Intervista

La vista e l'ascolto del corpo

Che significa abitare il corpo con gioia? Quanto è importante vedere e vedere bene, imparando a rieducarsi anche in autonomia a partire dalla relazione figli e genitori? Conosciamo insieme il metodo Bimbi vista perfetta di Stefania Romagnoli, insegnante Feldenkrais con lunga esperienza e grande sensibilità

La vista e l'ascolto del corpo

Stefania Romagnoli è figlia di un fotografo e di un’optometrista e ha incontrato il Metodo Feldenkrais quando ormai intenzionata a trasformare una miopia che si andava aggravando e le stava dando disagio.

Da quel primo contatto con la disciplina è iniziata un’avventura che oggi la vede insegnante del Metodo Feldenkrais, ormai da 15 anni; i suoi occhi sono efficienti e la sua ricerca continua in tema di campo visivo collegato all’emotivo l’ha portata a creare il progetto Bambini Vista Perfetta.  

Nel dialogare con lei si percepisce subito che il percorso di formazione coincide con una ricerca personale ben sposata a una volontà di offrire qualcosa di valido, utile agli altri.

Le abbiamo fatto qualche domanda per esplorare la connessione tra movimento oculare e gestione del corpo

 

Che significa vivere nel proprio corpo in modo piacevole, godere dei propri spazi vivi? 

Significa in primo luogo affinare l’ascolto e l’osservazione di sé per diventare testimoni di come il corpo vive secondo il movimento della nostra attenzione e della nostra intenzione.

L’atto di ascoltarsi non è qui inteso come esercizio di verifica e di giudizio, è più simile a un mettersi in viaggio dove nulla viene dato per scontato e dove il movimento è il mezzo che ci guida alla scoperta di un meraviglioso strumento che si trasforma secondo le nostre intenzioni.

Il metodo Feldenkrais mette in evidenza come il movimento evolutivo, dal quale sviluppiamo tutte le nostre abilità, possa continuare a svolgere un ruolo di attivatore di processi di apprendimento in qualsiasi momento della nostra vita.

Apprendere nuove abilità, scoprire che si è in grado di svolgere attività che si credevano perse, imparare a suonare uno strumento in età matura, migliorare la memoria, sentire di stare felici nel proprio corpo e comunicarlo attraverso azioni che siano ballare o parlare o suonare o camminare; insomma vivere il proprio corpo, meglio che “nel” proprio corpo, in modo piacevole significa essere in contatto con i propri bisogni ed autorizzarsi ad ascoltarli.

Godere i propri spazi è anche percepire un'unica armonia, quella dell’unico momento che ha vita, il momento che stai vivendo in questo istante.  

vista e ascolto corpo

 

In che modo i traumi agiscono sulla nostra propriocezione? Un trauma emotivo può agire sulla qualità della vista. Da cosa dipende il recupero e come lo si può assecondare? 

Il tema del trauma è assai complesso da argomentare e vi sono diverse opinioni in proposito. Nella mia esperienza di educatrice visiva ho spesso riscontrato che anche piccoli traumi possono impoverire la qualità della vista, come una paura improvvisa, un esito inatteso e infausto per un esame universitario, un'emozione trattenuta e molti altri esempi.

A volte si produce un abbassamento visivo lieve, non sempre riscontrabile in termine oggettivi, oppure la persona lamenta bruciori, sensibilità alla luce, appannamenti e altre sgradevoli sensazioni.

Il primo passo è valutare la propria condizione senza allarmismi, andare dal proprio medico se necessario, ma soprattutto iniziare a rilassare il sistema visivo. Come? Le pratiche del metodo Bates sono strumenti utili per dirigere la persona verso l’unità nel riconoscere che il sistema visivo non è separato dal corpo. 

 

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Cos’è Bambini Vista Perfetta e come è nato?  

