Articolo

Vaginite e candidosi: quali differenze

Vaginite, candida, candidosi: spesso si confondono i termini, si effettua un'autodiagnosi imprecisa e si assumono farmaci perché l'amica li consiglia. La figura del ginecologo è importantissima e devono essere effettuati esami di laboratorio ad hoc per poter approntare la profilassi corretta: intanto facciamo chiarezza sui termini

Vaginite e candidosi: quali differenze

Problematiche di natura ginecologica sono molto diffuse e dovute a molteplici cause: stress, stanchezza, abbassamento delle difese immunitarie, alimentazione, alterazioni ormonali, infezioni da rapporti sessuali non protetti, antibiotici.

È importante diagnosticare con precisione i sintomi dal ginecologo di fiducia per attivare la corretta profilassi con i farmaci specifici. In generale sentiamo parlare di vaginite o di candida e spesso capita che effettuiamo delle autodiagnosi sulla base di sintomi comuni come perdite vaginali, bruciore, pruriti.

Vediamo allora di fare chiarezza su questi due termini e ricordiamoci che in ogni caso deve essere uno specialista a indicarci i medicinali corretti.

 

Vaginite o Vaginiti?

Ebbene si, nell’uso comune tendiamo a semplificare e a racchiudere in un termine solo patologie che invece presentano caratteristiche diverse per origine e di conseguenza poi anche per tipologia di cura e "vaginite" è uno di quei casi, perché in realtà ne esistono di vari tipi.

Innanzitutto dal suffisso del termine è facile comprendere che si tratta di un’infiammazione della vagina: i sintomi più comuni sono bruciore, prurito, a volte con perdite biancastre dall’odore acre.

Ma quanti tipi di vaginite esistono?

  • Vaginite non infettiva: si tratta di un'infiammazione senza formazioni batteriche, dovuta all’utilizzo di prodotti detergenti con pH troppo aggressivo. Una forma di vaginite non infettiva può manifestarsi anche dopo la menopausa, con la caduta estrogenica e la conseguente secchezza vaginale.
  • Vaginite batterica: si tratta di un’alterazione della flora batterica del muco vaginale, che vede il prevalere di microorganismi patogeni sui lattobacilli locali. La causa è generalmente da ravvedersi in rapporti sessuali non protetti promiscui. 
  • Vaginite parassitaria: è una forma di vaginite molto seria da non sottovalutare, a trasmissione sessuale, causata dal Trichomonas Vaginalis. Questa parassitosi può estendersi dalla vagina all’utero e raggiungere anche l’apparato urinario.

Possiamo quindi sostanzialmente arrivare alla conclusione che salvo circostanze ormonali, la vaginite è una infiammazione che può generare da vari fattori esogeni e ambientali, spesso dovuta a rapporti non protetti, può diventare una patologia grave e per curarla deve essere effettuata una diagnosi accurata con esami di laboratorio.

 

Leggi anche Tricomoniasi vaginale, sintomi, cause e rimedi >>

 

Candidosi: sintomi, cause e cura

La candidosi vaginale è una vaginite di natura fungina che attacca le mucose, il fungo è la Candida della quale ci sono circa 150 specie: quella più diffusa è la Candida Albicans.

I sintomi sono prurito, dolore, arrossamenti, perdite, bruciore durante la minzione. Il nostro corpo in vari distretti come nella flora vaginale ospita questo microorganismo sottoforma di lievito e quando non ha comportamenti patogeni viene definito “commensale”, cioè è ospitato dall’organismo senza arrecare né danni né benefici.

Quando però il nostro organismo è sottoposto a situazioni patologiche di natura fisica ma anche psichica per cui si crea un ambiente immunosoppresso, un indebolimento delle difese immunitarie, il commensale si trasforma in microorganismo "opportunista", prolifera e diventa una presenza patogena.

La candida quindi può colonizzare oltre che la vagina, anche la zona rettale, il tratto gastrointestinale, la cute, la mucosa del cavo orale, e attraverso il sangue raggiungere organi vitali.

Quando siamo in presenza di Candida o Candidosi è bene curare non solo il sintomo specifico ma affrontare una cura a base di medicinali e di rimedi naturali che stimolino la risposta immunitaria, rafforzino l’organismo per innescare anche l’autoguarigione. Spesso può capitare di sviluppare la Candida dopo una cura a base di antibiotici.

Possiamo quindi sintetizzare che la candidosi è una manifestazione ad opera di un lievito endogeno che in circostanze particolari, dovute ad un abbassamento delle difese immunitarie, si trasforma in fungo patogeno e colonizza soprattutto le mucose.

 

Rimedi naturali per la Candidosi

Come già sottolineato è importante che la diagnosi sia effettuata con esami di laboratorio e venga prescritta la cura con farmaci medicinali specifici ad opera di uno specialista.

Possiamo però associare alcuni rimedi naturali che agiranno anche da cura preventiva per evitare il ripresentarsi del problema.

  • Estratto di semi di pompelmo: un antibiotico naturale con una potente efficacia antibatterica da assumere a stomaco pieno. Utile per contrastare l’helicobacter pylori, l’escherichia coli, la candida albicans, è indicato in caso di cistite, candida, infezioni del tratto gastrointestinale.
  • Probiotici: assumiamo dei probiotici per alimentare la flora batterica intestinale e stimolare il sistema immunitario. Questi rimedi aiuteranno il nostro organismo a rafforzarsi e a contrastare la presenza patogena. Sono indispensabili se abbiamo affrontato una cura con farmaci antibiotici e devono diventare un integratore "amico" da assumere nei cambi di stagione. Prediligiamo i probiiotici in spore che arrivano inalterate nel nostro intestino e sviluppano più di 10 miliardi di batteri buoni per la nostra salute.

Candidosi: come riconoscerla dai sintomi

Per approfondire:

> I rimedi omeopatici per la candida

Candida vaginale: sintomi, cause, rimedi naturali

> Candida intestinale: sintomi e rimedi naturali

 > Vaginosi batterica, sintomi e principali rimedi