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I principi dell’antica religione cinese

Shenismo, Wuismo, Scintismo e altri termini che di sicuro vi diranno poco o niente. Scopriamo i principi archetipi alla base di tutte le attuali religioni e filosofie cinesi.

I principi dell’antica religione cinese

Quello che conosciamo un po’ superficialmente delle religioni cinesi si riduce spesso al taoismo, al buddhismo e al confucianesimo, tradizioni sapienziali che oltretutto a malapena possono essere racchiuse dal termine religione in quanto esse sfociano molto anche nella filosofia.

Ma a conti fatti, una realtà così immensa e complessa come quella cinese, ospita moltissime sfumature e un elenco innumerevoli di elementi interconnessi, proprio come accade anche per i piatti della cucina locale.

Esistono, a lato di questi tre grandi movimenti, una focolaio vivace di sette e movimenti, piccoli e grandi, di varia natura. Una delle più famose è senza dubbio il Falun Dafa o Falun Gong. Ma tutto questo elenco di tradizioni e religioni assai raffinate si basa su un antico substrato religioso di origine sciamanica non indoeuropea che si è evoluto attraverso il sinticismo, il wuismo e lo shenismo.

L’innata attitudine cinese a tendere verso un’unità nella diversità ha permesso che elementi di religione, di filosofia, di totemismo, di sciamanesimo, di animismo, di alchimia e di stregoneria di fondessero tra di loro.

 

I principi essenziali delle religioni cinesi

Senza entrare nei dettagli etnologici ed antropologici dell’evoluzione dell’antica religione cinese, proviamo a definirne i principi, molto interessanti e di recente riscoperta non solo in Cina ma in tutto il mondo. 

Alla base di tutto c’è la suprema polirità dinamica tra Yin e Yang, che coi suoi continui passaggi tra un equilibrio e l’altro determina la manifestazione della molteplicita’ e l’interazione di tutti gli elementi che la compongono.

Esistono al di sotto di questi due archetipi una serie di simboli spirituali e morali al contempo. Il primo è il cielo, Tian, a rappresentare lo spirito trascendente e la morale assoluta; il Qi, ovvero il respiro, è il simbolo dell’energia vitale immanente che permea tutto; Jingzu è il rispetto reverenziale dovuto agli antenati, una sorta di continua connessione e reciproca influenza tra chi abita il mondo manifesto che che risiede nell’immanifesto; esiste poi il concetto di Bao Ying, molto simile al Karma indiano, ovvero la visione di un universo basato su un principio morale che in qualche modo ricompensa le azioni degne, viene infatti tradotto con “reciprocita’”.

Bao Ying determina ed è determinato da due elementi: il destino personale (yuan fen) e le sincronicita’ con il loro potenziale trasformatore (mingy yun).


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Approfonimenti dei principi

> Tian è sia il cielo materiale, sia la sede degli antenati e delle Forze, sia l’origine dell’ordine, della virtù e della morale. L’Imperatore celeste (del cielo) era venerato alla stregua di un dio perché in grado di mantenere questo ordine.

> Qi è il veicolo di interazione tra le Forze e gli esseri, é il continuum tra energia e materia con caratteri di senzienza, il tramite grazie al quale la legge morale si traduce in materia.

> I famosi Yin e Yang (luminoso ed oscuro) sono accompagnati nell’antica religione cinese da altri due aspetti: Gui e Shen, ovvero espansione e ritono o contrazione, una sorta di respiro sia macrocosmico che microcosmico che detta i tempi della realta’ sia materiale che psichica.

> Bao Ying è già stato descritto come un sistema di retribuzione universale in cui il fato personale e tutte le sincronicità che lo costallano sono determinate dall’aderenza ad un codice etico cosmico, una sorta di onore spirituale. Essere coscienti di tutte le implicazioni delle nostre azioni si definisce Wu, una consapevolezza che ci rende creatori di destini sia a breve che a lungo termine.

Wu, tra l’altro e non a caso, è anche il termine con cui si definisce l’antico sciamano cinese e gli dei, ovvero coloro che sono coscienti dell’interdipendenza delle vite e delle azioni, per tanto in grado di produrre il bene.

 

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