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Osteopatia: cos'è, cosa cura e quando ricorrervi

L’osteopatia è un insieme di tecniche manipolatorie volta al ripristino delle specifiche funzionalità del corpo e si basa sul principio secondo cui tutte le parti dell’organismo sono interconnesse e integrate. Scopriamo meglio cos’è e quando può essere utile.

di Redazione

Osteopatia

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©andreypopov/123rf.com

 

Che cos’è e cosa significa l’osteopatia  

Il significato del termine osteopatia deriva dal greco “ostéon”, osso, e “páthos”, sofferenza, e indica una disciplina medica che cura il corpo ripristinando le sue intrinseche capacità di guarigione.

 

L’osteopatia venne fondata alla fine del XIX secolo dal medico americano Andrew Taylor Still, nato in Virginia nel 1828, il quale durante la guerra civile visse in prima persona gli orrori della guerra e la mancanza di efficacia della medicina convenzionale dell’epoca e decise quindi di adottare una tecnica diversa e innovativa per la cura dei propri pazienti.

 

Nel 1892 Still fondò la prima scuola di osteopatia al mondo a Kirksville, nel Missouri, oggi conosciuta come A.T. Still University, in suo onore.

 

Secondo Still, la deformazione di alcuni settori scheletrici e la loro interferenza sulle strutture adiacenti – organi, nervi, vasi sanguigni – sarebbe la causa della maggior parte delle malattie e dei disturbi del corpo che invece, dopo i trattamenti manipolativi osteopatici, dovrebbe essere in grado di guarirsi da sé.

 

L’osteopatia ha ottimi risultati come trattamento curativo, ma già nelle intenzioni di Still ha soprattutto un’azione preventiva: “L’obiettivo del medico deve essere quello di ricercare la salute, tutti sono capaci di trovare la malattia”.

 

I principi dell'osteopatia 

I principi dell’osteopatia definiti in origine da Still sono ancora alla base delle linee guida di tutte le scuole di osteopatia del mondo. Si tratta di quattro assunti da cui le cure osteopatiche prendono atto:

  1. L’organismo è un’unità integrata di corpo, mente e spirito.
  2. Il corpo possiede meccanismi di autoregolazione, autoguarigione e di mantenimento dell’equilibrio. 
  3. La struttura e la funzione sono reciprocamente correlate.
  4. Una terapia razionale si fonda sull’applicazione dei tre principi precedenti.

 

Il ruolo dell’osteopata è dunque quello di eliminare ostacoli o interferenze che rendano difficile all’organismo attivare e sfruttare la sua propria e innata capacità di ritrovare equilibrio e salute.

 

Chi è l'osteopata 

Il terapeuta dell’osteopatia, ovvero l’osteopata, ha un ruolo importante, che non è tanto quello di guarire il corpo della persona che si rivolge a lui, ma quello di eliminare quei blocchi od ostacoli che impediscono la corretta comunicazione alle vie e sistemi del corpo, che quindi sono un impedimento all'equilibrio dello stesso.

 

Molti confondono la professione dell’osteopata con quella del fisioterapista, ma esistono alcune differenze rilevanti. La prima riguarda il percorso formativo.

  • La figura dell’osteopata è stata individuata come professione sanitaria da pochi anni (Legge Lorenzin 2/2018, art. 7) ed è stata istituita ufficialmente a partire dal 25 giugno 2021. Ad oggi per diventare osteopata bisogna aver frequentato centri di formazione privati perché manca un percorso universitario dedicato.
  • Il fisioterapista invece viene abilitato alla professione dopo un percorso di laurea triennale o magistrale in Fisioterapia.

 

L’istituzione di una laurea per diventare osteopata è un’ipotesi che potrebbe concretizzarsi a breve: sono in corso di definizione sia l’ordinamento didattico della formazione universitaria sia gli eventuali percorsi integrativi per chi avesse finora conseguito titoli extrauniversitari.

 

La seconda distinzione ha invece a che fare con l’approccio metodologico: se l’osteopata si avvale principalmente di una terapia manuale e di tecniche manipolative, il fisioterapista utilizza anche esercizi terapeutici e apparecchiature mediche, fra cui laser, ultrasuoni, tecar e onde d’urto.

 

L’osteopatia ha poi una componente preventiva che la fisioterapia non ha e un approccio olistico, sia nella diagnosi che nella terapia; al contrario, il fisioterapista è più orientato a curare l’aspetto sintomatico locale e quello riabilitativo.

