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Calcoli biliari, cause e terapie

Roba che scotta: coi calcoli biliari non si scherza. Possono essere insidiosi e molto pericolosi. Conoscerne le cause e le terapie può aiutare ad evitare complicazioni anche gravi

Calcoli biliari, cause e terapie

Sgradevoli, dolorosi, pericolosi. I calcoli biliari sono piccoli "sassolini" che si formano a partire dalla bile. La loro presenza va diagnosticata quanto prima.

Quando crescono eccessivamente in numero o volume, possono riempire la cistifellea (organo detto anche colecisti, che si trova sotto il fegato) oppure i dotti biliari, e causare infezioni severe.

Conoscere le cause dei calcoli biliari aiuterà a individuare le terapie adatte. Indispensabile è, comunque, agire per tempo.

 

I calcoli biliari: cause

La formazione dei calcoli (piccoli "sassolini") ha origine dalla cristallizzazione della bile, che è un liquido prodotto dall'organismo per digerire i grassi.

La bile è composta da colesterolo, grassi, sali biliari e bilirubina; viene prodotta dal fegato e raccolta nella cistifellea, da dove fuoriesce al momento della digestione attraverso i dotti biliari.

Quando però o i sali biliari o il colesterolo sono in eccesso, oppure se la cistifellea non si svuota completamente, si possono verificare delle solidificazioni, simili a sassolini. Sono i calcoli biliari.

Pertanto la causa primaria e più probabile dei calcoli biliari è l'eccesso di colesterolo, tanto che la bile non è in grado di scioglierlo. Quando invece si verifica un eccesso di bilirubina (scarto della degradazione dei globuli rossi, proveniente dal fegato) si formano calcoli di colore scuro, detti calcoli pigmentati.

Non sono del tutto chiari ancora i meccanismi di formazione dei calcoli biliari, mentre sono documentati i fattori di rischio.

Pertanto possiamo dire che la probabilità di sviluppare calcoli biliari aumenta in questi casi:

  1. Avere un'alimentazione squilibrata, con eccesso di grassi e carenza di fibre
  2. Essere sovrappeso, obesi
  3. Dimagrimento eccessivo in breve tempo (costringe il fegato a produrre un eccesso di bile, che può formare calcoli)
  4. Gravidanza: lo schiacciamento degi organi interni può portare a compressione della cistifellea, che non riesce a svuotarsi completamente
  5. Diabete e/o eccesso di trigliceridi nel sangue
  6. Predisposizione genetica (familiarità)
  7. Utilizzo eccessivo di farmaci anti-colesterolo oppure di terapie ormonali a base di estrogeni

Le donne, rispetto agli uomini, hanno il doppio delle probabilità di sviluppare calcoli biliari, a causa degli eccessi di estrogeni dovuti a gravidanza, o terapie ormonali (contraccettive o sostitutive, in menopausa).

 

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I calcoli biliari: terapie

Una raccomandazione calorosa: in presenza di calcoli biliari, sentite sempre il parere del vostro medico prima di intraprendere qualunque terapia, anche quelle naturali.

I calcoli biliari potrebbero spostarsi e ostruire le vie biliari con conseguenze anche pericolose. Diciamo che è fortemente sconsigliato il "fai da te", mentre è bene agire sempre sulla prevenzione.

La terapia più drastica per i casi gravi, a rischio della vita, è la rimozione chirurgica della cistifellea, effettuata in anestesia generale.

Le terapie naturali a sostegno della cura dei calcoli della colecisti si raggruppano in diverse categorie:

  • Comportamento alimentare: seguire una dieta a basso contenuto di grassi e apporto calorico controllato, ricca di fibre, cereali integrali, verdura. Mantenere un corretto peso corporeo e uno stile di vita attivo.
  • Gemmoterapia: rimedi che aiutino a drenare la bile, sostenendo l'attività del fegato e della cistifellea quali per esempio Acer Campestre, Fraxinus Excelsior, Opuntia Ficus Indica, Rosmarinus Officinalis
  • Infusi: si utilizzano piante con effetto drenante, come carciofo, Cardo Mariano, Tarassaco, Camomilla e Menta
  • Oligoelementi che stimolino la produzione enzimatica: Manganese-cobalto oppure Manganese
  • Estratti secchi: menta, fumaria, carciofo oppure bardana, tarassaco, zenzero e rosmarino
  • Tinture madri di: menta, cardo Mariano, carciofo, rafano o boldo.

 

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Per approfondire:

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> Alimentazione per calcoli biliari: quali cibi assumere e quali evitare