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Non mangiamoci il cervello!

Quello di cui ci nutriamo influisce sul nostro cervello e questo è un dato di fatto...

Non mangiamoci il cervello!

Facciamo un po' di chiarezza

Ciò che decidiamo di utilizzare per nutrirci ha un'influenza profonda anche sulla nostra mente e sul nostro umore; abbiamo ancora molto da scoprire sulle dinamiche con cui questo avviene ma sappiamo abbastanza per comprendere che un'alimentazione sbagliata può rivelarsi davvero estremamente dannosa non solo per la salute del corpo ma anche per quella mentale. Di certo possiamo affermare che esiste un forte collegamento tra disturbi come ansia, depressione, turbe comportamentali, alterazioni caratteriali, difficoltà di apprendimento, iperattività, stati ossessivi e cibo.
La linea alimentare che sceglieremo di seguire e di far seguire ai nostri bambini agirà quindi in modo positivo o negativo sul nostro cervello e influenzerà significativamente sia il carattere che l'umore e il relativo approccio con la vita. Questo fenomeno evidenziabile negli adulti si rende ben più manifesto nei bambini che si dimostrano eccezionalmente ricettivi a questo tipo di stimolazioni.

 

Quella strana cosa definita "sensibilità cerebrale"

Non so quanti di voi ne possano aver mai sentito parlare, perchè non è un argomento così discusso, per quanto esistano non pochi studi in corso e in merito. La sensibilità cerebrale può rivelarsi attraverso sintomi lievi come irritabilità o lievi mal di testa oppure con espressioni ben più intense e marcate come eccessi d'ira, difetti di memoria, stati depressivi o alterazioni caratteriali anche importanti. Spesso questo tipo di sensibilizzazione è legata al cibo anche se non è l'unica causa o perlomeno può esserlo indirettamente. Gli addivi chimici, alcune sostanze inalanti, possono scatenare reazioni di sensibilizzazione che il cibo non farà altro che enfatizzare o stemperare. Uno dei caratteri portanti che ci dovrebbe indurre a ricercare questa sensibilizzazione riguarda una serie di sintomatologie che molto hanno in comune con le crisi di astinenza (desiderio spasmodico verso un certo cibo o un certo prodotto, stati d'ansia, sudori freddi, capogiri, vertigini, cambiamento improvviso dell'umore, ecc). Nei bambini, che come ho già detto sono molto più ricettivi rispetto agli adulti a questo tipo di stimolazioni, si manifesta generalmente con iperattività, difficoltà di concentrazione e/o apprendimento, turbe emotive.

 

Le diverse diete o regimi alimentari

Vi è un nesso tra la scelta del proprio sistema alimentare e le possibili reazioni avverse sul cervello?
Chiaramente sì ma non sempre sono così semplici da individuare, bisogna valutare tutto e non lasciare nulla al caso. Ad esempio: in questo particolare momento storico viene incriminata molto la scelta di consumare carne e prodotti animali, e sicuramente l'abuso tipico dei nostri giorni di questi alimenti non è salutare ma basta un po' di informazione per scoprire che chi sceglie un'alimentazione vegana  incorre più di sovente in disturbi che richiedono l'utilizzo di psicofarmaci. Perchè accade questo non è poi così difficile da scoprire, l'eliminazione totale e repentina degli alimenti di origine animale causa una diminuzione importante di alcuni enzimi che sono di basilare importanza per le nostre attività cerebrali, così come chi eccederà nel consumo di questi prodotti incorrerà in alterazioni ormonali che con ogni probabilità genereranno disturbi caratteriali (irascibilità, eccessi di violenza, tendenza all'isolamento, ecc.), ma queste espressioni sono legate ad una chimica del corpo ben conosciuta (anche se molto spesso fa più "figo" cercare spiegazioni nell'influenza delle energie del cosmo...) e poco hanno a che vedere con la sensibilità cerebrale. La sensibilità cerebrale è più una sorta di incrocio tra un'allergia e un'assuefazione.

 

L'ambiente circostante

Un'altro fattore molto importante per quanto riguarda la sensibilità cerebrare è l'ambiente in cui scegliamo di vivere e quello in cui lavoriamo, studiamo o comunque soggiorniamo a lungo come ho già detto l'alimentazione è fondamentale se vogliamo preservare la nostra salute ma ultimamente si sta cadendo nello stesso errore fatto dai medici più conservatori, si sta perdendo di vista l'essere umano nella sua totalità e ci si sta settorizzando. Cosa significa questo? Che avremo ben presto lo stesso tipo di reazione e non si risponderà in modo così efficace al solo miglioramento alimentare. Mangiare in modo equillibrato non vuol dire sostituire la pasta con la quinoa o la carne con il seitan, vivere in modo equilibrato non vuol dire ridurre il tutto a cosa mangiamo. L'attenzione alla nostra casa, ai prodotti che utilizziamo o respiamo, la cura che mettiamo nello scegliere gli abiti che indosseremo, ecc. sono tutti fattori che interverranno nel nostro equilibrio al pari delle nostre scelte alimentari e senza una cosa non "funzionerà" nemmeno l'altra. Vi faccio un esempio pratico e piuttosto ricorrente, molte persone si sono orientate in modo quasi maniacale verso un'alimentazione controllata e ritengo che questo termine sia assolutamente appropriato (il motivo ve lo spiegherò in un'altra sede) ma riempiono le loro case di profumatori per l'ambiente che rilasciano nell'aria in modo costante una quantità di sostanze chimiche assolutamente innaturale...


Che differenza c'è tra l'intolleranza e la sensibilità cerebrale?

Partiamo dall'origine e parliamo di allergia, l'allergia è una reazione del nostro sistema immunitario caratterizzata da una risposta eccessiva a sostanze normalmente innocue il più comune esempio sono i pollini, l'intolleranza di per sè non esiste o meglio non esiste fine a sè stessa, il nostro corpo reagisce ad un determinato alimento o sostanza ma lo fa solamente se c'è già uno stato infiammatorio in corso, (che spesso risulta poi legato ad una situazione completamente opposta) la sensibilità cerebrale genera un processo per cui quasi sempre subentra uno stato di assuefazione alla stessa sostanza che scatena la sensibilità e l'eliminazione della stessa non dona immediato sollievo ma al contrario scatena crisi di astinenza più o meno intense ed un peggioramento dei sintomi, superata questa fase scomparirà ogni traccia di sintomatologia in modo pressochè istantaneo.

Come si interviene sulla sensibilità cerebrale con la Terapia Complementare?

Per prima cosa si fa un'analisi generale della persona e del suo contesto sociale (casa, lavoro, scuola, famiglia, ecc), in relazione a ciò che emerge da questa prima valutazione si vanno ad isolare i sintomi (ovviamente fuori dall'ambito patologico), in seguito si procede a verificare se il sintomo e la causa coincidono (non è così scontato che corrispondano) e in ultimo si struttura il percorso più idoneo per riportare in equilibrio corpo e mente. I percorsi si occupano di ripristinare l'equilibrio della persona a 360 gradi dall'alimentazione all'organizzazione delle abitudini quotidiane, alle attività fisiche e/o ludiche più indicate. Ovviamente la scelta del percorso consigliato varierà sensibilmente anche in relazione all'età dell'individuo in questione.

Per saperne di più...
Questo è a grandi linee un riassunto di ciò che è e che comporta la sensibilità cerebrale, essendo molto vasto l'argomento e variando profondamente in relazione al singolo caso di più non posso dirvi in questa sede, se vi riconoscete in queste spiegazioni o semplicemente volete approfondire l'argomento non esitate a contattarmi.