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Sensibilità vegetale: anche le piante hanno i sensi

Anche le piante possiedono i sensi: vista, udito, olfatto, gusto e tatto. Cosa si intende per "sensibilità vegetale" e in cosa è diversa da quella dell'uomo o degli animali.

Sensibilità vegetale: anche le piante hanno i sensi

Proprio così le piante hanno i sensi perché possono percepire la luce, riconoscere dove è la presenza di acqua sentendo l’umidità e anche dove si trovano piccole percentuali di nutrienti nel terreno per potersi alimentare.

Possono analizzare l’aria e sono sensibili ai campi elettromagnetici oltre che essere sottoposte all’influenza della gravità. Le piante sono capaci di svilupparsi e crescere per andare a toccare ciò che è intorno a loro nel ambiente e inoltre sanno raccogliere informazioni da oltre 15 parametri utili per la loro crescita e sopravvivenza.


Possiamo parlare di sensibilità vegetale proprio perché dovendo restare ferme in un luogo le piante hanno bisogno di ricevere il più possibile input e segnali dal esterno per attuare modificazioni metaboliche e di comportamento in grado di garantirgli la sopravvivenza.

 

La vista delle piante

L’uomo ha percezioni visive proprio per la capacità dei suoi occhi e della sua pupilla di ricevere stimoli luminosi che, elaborati dal cervello, formano l’immagine.

Dello spetro visibile l’uomo può vedere sono una piccola percentuale di raggi e non è capace di percepire invece gli ultravioletti e gli infrarossi.

Le piante, invece, non hanno pupille ma sono capaci di intercettare e di analizzarne la quantità e la qualità della luce ed infine ovviamente di utilizzarla attraverso il meccanismo più antico dei vegetali: la fotosintesi clorofilliana.

Sulle foglie vi sono particolari strutture chiamate fotorecettori che hanno questa specifica funzione di “percepire e vedere la luce” ed essi sono disposti su tutto l’apparato fogliare della pianta.

Grazie alla loro presenza le piante possono ricevere informazioni sulla luce e decidere dove crescere e sviluppare i propri rami. Tutti noi, guardando gli alberi, possiamo riconoscere come le piante cerchino la posizione migliore rispetto alla fonte di luce e tendano invece a evitare l’ombra e il buio.

Infine, le piante sono capaci di riconoscere il giorno e la notte proprio grazie alla capacità di vedere le frequenze notturne o diurne. Infatti le piante sono in grado di riconoscere i lampi di colore rosso o di colore blu ma anche percepire gli infrarossi o gli ultravioletti grazie ai fitocromi e alle fototropine che sono molecole capaci di reagire alla luce.

Questo serve per misurare la lunghezza di ore del giorno e della notte e decidere anche in quale direzione crescere per avere la giusta quantità di luce.

 

L'udito nelle piante

Le piante non hanno orecchie come gli animali o l’uomo ma anche qui possiedono un senso diffuso che recepisce le vibrazioni sonore.

Questo metodo uditivo è arcaico e meno sofisticato dell' udito umano ma è abbastanza simile a ciò che possono avere i vermi nella terra o a ciò che sentono i serpenti attraverso il terreno.

Le piante hanno infatti una sensibilità alle vibrazioni telluriche dei terremoti, dei temporali, dell’eruzioni vulcaniche o alla presenza di un tornado o di forti venti.

Ciò che sentono come segnale viene trasmesso attraverso l'acqua e la linfa nei vari tessuti dando così la possibilità alla pianta di modificare la crescita dei rami o ritardare lo sbocciare dei fiori o di attivare la germogliazione dei semi oppure ancora di modificare l’accrescimento delle radici.

Inoltre le piante sembra riescano a percepire le basse frequenze comprese dai 100 ai 400 Hz che l’uomo invece non è capace di udire perché fuori dal sua gamma uditiva.

 

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L'olfatto nelle piante

Sicuramente questo è uno dei sensi delle piante più sviluppato, infatti la loro sensibilità alle sostanze chimiche volatili è alquanto fondamentale per dare e ricevere segnali tra l'ambiente e l'interno della pianta.

Infatti i vegetali sono capaci di captare dall’aria le informazioni e di elaborarle per prendere decisione attuando comportamenti o modificazioni di metabolismo per dare una risposta efficacie allo stimolo percepito.


L’uomo e gli animali hanno il naso come specifico organo adibito alla funzione di odorare mentre le piante possiedano cellule diffuse su tutti i tessuti della pianta, dalla radice alle foglie, che hanno proprio la funzione di recettori di sostanze volatili.