 

Cosa cura l'osteopatia e per cosa è efficace? 

Il perno su cui si fonda l’osteopatia è l’integrazione fra corpo, mente e spirito. In un organismo in salute, la struttura degli organi e la loro funzione è strettamente correlata e il buon funzionamento dei primi garantisce un equilibrio armonico di tutto l’insieme. Al contrario, la malattia è uno stato di disarmonia tra le varie componenti. 

 

L’osteopatia, attraverso specifiche terapie manuali, agisce su strutture muscolari, ossee, cranio-sacrali, miofasciali e viscerali, ed è efficace nel trattamento di molteplici disturbi. Vediamo dunque nel dettaglio cosa cura l’osteopatia:

 

Come si svolge una visita osteopatica

L’osteopatia è una terapia manipolativa complementare alla medicina classica, che l’OMS inserisce tra le medicine tradizionali (MT) o medicine complementari e alternative (MCA). Il suo obiettivo primario è il ripristino dell’equilibrio generale del corpo, attraverso tecniche di manipolazione non invasive e senza l’intervento di farmaci o macchinari.

 

Prima di qualunque trattamento, la diagnostica osteopatica prevede:

  • anamnesi, ovvero la raccolta di tutte le informazioni utili sulla patologia in corso o sullo stato di salute del paziente, compresa l’esaminazione e l’interpretazione di esami strumentali forniti (radiografie, TAC, risonanza magnetica ecc.);
  • osservazione, statica e dinamica, della postura, della mobilità e di eventuali atteggiamenti antalgici;
  • palpazione diagnostica, per la valutazione delle varie strutture. 

 

Durante la visita osteopatica lo specialista può mettere in atto:

  • un approccio strutturale, attraverso manovre eseguite su articolazioni o muscoli; 
  • un approccio fasciale, relativo alla fascia muscolare o al muscolo interessato;
  • un approccio viscerale. attraverso tecniche che stimolano la mobilità e funzionalità di un organo;
  • un approccio craniale, attraverso tecniche che agiscono sul movimento fra le ossa del cranio. 

 

L’osteopatia mira a ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno, al fine di permettere all’organismo di poter trovare un proprio equilibrio ed un proprio benessere. Spesso il dolore si localizza in zone che non sono però le vere responsabili della fenomenologia algica, il sintomo si annida in quel luogo ma la causa è altrove. Per questo motivo, è necessario non tralasciare l’importanza della globalità del corpo. 

 

Ad esempio un mal di schiena può essere causato da una vecchia distorsione alla caviglia che ha alterato il modo di camminare e ha portato uno o più segmenti della colonna vertebrale a lavorare male. In questo caso, il dolore sarà localizzato nella schiena del paziente ma la causa è altrove. Sempre partendo da una distorsione di caviglia, si può arrivare nel tempo ad avere un dolore a livello di una spalla poiché le catene muscolari mettono in connessione il piede con gli arti superiori.

 

Spesso l’osteopata lavora in sinergia con medici specialisti, fisioterapisti e altre figure professionali, e la sua collaborazione è preziosa in contesti specifici come quello sportivo, posturale, odontoiatrico, così come in ambito ginecologico e pediatrico.

 

Ci sono controindicazioni o effetti collaterali?   

Il trattamento osteopatico si rivolge a tutte le tipologie di pazienti, dai neonati agli anziani, dagli sportivi alle donne in gravidanza, e in linea di massima non è una terapia dolorosa né pericolosa.

 

Di per sé, dunque, l’osteopatia non presenta veri e propri effetti collaterali; esistono però delle controindicazioni, cioè delle circostanze in cui tale approccio non è indicato.

 

In linea di massima, il trattamento osteopatico non è consigliato in casi di lesioni anatomiche gravi, compromissione seria del rachide cervicale e urgenze mediche. L’osteopatia non è neppure in grado di guarire malattie degenerative, genetiche, infettive oppure infiammatorie, per le quali sono necessarie diagnosi, terapie e cure specifiche, ma può fornire un valido supporto integrativo per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti e la riduzione di sintomi e disturbi cronici.

 

È sempre opportuno rivolgersi a professionisti seri, in regola con i requisiti di legge, con studi certificati alle spalle e, possibilmente, conoscenze approfondite che spaziano anche nell’ambito medico.