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Pianta di tamarindo: come coltivarla

Il tamarindo è un albero che produce frutti con una polpa commestibile e può essere coltivato anche in Italia. La sua origine tropicale richiede alcuni consigli per far crescere e fruttificare la pianta andiamo quindi a conoscere come coltivare il tamarindo ...

Pianta di tamarindo: come coltivarla

Il tamarindo è un albero che può diventare alto oltre 25 metri anche se il suo sviluppo è lento e sono più i suoi lunghi rami a crescere verso l’alto, mentre il tronco invece resta piuttosto contenuto.

Questa pianta è originaria della zona asiatica anche se sono stati riconosciuti antenati in Africa che poi sono stati spostati e coltivati in India dove ora trova il suo habitat più idoneo.

Il tamarindo è molto longevo tanto che il suo ciclo vegetativo di vita può superare i 150 anni; appartiene alla famiglia delle leguminose e come tale produce un baccello ricurvo e legnoso di colore marrone scuro che contiene da 4 a 12 semi.

Il frutto del tamarindo è lungo almeno 10 centimetri e racchiude un’ottima polpa commestibile utilizzata sia come cibo che come rimedio ed integratore naturale.

 

Esigenze di coltivazione del tamarindo

Il tamarindo non ha particolari esigenze di coltivazione se non che ama il sole diretto e le temperature elevate vista la sua origine tropicale.

Cresce bene anche vicino al mare e quindi sulle coste dove il terreno è più salino. Non ha problemi a svilupparsi in terreni argillosi o di arena e il pH ottimale è neutro. 

Le sue limitazioni sono più nella produzione dei frutti perché necessita di un clima tropicale-caldo e a volte nelle zone più miti d’Italia rischia di non fruttificare o di far marcire i baccelli per troppa umidità.

Pertanto il tamarindo teme le temperature molto fredde con gelate prolungate, mentre se la temperatura scende per pochi giorni non ha particolari problemi di resistenza. Soltanto i primi anni di crescita può essere meno rustico, ma in generale il tamarindo è un albero molto robusto.

tamarindo frutti

 

Irrigazione del tamarindo

Le irrigazione devono essere regolari anche se non richiede grandi quantità d’acqua; può soffrire l’umidità soprattutto se accompagnata da temperature fredde.

Una particolarità del tamarindo è il suo comportamento rispetto alla caduta o meno delle sue foglie: si comporta da sempreverde o da caducifoglia in relazione al clima dove cresce, e così se il luogo è siccitoso perde le foglie; se il clima ha una costante presenza di piogge, le sue foglie rimangono sui rami e diventa così un sempreverde.

L'irrigazione sarà quindi da regolare in base al clima e all’ambiente dove cresce.

 

Le varietà di tamarindo e la sua germinazione

Esistono molte varietà di tamarindo tra cui possiamo scegliere e tra queste abbiamo il T. dolce, il T. di velluto, il T. spagnolo, il T. australiano e il T. africano.

Ciascuna di queste ha un portamento e delle caratteristiche differenti anche se non cambiano molto le esigenze di coltivazione essendo comunque tutti alberi resistenti.

Per coltivare il tamarindo basterà quindi acquistare una pianta da un rivenditore agrario o vivaio che ha piante tropicali oppure procurarsi i semi e farli germogliare.

La germinazione del seme di tamarindo è molto semplice: il primo consiglio è di mettere i semi immersi in acqua per almeno una notte in modo che si idratino; successivamente possono essere piantati in terra o meglio in vaso per seguire da vicino la crescita del piccolo alberello.

Il trapianto potrà avvenire nella stagione successiva, mentre nei climi più rigidi dovrà aspettare almeno qualche anno.

 

Il frutto del tamarindo: usi in cucina e non solo

Il frutto del tamarindo contiene una polpa dolce e ricca di zuccheri, sali minerali quali ferro, calcio, potassio e molte vitamine sopratutto del gruppo B.

Contiene sostanze attive come i flavoni e alcuni acidi organici: elladico, clorogenico e caffeico e ha inoltre proprietà lassative e  antifebbrifughe, anti-ittero, cicatrizzante e antinvecchiamento; nella forma di estratto acquoso è efficace come ipoglicemizzante.

In Italia il frutto del tamarindo viene importato, anche se alcuni agricoltori del sud stanno cominciando a coltivarlo per la commercializzazione.

Il frutto fresco viene mangiato come dessert semplicemente con il cucchiaio, oppure essiccato o come bevanda. Nella cucina asiatica il tamarindo è usato come una spezia e in particolare in India è uno degli ingredienti tipici dei piatti locali tradizionali.

Un uso più insolito del tamarindo avviene in alcune zone dell’Africa dove è coltivato come alimento per i bachi da seta: le sue foglie infatti sono date come cibo ai piccoli bruchi che le mangiano molto volentieri producendo così una seta di miglior qualità

I suoi semi invece hanno proprietà antinfettive e antibatteriche grazie alla presenza di un particolare principio attivo, la tamarindina.

 

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