Inoltre le piante sono grandi comunicatrici proprio attraverso la produzione e diffusione di sostanze volatili nell’aria, basta pensare hai fiori e alle piante aromatiche che rilasciano oli essenziali nell’atmosfera intorno a loro.

Questi sono veri e propri segnali che danno informazioni specifiche. Ad esempio servono per segnalare che il fiore è pronto per l’impollinazione oppure per comunicare che tale foglia è ricca di oli essenziali e quindi non è edibile per certi animali oppure ancora certe sostanze volatiche servono a dichiarare la presenza della pianta agli altri esseri viventi in modo che non si stabiliscano in tale area o non vi crescano troppo vicino.

Infine, le piante riescono a sentire la presenza del fuoco attraverso l’olfatto diffuso e sono persino capaci di distinguere se è un pericolo vicino o lontano e quanto è rischioso per la propria sopravvivenza.

 

Il senso del gusto nelle piante

Le piante hanno il senso del gusto tanto che riescono a distinguere i diversi nutrienti nel terreno, la loro quantità anche se esigua e persino la loro disponibilità anche a diverse metri di distanza dalle loro radici.

Anche la scelta della migliore acqua per la pianta è data dallo sviluppo di un senso del gusto.

Infatti in una sperimentazione dove una pianta venga messa ad uguale distanza tra un’acqua pura di fonte e un'altra acqua di rubinetto, il vegetale risponde cominciando a crescere verso la fonte più naturale di acqua, compiendo così una vera e propria scelta secondo i segnali “gustativi” percepiti a distanza.

Se pensiamo poi alle piante carnivore che hanno sviluppato appositi meccanismi per intrappolare le prede e digerirle con specifiche sostanze chimiche, sicuramente il senso del gusto è coinvolto. 

Queste piante non trovando nutrienti nel terreno in cui crescevano e si sono evolute creando questi sofisticati sistemi di sopravvivenza. Nelle prove sperimentali è stato notato che le piante carnivore hanno preferenze e quindi gusti alimentari verso gli insetti che cacciano. Infatti prediligono prede come ragni, afidi e farfalle con maggiori quantità zuccherine nel corpo.

 

Il senso del tatto nelle piante

Le piante hanno anche il senso del tatto tanto che durante la loro crescita riescono a percepire ed esplorano un oggetto vicino a loro decidendo come comportarsi di conseguenza a ciò che hanno toccato.

Ad esempio le piante rampicanti hanno questo senso del tatto vegetale molto sviluppato e crescono verso oggetti che possono fare da sostegno, continuando a toccarli ed esplorarli sino a quando riescono a decidere se è un oggetto adatto ad aggrapparsi e a crescervi sopra.

Inoltre le piante riconoscono il tocco di un animale o insetto e distinguono se è un segnale nocivo o benefico alla loro vita.

Riescono persino a ricordare tali input che restano nella memoria sino al successivo contatto con lo stesso insetto che risveglia la medesima risposta adattata al contesto.

Ad esempio se l’insetto è un erbivoro che mangia le foglie del vegetale questo si attiva producendo sostanze metaboliche di sapore sgradevole o tossico per l’insetto.

Al secondo contatto con lo stesso insetto la pianta ricorda quel particolare tocco e riconosce l’insetto attuando la migliore risposta che ha in memoria e nel minor tempo possibile divenendo sempre più efficacie nella autodifesa.


Il senso del tatto nelle piante avviene attraverso la diffusione nell' acqua dei tessuti vegetali dei segnale tattile percepiti in qualche punto della pianta. Anche in questo caso il senso del tatto è diffuso ed è tutta la pianta che percepisce un segnale tattile.

Ciò non è poi così differente da quello che accade nell' uomo per il senso del tatto infatti sulla nostra pelle sentiamo gli input esterni e allo stesso modo sulla corteccia, sulle foglie e nei tessuti radicali della pianta vengono sentiti gli stimoli di ciò che viene toccato.

In conclusione possiamo dire che esiste una vera e propria sensibilità vegetale con sensi di percezione diffusi in tutte le parti della pianta.

Grazie alla ricezione di tutti questi segnali le piante attuano cambiamenti  e scelte mostrando quindi di avere capacità decisionali, di memoria e una certa forma di intelligenza vegetale.

Per conoscere ancora meglio queste capacità sensoriali è nata anche una nuova scienza: la neurobiologia vegetale.

Infatti, arrivare a scoprire che le piante hanno 5 o più sensi percettivi sicuramente aiuterà l’uomo a vedere il regno vegetale sotto una nuova visione.

Speriamo che sempre più persone possano sentire i vegetali come compagni di vita e di un viaggio in cui anche essi sono riconosciuti a tutti gli effetti come esseri viventi sensibili.


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