Intervista

L'importanza del collagene e delle sue funzioni

Abbiamo intervistato il professor Bruno Silvestrini, luminare nel settore della ricerca medica e della farmacologia, con lo scopo di aiutarci a capire come agisce e come funziona il collagene nel nostro organismo

L'importanza del collagene e delle sue funzioni

Brevemente si può dire che il collagene è la proteina maggiormente presente nell’uomo e negli animali e va a costituire, a seconda delle tipologie in cui è presente, la struttura dei tendini, del tessuto cartilagineo, delle ossa e del tessuto connettivo.

Quando, per vari motivi, questa proteina inizia a mancare o la sua perdita è copiosa, gli effetti sono assolutamente negativi per l'organismo e si avvertono a cominciare dal derma, dalle unghie, dai capelli, dalle ossa e dalle articolazioni.

Con una laurea con lode in medicina e chirurgia, con un approfondimento sulla patologia medica e la fisiologia, il professor Bruno Silvestrini inizia presto a pubblicare quelle che ad oggi sono quasi 500 pubblicazioni scientifiche.

Ha inoltre scritto vari libri, tra cui Malati di droga, Medicina Naturale e Il Farmaco moderno, un patto esemplare tra uomo e natura, svolto un'intensa e ininterrotta attività didattica e ricevuto numerosi riconoscimenti ed attestati di Società scientifiche italiane ed estere. Silvestrini è stato o è tuttora membro di varie Commissioni quali il Comitato Nazionale per la Bioetica, la Commissione per la Farmacopea Ufficiale, Comitati Etici locali, la Commissione Ministeriale Antidoping e di altre Commissioni Pubbliche.

Oltre a insegnare Farmacologia all’Università Sapienza di Roma per oltre vent’anni, vi ha fondato e diretto il Dipartimento di Farmacologia della Sostanze Naturali e di Fisiologia Generale. Attualmente è Presidente di SBM –Science of Biology in Medicine – una società di ricerca all’avanguardia nella valorizzazione in chiave scientifica dei farmaci naturali.

 

Professor Silvestrini, si è spesso sentito parlare in passato di collagene ad uso topico, per infiltrazioni o interventi mirati di natura estetica, mentre ora il campo sembra essersi allargato anche in altri settori, in particolare per la cura di patologie o disturbi fisici, come osteoartrite, artrosi od osteoporosi. In che modo in questo caso il collagene agisce nell'organismo?

Il collagene è una proteina unica sia per l’abbondanza nell’organismo, dove ammonta a oltre il 30 per cento del contenuto proteico totale, sia soprattutto per la varietà delle conformazioni che assume e delle funzioni che svolge.

È elastico nella cute, consistente nelle unghie e nelle ossa, flessibile nei capelli, fluido nelle secrezioni che lubrificano e nutrono le articolazioni. Nell’osso funziona da matrice organica, che catalizza il deposito dei sali minerali.

Oltre a essere la proteina più abbondante dell’organismo, il collagene è anche la più soggetta a una perdita cospicua attraverso la desquamazione cutanea, i capelli, la barba, le unghie, le secrezioni e in altri modi ancora. Al pari di tutte le proteine e dello stesso organismo al quale appartiene, è inoltre soggetto a un ciclo biologico: nasce, matura, decade e infine si dissolve.

È stato calcolato che nell’adulto la quota complessiva di collagene persa giornalmente corrisponda a circa 20 g. Se non compensata, questa perdita si traduce in una condizione morbosa nota come collagenopatia carenziale, che coinvolge gli apparati, i tessuti e gli organi il cui funzionamento dipende da questa proteina.

 

Verso quale tipo di integrazione bisognerebbe orientarsi?

La correzione della collagenopatia carenziale è legata all’apporto alimentare di collagene, che al pari di ogni altra proteina deve essere preventivamente scomposto nei suoi costituenti elementari, che l’organismo utilizza per rigenerarlo al proprio interno.

Purtroppo le capacità digestive diminuiscono non solo con l’età, ma anche in svariate condizioni fisiologiche, para-fisiologiche e patologiche, come la gravidanza, l’allattamento, il lavoro manuale, lo sport e diverse malattie.