Bambini Vista Perfetta nasce da un’esperienza di lavoro più che decennale sulla vista dei bambini e dal desiderio di creare un percorso per genitori e figli da  gestire in completa autonomia.

I bambini rispondono magnificamente al metodo Bates e questo permette di intervenire in modo tempestivo ed efficace sulla loro vista.

I genitori d’altro canto devono conoscere bene i principi del metodo e farne esperienza diretta, specialmente se hanno difetti visivi, per essere in grado di seguire i loro figli nel processo. 

In questi anni ho notato quanto fosse determinante nell’approccio al disturbo visivo l’apporto concreto e partecipativo della figura genitoriale. L’idea di coinvolgere la famiglia mi venne per una serie di circostanze, non ultima quella di dare degli strumenti fruibili ed accattivanti per stimolare la pratica giornaliera, fra cui il caso di una bambina che risolse una miopia iniziale in tre mesi (al controllo oculistico risultò emmetrope, cioè vista perfetta) e della sua mamma che comprese il valore del lavoro diventando la sua educatrice visiva.

Altri casi seguirono così che si rafforzò in me il desiderio di pensare ad un percorso articolato che sarebbe andato nella direzione dell’autonomia del trattamento a casa.

Le lezioni sono studiate appositamente per loro e in una seconda fase vengono accompagnati verso un autonomia nelle pratiche visive con la consegna di un kit e di un manuale. Il metodo si contraddistingue per la presenza di contaminazioni di matrice artistico/creativa (danza , musica, teatro, creazioni manuali) all’interno del percorso. 

 

Consigli gli occhiali stenopeici o rasterbrille? 

Sono sicuramente molto utili, ne consiglio l’esperienza diretta anche nell’ambito di un percorso di educazione visiva. Non si sostituiscono ad un percorso di consapevolezza visiva. 

 

Un dolore a un’articolazione può dipendere da un problema di divergenza oculare? 

Il modo in cui ci muoviamo ha molto a che fare con il comportamento visivo; è quindi possibile in questo caso che il sistema osteoarticolare si organizzi in un quadro di adattamento funzionale alla richiesta visiva.

La costante del corpo è il movimento e dunque un cambiamento muscolare, una tensione o uno stress, anche a livello visivo può portare a disequilibri in altre aree del corpo.

 

Si dice che la rabbia renda ciechi. Si dice che la fame di potere faccia perdere la vista. Ed esistono tante altre metafore collegate al senso della vista e alle emozioni nelle varie modulazioni. Quale emozione nutre davvero in profondità gli occhi?

C’è un brillio speciale negli occhi dei bambini che si nota anche negli adulti che sono in uno stato di gioia e di benessere. In parole semplici, la vista migliora quando la mente è quieta.  

 

Rivelaci 3 piccole azioni quotidiane che farebbero una grande differenza in termini di benessere visivo.  

La prima è ricordarsi di respirare, sembra una banalità ma è dimostrato che, se il nostro corpo non si ossigena abbastanza, questo ha un effetto deleterio anche sulla vista.

Il diaframma delle persone che hanno difetti visivi ha un movimento ridotto, perciò quello che consiglio è di veriifcare cosa succede alla propria vista quando si respira in abbondanza. Poi, anche cantare è una piccola sana azione quotidiana, da abbinare ad un movimento libero o ad una danza.  

La seconda è stare al sole, nel senso di esporre il viso con gli occhi chiusi ai raggi del sole. L’azione è ancora una volta semplice e difficile in quanto si tratta di godere del nutrimento principale per gli occhi e di non fare nient’altro per alcuni minuti. 

La terza azione è chiudere gli occhi, togliere per qualche secondo il controllo, spegnere la luce del mondo. Ossigeno, sole e buio nutrono le nostre cellule, stimolando e rilassando l’organo visivo e portando benefici incalcolabili al nostro organismo. Provare per…vedere. 

 

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Per approfondire:
> Visita il sito del progetto Bambini Vista Perfetta