Articolo

L'attualità di Ildegarda di Bingen

Vediamo da vicino per quali ragioni è utile ancora far riferimento a Ildegarda di Bingen

L'attualità di Ildegarda di Bingen

Debole fin dai primi anni di vita, cresciuta da una nobildonna che la istruì e se ne prese cura, capace di gestire grandi incarichi e divine visioni: Ildegarda di Bingen è ancora oggi fortemente attuale. Vediamo perché.


Ildegarda di Bingen, la sua lezione alle donne di oggi

Nasce intorno al 1098 malata, conduce un'infanzia semplice, cresce incolta e fin da piccola ha visioni che solo lei percepisce.

Una volta entrata nel monastero benedettino di Disibondenberg intorno al 1106 viene affidata allle cure della nobildonna Jutta, che la istruisce in modo incantevole. Ildegarda mantiene comunque innocenza, umiltà.

Jutta solamente sa di queste visioni e Ildegarda impara a tenerle nascoste perché a nessuno venisse in mente che ci fosse lo zampino del diavolo ( a questo venivano ricondotte a quell'epoca le visioni immediate e incontrollate nella coscienza).

Già qui abbiamo due elementi che, anche decontestualizzati, ci offrono grandi spunti di riflessione: sapere dove si viene ma mantenere vivo il fuoco verso dove si va e saper tutelare i propri doni.

Siamo intorno al 1141 quando Ildegarda, come leggiamo nel prologo del Liber Scivias, comprende che il bisogno di comunicare le visioni incarna la consapevolezza del proprio compito profetico. Un'altro messaggio importante: capisci per quale ragione sei al mondo, conosciti e offriti, spiritualmente e concretamente. Fai in modo che qualcuno possa raccogliere l'abbondanza generata dal cuore. 

Mentre scrive lo Scivias inizia a metter mano alla sua produzione musicale. Piccolo dettaglio: Ildegarda non è un'accademica, non ha studiato il lessico musicale, non conosce questo codice; eppure scrive delle meditazioni musicate sbalorditive, sensazionali: "Produssi anche parole e musiche di inni in lode di Dio e dei santi senza che nessuno me lo avesse insegnato, e li cantai, pur non avendo mai imparato a leggere la musica né a cantare".

Altra lezione: cimentarsi. Qualsiasi sia la forma che ha la luminosità per voi, qualsiasi sia l'arte che vi fa paura e cui non vi siete mai avvicinati per questa ragione atavica, dateci dentro, provate, fallite ancora e meglio e di nuovo e divertitevi.

Non date retta a invidie altrui, non state vicinoa chi scoraggia tutto. Cercate la forza nella novità, nel gusto di un gesto, di una melodia, di un approccio nuovo a qualcosa che avete sempre pensato di non poter fare. Si tratta anche di un modo imbattibile per trasformare il dolore, anche il dolore più grande.

 

Ulteriori lezioni attuali di Ildegarda

In una visione che risale al 1148 circa Ildegarda riceve il chiaro messaggio di trasferire le sue monache in una fondazioen indipendente.

Il progetto viene osteggiato dai monaci di St. Disibodenberg e implica delle ricadute di salute della badessa, ma Ildegarda "non molla" e riesce nel suo progetto e si trasferisce con 18 monache presso il convento di St. Rupertsberg.

A sostenerla con forza vi è la marchesa von Stade, madre della monaca Riccarda. Altra lezione: proteggere le proprie visioni. Non ci stiamo riferendo al bisogno di essere una santa al giorno d'oggi, di avere visioni divine, non è qualcosa di programmabile. Ma il cuore ha visioni divine continuamente, se lo si lascia cantare, se lo si ascolta.

Una donna - e un uomo - possono avere una visione costruttiva e volerla portare avanti in quanto accresce la luminosità che possiamo spargere nel mondo. Si incontrano ostacoli, ci possono essere rallentamenti. Ma se si è fatto un lavoro per cui il rumorio esterno ci tocca poco e siamo nella grazia di poter stare sempre in ascolto della nostra intuizione, dobbiamo dare ascolto, assecondare, è troppo importante.

Ulteriore messaggio: fare rete, fare sorellanza. Ma non per dire di avre fatto cerchi di donne dopo le cui celebrazioni ci si  invidia e detesta e critica e ci si riempie la bocca di polemiche. No, fare rete veramente, supportare i progetti dell'altra, farli crescere. 

Ildegarda ci insegna poi qualcosa che oggi sfugge alle menti che hanno aderito a una settorialità ristrettissima. Il sapere non è a compartimenti stagni e molte delle categorie in cui suddividiamo lo scibile sono state comunque create dall'uomo.

Lo dimentichiamo molto facilmente e invece donne come lei, che è stata guaritrice, naturalista, filosofa, profetessa, compositrice, disegnatrice, drammaturga, cosmologa, ecco possono fungere da faro. certo, l'epoca è diversa e dobbiamo occuparci di molte faccende burocratiche, casalinghe, relazionali, culinarie, affettive. Ma donne di questo rilievo ci danno la forza di non ascoltare chiunque scoraggi un percorso ibrido, sincretico, di fusione e ricerca.

I creativi americani stanno spargendo il concetto della "multipotentiality" che calza perfettamente sulle vesti della monaca benedettina. Se si fosse limitata alla conoscenza delle piante, non avrebbe offerto rimedi applicabili e testati.

Se si fosse fermata alla speculazione filosofica non avrebbe coreografato piccole danze per le sue monache. Tra l'altro, il modo in cui Ildegarda spiegava le erbe e consigliava i suoi rimedi rientravano in un concetto di guarigione intesa come azione attiva del paziente, di colui che vuole ripristinare l'equilibrio. E se questa non è medicina olistica ante litteram... 

 

Può interessarti anche l'intervista a Laura Bosio sul libro Donne e spiritualità

 

Immagine | Di sconosciuto - Lettera43.it