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Il Qi gong e la respirazione

Ogni respiro è uno spazzino. Come pulire l’organismo dall’interno abbracciando l’abitudine di una respirazione consapevole, che può anche combinare una forma rapida e una lenta. Entriamo nella dimensione della respirazione interna alla pratica del Qi gong.

Il Qi gong e la respirazione

Ogni respiro pulisce l’organismo 

Nell’ottica del Qi gong la respirazione va vista come pulizia interna. Ogni respiro è uno spazzino, verrebbe da dire. Questa igiene interna lavora su due versanti: mantenere gli organi interni liberi dai batteri e rimuovere quelli eventualmente già presenti.   

“Quando liberiamo il nostro respiro, liberiamo le nostre tensioni ha detto lo psicogolo e scritto Gay Hendricks. Respirare in modo fluido, naturale, libera dalle contratture, che sono spesso frutto di pensieri poco utili.

In questo articolo parleremo della respirazione in relazione alla tecnica del Qi gong

Il Qi gong ha una storia lunga più di 23 secoli. Il Canone di medicina interna dell'Imperatore Giallo, che risale al 4° sec. a.C., dice a proposito degli esercizi respiratori: "Quando uno si sente completamente a suo agio, libero dai desideri e dalle ambizioni, sviluppa il Qi genuino, la sua mente si concentra e ogni malattia viene eliminata" e "Si deve respirare il Qi spirituale concentrando la mente e rilassando i muscoli all'unisono". 

Non si tratta solo di credenze: queste verità vengono ancora oggi applicate e ancor più studiate in ambito clinico, medico, terapeutico.

 

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Il mito della respirazione solo lenta 

Spesso si immagina una respirazione lenta e consapevole, ma va precisato che nello yoga taoista esiste anche la respirazione rapida che induce gli elementi interni a fuoriuscire dal dotto lacrimale e dalle membrane mucose del naso.

In tempi antichissimi, questa pratica pare venisse eseguita dai primissimi taoisti fissando l’ardente punta di un incenso messo a bruciare. La pratica è cambiata nel tempo, considerando il fattore di irritabilità che può derivare dal fumo dell’incenso bruciato.  

Se la respirazione rapida muove e agita per espellere, la respirazione lenta va a ristorare, nutrire. Le due cose non vanno su binari diversi, anzi sono efficaci se combinate. Il rapporto è di cinque a uno, il che vuol dire che a una rapida di sei minuti precede una lenta di mezz’ora circa. Attraverso la seconda fase il corpo riprende quiete, la mente sperimenta serenità. 

 

Chi è e cosa fa l'operatore di qi gong

 

La respirazione del qi gong e la meditazione  

Huai-chin Nan è un maestro zen contemporaneo che ha studiato a lungo la tradizione taoista e in particolare il legame tra la meditazione e gli esercizi energetici cinesi. Quel che attraverso la respirazione, la meditazione fissa o in movimento, si vorrebbe raggiungere è prima di tutto la quiete della mente. Il professor Nan nel libro “Tao e longevità” (Astrolabio, Roma), consiglia spesso il Qi gong come “solfeggio” per la meditazione, insieme allo yoga. Una pratica preliminare di esercizi respiratori cinesi è utile per affilare la mente e ammorbidire i tendini.  

Il sistema del Qi gong si sposa bene con la meditazione perché include tre aspetti: il controllo del corpo (posizioni), il controllo della mente (quiete) e il controllo del respiro (respirazione). La sua influenza sul fisico è globale: va ad agire su ogni organi, viscere, organi di senso. 

In fase di respirazione addominale, l'ampiezza del movimento del diaframma è 3-4 volte maggiore del normale mentre la frequenza della respirazione e il volume al minuto dell'aerazione diminuiscono.

Inoltre il consumo dell'ossigeno diminuisce del 30% mentre il tasso metabolico del 20% circa rispetto al periodo pecedente alla pratica di Qi gong

 

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Immagine | Wikipedia