Alla ricerca italiana va riconosciuto il merito di avere risolto il problema ricorrendo a un collagene idrolizzato in maniera mirata, che si assorbe sotto forma di aminoacidi liberi. Questa preparazione è disponibile sia come tale sia, nel caso di affezioni osteoarticolari, in associazione col calcio e la vitamina D.

 

Il collagene si presterebbe a essere efficace anche in malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide, per esempio?

Esistono alcuni lavori sperimentali, preclinici e anche clinici, che documentano l’efficacia anche in questa patologia, ma allo stato dell’arte l’evidenza più consistente riguarda le forme a carattere degenerativo. Sull’artrosi e sull’osteoporosi ho recentemente pubblicato due articoli, corredati di un’ampia bibliografia, reperibili sul portale MedicitaliA.

 

A chi è effettivamente consigliabile l'assunzione di collagene e quali potrebbero essere gli effetti positivi riscontrabili?

La risposta ad entrambe le domande è insita nel ruolo fisiologico del collagene e nel ripristino delle condizioni fisiologiche compromesse dalla sua carenza.

Tenendo conto dell’evidenza medica al momento disponibile, il collagene idrolizzato in maniera mirata è soprattutto indicato nelle affezioni dell’apparato osteoarticolare e della cute e dei suoi annessi, come trattamento di base che prescinde dalla varietà dei singoli fattori eziopatogenetici e dalle cure specifiche che ciascuno di essi può richiedere.

 

Il collagene viene definito "farmaco naturale": ci può spiegare in che senso lo è e quale è l'andamento della diffusione di tali farmaci nel mondo oggi?

In breve, ci sono due grandi classi di farmaci d’origine naturale:

 

I farmaci “fisiologici”, che correggono le patologie causate dalla mancanza di elementi, d’origine vegetale o animale, essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo. In questo modo lo rafforzano e ne mobilitano le difese sopite, consentendogli di salvaguardare la propria salute. Comprendono le vitamine, lo iodio, il ferro e altri minerali. Sono gli unici capaci di sconfiggere definitivamente malattie invalidanti o mortali. Nei paesi evoluti sul piano medico, la xeroftalmia grave, il rachitismo, lo scorbuto, il beri-beri e l’anemia perniciosa, per citarne alcune, sono praticamente scomparse.

I farmaci “mercenari”, costituiti da sostanze esogene, che combattono le malattie sostituendosi all’organismo sopraffatto dal male. In questo modo lo soccorrono, ne attenuano le sofferenze e i danni subiti, talvolta lo salvano, ma alla lunga lo indeboliscono esponendolo, se vengono a mancare, al rischio di ricadute.

Sono tipicamente rappresentati non solo dagli antibiotici, ma dalla maggior parte dei medicinali naturali e di sintesi soggetti, per i rischi di effetti collaterali insiti nella loro estraneità all’organismo, a prescrizione medica: antibiotici, antipertensivi, antipsicotici, antidepressivi, ansiolitici, anticonvulsivanti e via dicendo.

Sono preziosi, assieme ai loro derivati di sintesi sono stati i protagonisti della rivoluzione che ha trasformato la medicina da arte empirica in una scienza moderna, ma hanno travalicato il loro limite, rappresentato dalle situazioni di emergenza. Qui mi fermo, anche perché rischierei di ripetermi. Ne ho già parlato in un libro disponibile anche sul WEB, che anticipa i contenuti nel titolo: “Il farmaco moderno: un patto esemplare tra uomo e natura”.

 

Si è visto che in passato l’impiego alimentare del collagene è stato compromesso dalla presenza di composti tossici implicati nella cosiddetta BSA, nota come morbo della “mucca pazza”. Come si attesta oggi la sicurezza di un tale prodotto di origine animale?

La risposta è semplice, addirittura banale: il problema è stato superato con misure e controlli talmente severi da garantire al collagene una sicurezza superiore a quella di qualunque altro composto d’origine alimentare.

 

Quali sono le controindicazioni dell'uso del collagene?

Controindicazioni e interferenze significative con altri farmaci, naturali o di sintesi, non si conoscono o, quantomeno, non sono a mia conoscenza.

La combinazione con altri farmaci, anche di sintesi, va valutata caso per caso in maniera scientifica, ovvero tenendo conto dei sinergismo prevedibili in base alle conoscenze attualmente disponibili. Nel dubbio, si raccomanda di consultare il medico curante.