosofia orientale.

Ikigai

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Ikigai, significato e origini 

Secondo la tradizione giapponese, ognuno ha il proprio ikigai. L’ikigai è essenzialmente “il motivo per cui alzarsi la mattina”, letteralmente “qualcosa per cui vivere”. Una ragione per godere della vita che tutti, ma proprio tutti, possono trovare. Tale concetto è ormai talmente popolare che il simbolo dell’ikigai si può trovare anche su tattoo o magliette.

 

L’ideogramma di ikigai è 生き甲斐 ed è l’unione di iki – cioè vita, esistenza – e gai, cioè scopo, ragione, beneficio. Non è semplice ricostruire l’origine di ikigai, come concetto e come vocabolo, ma alcuni studiosi sostengono che risalga al periodo Heian, un'epoca della storia giapponese compresa tra l'VIII e il XII secolo, quando la capitale era Kyoto. 

 

Oggi in giapponese questo è un termine di uso piuttosto comune, anche in frasi quotidiane come “veder crescere i miei figli rende la mia vita degna di essere vissuta”.

 

Ikigai: lo scopo della propria vita

Cercare il proprio ikigai significa anzitutto mettersi in discussione, sbirciare fuori dalla propria “comfort zone” per mettersi in gioco. Scoprire il proprio ikigai non è una cosa immediata: la ricerca dell’ikigai può essere un processo molto lento, che porta a sondare dentro sé, un processo importante, la cui conclusione porta a un sentimento di profonda soddisfazione. 

 

Questo è uno dei tanti concetti preziosi che la cultura giapponese ci tramanda e che possiamo fare nostri per vivere con una maggiore consapevolezza. Tra gli altri, possiamo anche citare il kintsugi, l'arte giapponese di riparare con l’oro, mettendo in evidenza le crepe invece ci provare a nasconderle; oppure il mono no aware, la bellezza che sta nella fugacità delle cose.

 

Cosa è il metodo ikigai

In sostanza, dunque, cos’è il metodo ikigai? Consiste in uno schema a quattro cerchi concentrici – ciò che ami, ciò che sai fare bene, ciò di cui il mondo ha bisogno, ciò per cui ti pagano – al cui centro c’è l’ikigai stesso.

 

Questo concetto è in perfetto equilibrio tra esteriorità e interiorità. Due di queste dimensioni infatti riguardano la personalità dell’individuo (ciò che ami, ciò che sai fare bene), mentre le altre due riguardano le aspettative e le esigenze esterne (ciò di cui il mondo ha bisogno, ciò per cui ti pagano).

 

Alcuni esempi di ikigai sono, per esempio, suonare il pianoforte, prendersi cura dei bambini, fare ricerca scientifica. Ma non esistono ikigai “giusti” o “sbagliati”, “migliori” o “peggiori”.

 

Tutto questo affascina, fa parte di una cultura lineare e pulita, Zen, che spesso cerca di assegnare un posto ad ogni cosa. Può far presa soprattutto su quelle anime turbolente, spiritualmente sempre in cerca di risposte o di quiete. 

 
I 4 punti del metodo ikigai

L’ikigai è ciò che si colloca all’intersezione tra quattro dimensioni:

  1. Ciò che ti piace fare;
  2. ciò che sai fare bene;
  3. ciò per cui sei pagato;
  4. ciò di cui il mondo ha bisogno.

 

Dalle intersezioni tra questi quattro cerchi scaturiscono diverse aree della vita:

  • ciò che ti piace fare + ciò che sai fare bene è la passione;
  • ciò che ti piace fare + ciò di cui il mondo ha bisogno è la missione;
  • ciò di cui il mondo ha bisogno + ciò per cui ti pagano è la vocazione;
  • ciò per cui ti pagano + ciò che sai fare bene è la professione.

Al centro, infine, c’è l’ikigai, ciò lo scopo profondo dell’esistenza di ciascuno.

 

Trovare la felicità con il metodo Ikigai

Se manchi o sei carente in una delle voci contemplate dallo schema, significa che non stai sfruttando appieno il tuo potenziale.

Vivere con un “senso del proposito da compiere” è, secondo la teoria e filosofia orientale dell’ikigai, ciò che mette in moto tutto, la piattaforma da cui partire per dare il via a tutte le altre decisioni che si compiono durante la giornata e che rendono la vita speciale e degna di essere vissuta.

 

Spesso si tende a identificare l’ikigai con la famiglia o con la persona amata, altre volte è quel qualcosa che ci sublima, come la passione per la natura o per lo sport, o ancora una profonda necessità di espressione artistica, tutte cose che hanno in comune il fatto di restituirci profondamente il senso della vita. Ma in realtà Ikigai è esperienza di ognuna e insieme tutte queste cose

 

Come trovare il proprio ikigai: il test

Nel concreto, dunque, esistono degli esercizi per trovare il proprio ikigai? Trattandosi di un concetto così radicato nell’interiorità di ciascuno, non esiste un vero e proprio test. Possiamo però ricostruire alcuni passaggi:

  • Porsi le domande relative ai quattro cerchi e rispondere con sincerità, scavando dentro sé stessi. 
  • L’ideale è fare quattro liste per iscritto, in modo tale da visualizzarle in modo chiaro e confrontarle tra di loro.
  • Se le risposte non sono immediate, non c’è motivo di preoccuparsi. L’ikigai non si trova da un momento all’altro, ma è un equilibrio che va costruito con consapevolezza e voglia di mettersi in gioco.
  • È probabile anche che l’ikigai cambi nel corso del tempo, perché cambiano le persone e cambiano le condizioni esterne. Se dunque ci si rende conto del fatto che il proprio ikigai è diverso da quello individuato inizialmente, non c’è motivo di preoccuparsi: è la normalità.

 

Letture sul metodo ikigai 

E tu, hai trovato il tuo ikigai? Hai scoperto come fare in modo che il tuo proposito di oggi, oltre che giornate dense di significato, ti permetta di vivere una vita più lunga e salutare? Se sei nel pieno di questa ricerca, alcuni libri sull’ikigai ti possono aiutare.

 

  • Il metodo Ikigai. I segreti della filosofia giapponese per una vita lunga e felice, di Héctor García e Francesc Miralles, è diventato un vero e proprio best seller.
  • Il piccolo libro dell'ikigai. La via giapponese alla felicità è scritto da Ken Mogi, neuroscienziato giapponese.
  • Per uno guardo più ampio sulla cultura giapponese, un’ottima lettura è "Death and Dying in Contemporary Japan" a cura di Hikaru Suzuki.